Plastic Guns è il film del regista francese Jean-Christophe Meurisse, scelto come proiezione finale per la Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes.
Les pistolet en plastique: La storia
Michel Uzès, viene arrestato durante un suo viaggio in Danimarca. È sospettato dalla polizia di essere Paul Bernardin, un assassino accusato di aver ucciso moglie e tre figli alcuni anni prima e ancora ricercato dalle forze dell’ordine.
Mentre Uzès si dichiara innocente, due investigatori dilettanti, Léa e Christine, iniziano a condurre una indagine. Sono certi che sia lui l’assassino ricercato. Allo stesso tempo, dall’altra parte del mondo, in Argentina, un uomo sta per sposarsi con una ragazza ignara del fatto che potrebbe essere lui il vero Paul Bernardin…
Il film, come dichiarato, s’ispira a fatti realmente accaduti, ovvero al massacro di Nantes, conosciuto come il caso Dupont de Ligonnès dell’aprile 2011, nella regione della Loira atlantica in Francia.
Xavier Dupont de Ligonnès uccise, e seppellì nella loro casa, sua moglie Agnès Dupont de Ligonnès e i loro quattro figli. I corpi furono trovati nel giardino di casa il 21 aprile 2011. Di Xavier Dupont de Ligonnès si sono da allora perse le tracce ed è considerato il principale sospettato del delitto. Su di lui pende un mandato d’arresto internazionale ed è dal 2011 uno degli uomini più ricercati di Francia.
Nel 2019, fu arrestato a Glasgow un uomo che tutti pensavano fosse l’assassino. Ma dopo il test del DNA gli inquirenti si resero conto che non era lui e il mistero sulla sua scomparsa ha continuato ad alimentarsi.
Dichiarazioni del regista
“Il mio approccio alla ricerca dei titoli per i miei film è piuttosto surreale, in un certo senso simile a ‘Cadaveri eccellenti’. Oppure al mio film precedente, Bloody Oranges. Plastic Guns mi suonava bene perché tutti sono tutti un po’ di plastica. I personaggi, il Bernardin sbagliato, il Bernardin vero, gli investigatori, sono tutte persone false.
Quando, rileggendo la sceneggiatura, mi si aprì sulla pagina della scena in cui viene ucciso Zavatta, il “ninja della polizia” dai suoi figli armati di giocattoli, sapevo di aver trovato il mio titolo. Questo è quello che mi piace: mescolare le cose. Quello che non mi piace: mantenere un registro unico o un solo genere. Mi piace che tutto sia teso, anche nella narrazione.
Questo continuo oscillare tra l’assurdo e l’orrore lascia lo spettatore sempre sorpreso ed in bilico tra tragedia e commedia.
La scena in cui Vincent Dedienne e Aymeric Lompret, i due poliziotti completamente fuori dal comune, fanno una chiamata via zoom con i poliziotti danesi e nessuno capisce niente di quello che si stanno dicendo è uno dei momenti assurdi che ho cercato di rendere. Oltre a questo ci sono scene tragiche, con eventi sanguinosi…”.
Umorismo dark
La scena di apertura – esilarante – inquadra due patologi, intenti ad analizzare un cadavere, che parlano delle serie Netflix e di quanta violenza sono costretti a subire gli spettatori.
Intelligente, divertente, assurdo, attraversato da un umorismo dark, Les pistolets en plastique è un invito ad abbandonarsi al suo delirio giocoso che funziona perfettamente dall’inizio alla fine. Ed è il miglior film di chiusura che la Quinzaine potesse scegliere.
Les Pistolets en plastique | Quinzaine des cinéastes (quinzaine-cineastes.fr)