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‘Detenerte en el pulso’, film sperimentale in cui il privato è pubblico

Il film di montaggio della giovane Nicole Remy intreccia memoria famigliare femminile e storia universale di donne, poesia e politica

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Alla seconda edizione di UnArchive Found Footage Fest (dal 28 maggio al 2 giugno a Roma, col sottotitolo quest’anno Cinema che brucia) batte un cuore che forse lotta per la vita e, per essa, è come se trattenesse il respiro.

Detenerte en el pulso 

Detenerte en el pulso (Fermati al polso, o Trattenere il battito, con una traduzione più libera e poetica) si intitola infatti il cortometraggio – opera prima – del 2018 di Nicole Remy, una delle opere della sezione dedicata al MUTA Festival Internacional de Apropiación Audiovisual di Lima. La selezione ospita otto cortometraggi realizzati da giovani registe peruviane a confronto con la memoria personale e del proprio Paese, in lavori di montaggio poetico, disturbante, vitale.

Un nuovo ritmo ai Super8 di famiglia

Saccheggiando i filmini di famiglia in Super8 (comprese le riprese di operazioni a cuore aperto effettuate dal nonno cardiochirurgo), Remy rende poesia l’incanto di una neonata accolta fra le braccia di una famiglia che nasce con lei. In lei, come in chi l’ha generata, nei suoi fratelli, cugini, nonne, pulsano sangue, organi dal ritmo cadenzato, colonna sonora del film, screziata da rumori stridenti e disturbanti, clangori forse di una macchina che permette alla vita di continuare, ai corpi di funzionare.

Detenerte en el pulso – Corpo di donna

Corpo è anche quello di una giovane sposa rigida e commossa davanti allo specchio e a favore di macchina, nel giorno che ‘deve’ essere per lei il più bello. Tanto il suo sorriso appare appuntato con gli spilli, tanto pieno e scomposto è quello di una ragazzina (la figlia che avrà? la madre, la regista da piccola?) che gioca spensierata con coetanei e il cane di famiglia. Tutte queste figure femminili indossano qualcosa di rosso: un prendisole a una festa estiva, la donna; una tenera salopette, che muove con la bimba i primi passi incerti, mano nella mano con la nonna vestita dello stesso colore; e poi pantaloni e casacca di ragazzina irriverente e pazza di gioia.

Sperimentare col quotidiano

In Detenerte en el pulso è la giovanissima regista a cercare una nuova strada, a impartire un nuovo ritmo, vitalissimo, alla storia tutta borghese di una donna in abito nuziale (una fra tante eppure unica), che è comprimaria di un copione scritto da altri, come sembra suggerire l’abile montaggio di momenti-chiave familiari. Il picnic, il pranzo coi parenti, i giochi dei bambini con il cane e i tuffi nella piscina in giardino; il matrimonio e la festa d’estate; un concerto; il primissimo piano di un bebè sfocato tanto da apparire nuovamente come un feto. Tutti momenti unici per chi li vive e rivive, ma impietosamente identici a quelli di chissà quanti altri, da una prospettiva appena laterale.

Il personale è politico

Ma è comunque vita, ci ripetono ritmicamente sistole e diastole rosso sangue del cuore aperto con cui il cortometraggio inizia, si intreccia ad altro materiale d’archivio familiare e si chiude. Lirico e sperimentale, trasuda sangue, quello di ognuno di noi, delle complesse relazioni familiari, non solo femminili, della vita, sempre vicinissima alla morte.

Detenerte en el pulso

  • Anno: 2018
  • Durata: 6’ 35’’
  • Genere: Film sperimentale di montaggio
  • Nazionalita: Perù
  • Regia: Nicole Remy