R è un ragazzo in piena crisi esistenziale: è uno zombie. Non ha ricordi né identità, non gli batte più il cuore e non sente il sapore dei cibi, ma nutre molti sogni…
R (Nicholas Hoult) è stanco di camminare tutti i giorni all’interno dell’aeroporto, senza meta, ha dei desideri, i sogni di ogni ragazzo, vorrebbe conoscere persone, parlare, ma questa possibilità gli è preclusa…perché è uno zombie. Ebbene sì, dopo una non ben chiara catastrofe il mondo è popolato da zombie e gli umani sono ridotti ad un piccolo gruppo asserragliato dietro enormi mura. Eppure R non è una macchina di morte incapace di sentimenti, lui si sforza di ricordare la vita prima del disastro, prova noia e mostra un’incredibile amore per la musica. Essere zombie non vuol dire aver completato la trasformazione, lo stadio successivo è rappresentato dagli orribili “ossuti”, scheletri animati solo da una furia perenne. Ma si sa, la fame è fame, e durante una battuta di caccia R si imbatte nella coraggiosa Julie (Teresa Palmer), il cuore batte un colpo, ancora prima che lui poco galantemente divori il cervello del suo fidanzato (in questo film divorare il cervello vuol dire acquisire anche i ricordi della vittima, ed in fin dei conti rimane comunque la parte più appetitosa). R salva la vita a Julie, la porta nella sua “casa”, un aereo che il ragazzo ha riempito di oggetti raccolti nel corso dei mesi. Sarà l’inizio di un’assurda convivenza che farà nascere tra loro un legame al di fuori di ogni regola e di ogni logica, destinato a cambiare il corso degli eventi in modo radicale. Tratto dal romanzo del giovane autore Isaac Marion e finanziato dagli stessi produttori della prolifica serie di Twilight, questo film affronta con ironia e leggerezza il mondo dei non morti più feroci, mettendo in scena la storia di un amore all’apparenza impossibile in un contesto assurdo come quello di un’apocalisse zombie. Tra i punti di forza di questa pellicola troviamo sicuramente il tono scanzonato, a tratti comico, la durata breve (esistono film che durino meno di due ore al giorno d’oggi?), il fatto che sia un film che si conclude e non l’inizio di un’altra chilometrica saga (anche se aspettiamo gli strateghi di Hollywood al varco del box office) e soprattutto la bravura del protagonista, Hoult, che si cala nei difficili panni di uno zombie che non è comprimario ma protagonista della storia, e per quasi tutto l’arco del film ha a disposizione pochissimi mezzi di comunicazione. Il regista, Jonathan Levine , presta il suo tocco gentile, mostrato già nei suoi lavori precedenti, e si mette al servizio della storia. Aggiungiamo che a completare il cast troviamo il grande John Malkovich, attore a suo agio in ogni tipo di ruolo, e che qui presta il volto al padre di Julie, rigido e severo generale il cui unico scopo è sterminare tutti gli zombie. Un film semplice ma accattivante dunque, che probabilmente scaglierà il suo protagonista nel firmamento delle stelle.
Emiliano Longobardi
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