Chien de la casse è il primo lavoro del regista francese Jean-Baptiste Durand, che gli ha valso, ai Premi César 2024, 7 nomination di cui 2 riconoscimenti: “Miglior opera prima” e “Miglior attore esordiente”.
Acclamato da pubblico e critica, Chien de la casse sancisce la nascita di un cineasta di talento. Il film ha ottenuto il riconoscimento “Film della Critica” del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) con questa motivazione: “Un’opera d’esordio aspra e sapiente, piccolo gioiello di scrittura e direzione di giovani attori. Un coming of age ambientato nel sud della Francia, dove adolescenti abbandonati ai loro necessari tormenti cercano, attraverso l’amicizia e l’amore, un posto nella vita”.
A settimane di distanza dal trailer, è stata appena pubblicata una prima clip del film, in uscita nelle sale italiane il 23 maggio.
‘Chien de la casse’: sinossi
Dog e Mirales, due inseparabili amici d’infanzia, vivono in un piccolo villaggio del Sud della Francia. Trascorrono la maggior parte del tempo a girovagare per le vie del borgo. Mirales, per ammazzare il tempo, prende spesso in giro Dog, forse più del dovuto. Quell’autunno, Dog incontra Elsa con la quale vive una storia d’amore. La distanza che si instaura tra i due ragazzi gli permetterà di crescere e finalmente trovare il loro posto.
Chien de la casse è una commedia drammatica di formazione, un’opera prima intrisa di poesia di strada che mostra in maniera pungente e feroce, e allo stesso tempo delicata e calorosa, una sonnolente realtà di provincia, dove giovani uomini lottano contro i vincoli della mascolinità che gli impedisce di rivelarsi a pieno in tutte le loro vulnerabilità.
Nel cast: Anthony Bajon, Raphaël Quenard (rivelazione ai César 2024) e Galatea Bellugi (Gloria!)
Le dichiarazioni del regista
Il punto di partenza di Chien de la casse, secondo Jean-Baptiste Durand:
“Sono cresciuto in un villaggio nel sud della Francia (Montpeyroux – accanto a Le Pouget dove è stato girato il film), circondato da amici e le mie passioni erano il calcio, il rap e il disegno. Quando mi hanno ammesso alla Scuola des Beaux-Arts di Montpellier, istintivamente ho iniziato col disegnare i miei amici. Per colmare un vero vuoto di rappresentazione, perché avevo la sensazione che se da una parte potevamo identificarci un po’ con i film di “banlieue” (quartieri difficili di periferia), non ci rivedevamo affatto nei film ambientati in campagna, che invece descrivevano un mondo contadino di un’epoca ormai passata“.
“Più tardi, quando ho iniziato a fare film, mi è sembrato naturale raccontare la storia di giovani periurbani che girovagano insieme, ascoltano musica, giocano a calcio, bevono alcool, si fanno le canne e fanno a botte, e che trovano nelle panchine della piazza e nei campi di calcio gli unici spazi di espressione. I miei primi cortometraggi evocano quindi questa gioventù e descrivono questi rapporti molto particolari tra i giovani che si creano in un villaggio: una sorta di fraternità, di appartenenza ad un clan, al tempo stesso forte e violenta, con un rapporto molto forte con la fedeltà. Il venait de Roumanie, il mio primo corto, è quasi diventato una lettera di intenti per il mio primo lungometraggio…”