Al termine dell’anteprima europea di Warm Bodies, il nuovo film di Jonathan Levine tratto dall’omonimo romanzo di Isaac Marion, si è svolta la conferenza stampa alla presenza del giovanissimo attore protagonista, il britannico Nicholas Hoult. Gentile e disponibile, molto generoso con le fan che per ore l’hanno atteso davanti al Cinema Adriano a Roma, l’attore, per la prima volta nella città italiana, ha risposto alle numerose domande dei giornalisti presenti in sala. Molti sono stati i tentativi di strappare all’attore un commento “cattivo” su Pattinson e soci. Riportiamo di seguito i passaggi più interessanti:
Come ti sei preparato per questo ruolo, hai visto molti film sul tema degli zombie?
Abbiamo visto ogni film esistente su questo tema! Praticamente ogni cosa avesse “dead” (morto) nel titolo l’abbiamo vista per prepararci, ma poi abbiamo visto anche Edward mani di forbice e film più leggeri. Abbiamo fatto una specie di campo di addestramento zombie, io, gli altri attori e i vari stuntmen, ed era presente anche un membro del Cirque du soleil che ci ha fatto fare esercizi particolari per sperimentare la camminata e la corsa.
Si parla di questo film come di un possibile erede di Twilight, avrà dunque un sequel?
Questo film non è mai stato concepito come parte di una saga, ma oggi dipende tutto dal successo, quindi vedremo. Non credo che ci possa essere un paragone con Twilight, il tono del film è decisamente diverso, qui è più ironico, leggero, lì e più serio e drammatico.
Hai volutamente cercato uno stile di recitazione diverso da quello di Pattinson?
Assolutamente no, ho visto i film solo dopo aver girato questo, e credo siano stati piuttosto bravi, comunque i nostri personaggi sono completamente diversi. Edward cerca in ogni modo di tenere Bella lontana, ha paura di ciò che potrebbe farle se perdesse il controllo, mentre R non vuole lasciare Julie, vuole tenerla accanto a sé e proteggerla. Ho capito che non sarebbe stato un personaggio facile da interpretare ma l’ho voluto fare subito. Recitare con Teresa (Palmer, la coprotagonista interprete di Julie) è stato fantastico, ha una grandissima energia e mi ha aiutato molto.
Hai interpretato anche il ruolo della Bestia negli X-men, un personaggio all’apparenza mostruoso come lo zombie di questo film, quale credi che sia il messaggio che viene fuori?
Io non li definirei mostri, li definirei outsider, all’apparenza sembrano pericolosi e cattivi, in realtà vogliono solo essere accettati, comunicare con gli altri. Il messaggio del film è totalmente positivo, perché nonostante ciò che R fa all’inizio del film, nonostante sia una creatura potenzialmente letale, Julie si avvicina a lui, lo perdona e lo accetta. Alla fine l’amore vince su tutto, soprattutto sulle differenze.
Emiliano Longobardi