A son image di Thierry De Peretti inizia d’ estate. Antonia si aggira solitaria tra un albergo, un bar al crepuscolo e le spiagge della Corsica, scatta foto sugli scogli a due giovani sposi e all’improvviso la vediamo precipitare giù da un burrone. Antonia si vede morire, distesa sanguinante prima del suo funerale accerchiata da parenti. Da qui inizia il racconto a ritroso della sua vita, narrato dalla voce fuori campo di uno zio.
Antonia ha lunghi capelli biondi indisciplinati, si diverte insieme ai suoi amici a una festa. Impara a usare la macchina fotografica, a sviluppare da sola le pellicole. Scatta foto sempre, anche quando le situazioni non sembrano delle migliori, come tra la folla di gente urlante a una manifestazione popolare.
Antonia, l’immagine della Corsica
Il film del cineasta originario della Corsica, al suo quarto lungometraggio, è uno di quei casi in cui una piccola storia personale si imbatte nella storia universale, o ancora dove una giovane donna diventa il riflesso corporeo di un paese, come lo fu la donna ritratta da Delacroix (La libertà che guida il popolo) per la Francia, o l’Euridice Gusmao di Ainouz per il Brasile. La Storia è di quelle poco raccontate sui libri di scuola, il movimento corso nazionalista degli anni ’80. Non è fare la rivoluzione che interessa ad Antonia, ma solo catturarla con la sua Canon e l’amore per un leader del movimento.
L’arco narrativo copre vent’anni, dagli anni ’80 al 2000. Sono gli anni in cui il regista ha vissuto la sua adolescenza. Questa storia lo riguarda da vicino come mostrava anche nel suo precedente film Una vita violenta (2017). Il passare del tempo condensato in una serie di piani sequenza dei momenti cruciali della vita di Antonia lascia dietro di sé testimonianze visive significative, dal mezzo televisivo, al materiale di archivio, alle fotografie di Antonia.
L’attrice protagonista, Clara-Maria Laredo, che nei tratti ricorda molto l’attrice francese Nadia Tereszkiewicz, è completamente a suo agio nei panni di Antonia, ne incarna alla perfezione lo spirito libero, non trascurando il velo di malinconia che colpisce di tanto in tanto il suo personaggio.
A son Image, January e Metronom: film sui giovani e la libertà
Diversi sono i film in cui i movimenti politici e culturali significativi di un paese si sono riflessi sulle giovani generazioni, chiamate a fare delle scelte. Pensiamo ai recenti January di Viesturss Kairiss, dove un giovane aspirante cineasta si trovava coinvolto nel movimento di indipendenza lettone nel 1991 o Metronom di Alexandru Belc. Qui un gruppo di liceali rumeni si battono contro il regime per difendere la loro passione per la musica pop. In ognuna di queste opere la libertà giovanile che sfocia in espressioni artistiche, in qualche modo è contrastata dalla violenza di un sistema politico repressivo.
Il film, presentato al Festival di Cannes, sarà disponibile su Netflix a settembre 2024.