Savanna and the Mountain (A savana e a montanha) é stato presentato al Festival dei diritti umani di Lugano. Terzo lungometraggio del regista portoghese Paulo Carneiro, è una storia di lotta e resistenza a metà tra documentario e fiction. Savanna and the Mountain é stato anche in concorso al festival di Cannes nella sezione parallela della Quinzaine des Cinéastes, riservata a espressioni cinematografiche peculiari provenienti da tutto il mondo.
Savanna and the Mountain: un ibrido tra fiction e documentario
Paulo Carneiro racconta le vicende di Covas do Barroso, un villaggio sperduto tra le montagne del nord del Portogallo. Presto i pochi abitanti del piccolo paese si ritrovano a fare i conti con la Savannah Resources, una grande multinazionale inglese che vuole sfruttare l’immensa disponibilità di litio di quei territori per dare il via a un business capitalista. Il villaggio inizia allora una rivolta segreta ma bene organizzata, in cui tutti si coalizzano per fermare l’invasione della compagnia inglese con agguati e rapimenti.
Savanna and the Mountain é un interessante ibrido tra fiction e documentario. Perché é una ricostruzione delle vicende che sono realmente accadute a Covas do Barroso, in cui i veri abitanti del villaggio re-interpretano se stessi e il loro passato recente. A partire dal 2016, infatti, la compagnia Savannah Resources ha iniziato la pianificazione per rendere questa zona rurale e montuosa. La più grande miniera di litio a cielo aperto di tutta Europa.
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Fin dall’inizio, gli abitanti dichiarano la loro ferma opposizione: un progetto del genere comporta infatti un radicale sconvolgimento del paesaggio e ha conseguenze disastrose anche sulla vita di chi lo abita. É cosi, dunque, che si apre lo scontro che anche il titolo preannuncia, quello tra la Savannah Resources e le montagne – e chi le abita.
Problemi di ritmo per una battaglia ancora in atto
Savanna and the Mountain é un’operazione molto interessante nel suo tentativo di mescolare il documentario e la fiction, ma rischia di perdersi in un ritmo eccessivamente lento e dilatato. Il passare delle stagioni scandisce le tappe dell’organizzazione della resistenza di Covas do Barroso, ma in un tempo che si allunga in modo smisurato fino a rischiare di fare perdere il filo allo spettatore.
Nonostante ciò, il film presenta alcuni punti di interesse, a partire dall’originalità della narrazione. il documentario di inchiesta sociale é tinto infatti di espedienti ed elementi stilistici propri della tradizione del cinema western, per la musica, la colorazione e la scansione temporale del racconto. A livello narrativo, é evidente anche l’identificazione di un nemico collettivo e comune contro cui tutta la popolazione del villaggio si ritrova a lottare: la grande multinazionale britannica che, non a caso, viene associata alla “mafia del litio”.
Il grande merito di Paulo Carneiro é sicuramente quello di avere cercato di portare all’attenzione collettiva la realtà di una lotta resistente che é ancora in atto oggi. E che non potrà affermarsi se non grazie al sostegno collettivo e a una grande risonanza mediale.