Il Centro Sperimentale di Cinematografia partecipa alla seconda edizione di Unarchive Found Footage Festival, manifestazione che racconta gli orizzonti cinematografici del riuso creativo delle immagini. L’intento è quello di intercettare nuove e diverse forme espressive al confine tra cinema, videoarte, istallazioni e live performance. Ideato e prodotto dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, e diretto da Alina Marazzi e Marco Bertozzi, il Festival si svolge a Roma dal 28 maggio al 2 giugno 2024.
Politics of Memory – I love you all di Eyal Sivan è uno dei titoli che verrà presentato al festival.
I tre luoghi che ospiteranno la manifestazione saranno il Cinema Intrastevere, l’Alcazar Live e Reale Accademia di Spagna.
La trama, Politics of Memory – I love you all
Il documentario del regista Eyal Sivan racconta la storia di un uomo, nato nella Germania dell’est e cresciuto per essere un vero socialista. Prima studente, poi guardia di confine, infine membro della Stasi, dedica per vent’anni la sua vita a quella che crede sia la costruzione dell’unica società possibile. Solo attraverso il capillare controllo di ogni aspetto della vita quotidiana dei cittadini e la privazione delle loro libertà individuali, sarebbe stato possibile trasformare in realtà la grande utopia socialista. La Stasi, il potente ministero per la sicurezza dello stato, era funzionale proprio a questo.
Il sogno s’infrange quando, dopo la caduta del muro di Berlino, la gente scende in piazza. Viene rivendicato il diritto alla libertà e alla democrazia. Chi fino ad allora aveva rappresentato il potere, si trova improvvisamente senza più un lavoro, un’identità, un ruolo nel mondo. Rifiutati e considerati veri e propri nemici anche dal governo in carica, coloro che avevano fatto parte di quel complicato sistema di controllo, sentono ora di aver vissuto invano. Non possono far altro che assistere, impotenti, al tradimento di tutti gli ideali in cui avevano creduto.
Attraverso immagini d’archivio e il racconto della voce fuori campo del protagonista, ripercorriamo una vicenda personale che è anche collettiva. Entriamo nei palazzi del potere, nelle case della gente comune, assistiamo agli interrogatori dei presunti dissidenti, vediamo madri di famiglia arrestate insieme ai loro figli. Respiriamo le atmosfere attraverso le testimonianze di quei difficili anni.
Dietro i muri del potere
Un documentario per raccontare la violenza e la solitudine del potere attraverso la vita di un uomo. La prima, cieca e arrogante, quando il totalitarismo dello stato invade e perverte ogni aspetto della vita quotidiana. La seconda, disperata, quando di quel potere non restano che macerie.
Il protagonista, funzionario degli apparati di controllo della DDR, si muove sullo sfondo della grande macchina socialista, convinto che il suo ruolo gli permetterà di esser parte attiva nella realizzazione di una delle maggiori utopie politiche e sociali della storia del ventesimo secolo. Immagini e ricordi vengono rivissuti criticamente da un uomo che è stato spettatore della fine di quell’idea di vita e che, idealmente, riavvolge il nastro della sua esistenza, disperatamente, cercando il suo ruolo.
Una ricerca impossibile perché parziale e frammentata, come le sequenze d’archivio che compongono e scandiscono il documentario. Un lavoro eccellente da parte di chi ha partecipato alla realizzazione del film. Le sequenze, inedite, e il montaggio rendono e restituiscono la malinconia del racconto e supportano, perfettamente, la voce, amareggiata e sconfitta del protagonista.