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‘L’età dell’ira’ Coming of age spagnolo realistico che sfocia nel thriller

Le ragioni per cui la serie spagnola ha fatto centro

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Arriva in Italia, con oltre due anni di ritardo, la teen serie spagnola L’età dell’ira. Fra i protagonisti vi è Manu Rios, noto al pubblico per la serie Élite prodotta da Netflix. La storia propone lo stesso excursus temporale descritto con gli occhi di diversi protagonisti. Tale espediente lo abbiamo già trovato nella serie The Slap (2015), che la statunitense NBC ha trasmesso realizzando l’adattamento dell’omonima serie australiana.

L’età dell’ira, in quattro puntate, è prodotta da Big Bang Media, Más Ficción e Atresmedia Televisión. La sceneggiatura prende spunto dal romanzo dello scrittore Nando López ed è stata realizzata da Lucía Carballal e Juanma Ruiz de Córdoba. Dal romanzo è stata tratta anche una pièce teatrale. Disponibile su RaiPlay.

Sguardi differenti della stessa realtà

Sandra è una ragazza emancipata rispetto alla sua età. Lei vive la sua vita in libertà e con un padre amorevole e accondiscendente. Si invaghisce di Marcos, con il quale inizia una relazione ambigua. Ignacio frequenta l’ultimo anno del liceo. È un ragazzo diligente, dedito allo studio e motivo d’orgoglio del padre. Nonostante non condivida la vita del fratello minore, Marcos è affascinato dalla sua ricerca di sé.

Raúl è il nuovo arrivato, un personaggio stravagante a cui non interessa il mondo omologato che lo circonda. Ha due passioni: i fumetti coreani e la nuova compagna di scuola, Sandra. Marcos cerca di vivere una vita conformata nonostante sia consapevole che il suo destino è orientato a scelte che molti disapproverebbero.

L’età dell’ira – Una scena con in primo piano Amaia Aberasturi

Ignacio e Marcos hanno un padre esigente e violento. Quando la loro madre muore in un incidente, Marcos sospetta che la donna si sia tolta la vita perché estenuata dal rapporto malsano con il coniuge. Quando Marcos ammette la sua omosessualità, il genitore reagisce in maniera brutale. Il padre muore, Marcos viene arrestato perché ritenuto colpevole. La verità si comporrà solo mettendo insieme i pezzi degli sguardi dei quattro protagonisti.

Un coming of age ben scritto e da cui prendere spunto

L’età dell’ira non è un racconto sicuramente originale. Non lo è neanche la sua modalità di rappresentazione, anche se l’uso di punti di vista differenti non è poi così utilizzata. La serie spagnola ha però decisamente fatto centro e le ragioni sono diverse.

Lucía Carballal e Juanma Ruiz de Córdoba riescono a riscrivere la storia di Nando López mantenendo l’attenzione sul punto focale: la crescita dei quattro giovani. Avevano a disposizione molto materiale e sarebbero potuti incappare in un miscuglio di situazioni, creando un groviglio difficile da gestire – cosa che è successa in alcune serie recenti italiane.

La vita dei Centennials presentata onestamente

I due autori, in quattro puntate, raccontano le differenti vite dei protagonisti rendendo, senza forzatura alcuna, le emozioni e gli stati d’animo più svariati. Si passa da Sandra, che vive una giovinezza più spensierata rispetto agli altri, a Ignacio, un ragazzo che ha trascorso la sua vita succube del padre e con la speranza di poter abbandonare la famiglia il prima possibile.

Raúl è il personaggio “strano”, colui che sarebbe stato facile stereotipare e che invece viene presentato con una ingenua naturalezza. Anche quando deve affrontare la sua sessualità, la sua elusione di etichettature – oramai desuete ma necessarie –non diventa una facile bandiera queer, bensì la rappresentazione di una normalità – cosa ancora impossibile nel nostro paese.

L’età dell’ira – Manu Rios interpreta Marcos

Marcos, invece, è inevitabilmente emblema di chi vive nel closet e di chi subisce le angherie quando finalmente decide di “uscire dall’armadio”. Ma la sua esistenza non si ferma al suo orientamento sessuale e prosegue fra confronti con i compagni, lo studio e la volontà di emanciparsi da un padre violento. Un genitore che non viene raffigurato solo come omofobo ma che esprime aggressività e oppressione sotto qualunque aspetto.

Un filo conduttore non invadente e ben adottato

L’espediente dell’omicidio crea un hook che non viene soppiantato dalle diramazioni che prendono le quattro storie ma fa da forte collante. Magari il finale è molto edulcorato, più adatto a un american style rassicurante, ma non sono quei cinque minuti a rovinare L’età dell’ira.

Il regista Jesús Rodrigo riesce a dosare in maniera egregia tutti gli ingredienti che ha a disposizione, facendo della serie un lavoro da cui molti dovrebbero prendere spunto. Gli ambienti claustrofobici di alcuni locali, una fotografia sempre più che adeguata, scenografie e costumi non improvvisati: tutto ciò porta un deciso valore aggiunto.

Attori calzanti che donano spessore ai loro personaggi

Rodrigo è anche stato sicuramente aiutato dagli interpreti. Manu Rios (Marcos) ha la fisicità perfetta e le capacità interpretative per rendere al meglio il suo personaggio: una vittima ma con una forte voglia di riscatto. Amaia Aberasturi ci regala una Sandra piena di vita e di consapevolezza, una ragazza che non è in balia di ciò che la circonda ma che, al contrario, è artefice della sua esistenza.

L’età dell’ira – I protagonisti Daniel Ibáñez Manu Rios e Amaia Aberasturi

Il Raúl di Daniel Ibáñez è ben calibrato, fra il suo essere allampanato, quasi sulle nuvole, e la sua passione per Sandra. Un personaggio che decide di aprirsi a nuove scoperte ed emozioni, senza melodrammi e giudizi, e che Ibáñez sostiene molto bene. Anche Carlos Alcaide, per quanto il suo ruolo sia più circoscritto rispetto a quello degli altri tre personaggi, dosa in maniera diligente la rabbia e la paura di Ignacio.

Pure gli adulti sono ben ritratti. Eloy Azorín, Rocío Muñoz-Cobo e Xavi Sáez interpretano il professore dei giovani e la madre e il padre di Marcos e Ignacio. Tutti e tre fanno del loro meglio, riuscendoci, per non cadere in facili macchiettismi o rappresentazioni patetiche.

Il ritardo italiano evidente

L’età dell’ira arriva in Italia con un grosso ritardo rispetto agli standard televisivi. La serie spagnola si può affiancare a prodotti di qualità come Élite o i meno recenti Fisica o chimica e Paso adelante, dove i giovani vengono rappresentati senza filtri e in maniera decisamente realistica – ricordiamo come Fisica o chimica fu sospesa dalla programmazione di Rai4 proprio a causa delle tematiche trattate. Rimaniamo in attesa di vedere un prodotto nostrano altrettanto ben realizzato.

Il trailer in lingua originale di L’età dell’ira

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