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‘Limonov – The Ballad’: inafferrabile visione!

Le tappe della caleidoscopica esistenza del dissidente poeta underground sovietico

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Cannes 76° ha accolto una sfida quasi impossibile: quella che il regista russo Kirill Serebrennikov ha deciso di intraprendere. Attraversare una figura letteraria, umana e politica estremamente controversa e stratificata come quella di Eduard Limonov.

Il film è al cinema dal 5 Settembre con Vision Distribution.

Limonov il trailer dell’atteso film su Eduard Limonov

Patria, rivoluzione, gloria, tempo, guerra, destino

Queste, le tappe che scandiscono Limonov – The Ballad nella dissoluzione e ricomposizione della vita di Eddie. Nato in Ucraina nel 1943, cresciuto nella baraccopoli di Charkov (la vecchia Charkiv), vaga in giro per il mondo (tra Stati Uniti ed Europa) e nella storia (dagli anni ’70 al 2000), in fuga dall’isolamento esistenziale-culturale del Comunismo e da se stesso, preda del caos, di un temperamento votato all’assoluto.

Tra autodistruzione, sesso e amore appassionati, lucida consapevolezza dell’orrore e del no sense del Capitalismo, incarnato in una New York disvelatrice del proprio dorato e spietato inganno. Eddie vaga come uno zombie tra gli ultimi, scarti umani di una città putrefatta, abbracciandoli fino ad ‘arrendersi’ in una morte metaforica. Lavora come maggiordomo, diventando di fatto un servo del Capitale per successivamente approdare in Francia, dove i suoi scritti vengono pubblicati.

Torna in Russia nel 1991 dopo la caduta del Comunismo e fonda il giornale Limonka e il Partito Nazional Bolscevico. Accusato di cospirazione, tra il 2001 e il 2003 sconta due anni di prigione. Muore nel 2020 a 77 anni.

La ballata

Limonov – The Ballad ha il suo passepartout: l’omonimo romanzo di Emmanuel Carrère. La genesi del progetto ne è lampante dimostrazione: Saverio Costanzo avrebbe dovuto dirigerlo, ma ha rinunciato ed è subentrato Pawel Pawlikowski che ha realizzato la sceneggiatura. La stessa è stata la base del lavoro di regia di Serebrennikov, dopo che il regista polacco non se l’è sentita di prendere le redini, incapace di approcciare con piena empatia un vero antieroe dei nostri tempi.

Da Russo e da giovane pentito sostenitore di Limonov, e con il suo cinema visionario, mai statico, l’autoctono Kirill Serebrennikov meglio di chiunque altro poteva rilasciare dentro una creazione artistica tutto ciò che aveva assorbito in veste di cittadino e, successivamente alla guerra in Ucraina, come esule russo in Germania.

Un magma interiore in continua tensione

Dentro Limonov – The Balland passato e presente comunicano tra loro con continui rimandi. Le improvvise impennate, cadute, vuoti, eccessi di un ego sempre autoreferenziale, vengono stilizzati in una forma filmica che tenta in tutti i modi di afferrare quel magma, di trattenerlo, di decodificarlo. Il visionario si sovrappone al visivo con delle intuizioni che a prima vista raggiungono l’obiettivo restando, però, sempre in superficie.  Le ellissi superano il senso, la sua sostanza.

I canali, incompiuti, di questo manierismo capace di raccogliere solo estremi frammenti sparpagliati, sono in primis una musica che prende spazio, ha personalità. Riuscendo anche farci digerire l’ennesima Walk on the Wild Side di Lou Reed. Il ritmo di questa ballata ci riconnette al passato e al presente con l’indimenticabile basso elettrico di Massimo Pupillo che ha curato la colonna sonora originale del film.

Una grafica irruente, invadente, marchia temporalmente i capitoli e gli stessi avvenimenti. Una macchina da presa con continui cambi di passo, di sguardo, segue senza sosta il protagonista Ben Whishaw, coraggioso nel caricarsi addosso un personaggio davvero insidioso. La bellezza ammaliante, indipendente e sinuosa di Viktorija Mirošničenko incarna l’amore folle che Limonov nutriva per la sua prima moglie Elena Ščapova.

Infine, il cameo di Emmanuel Carrère al quale Kirill Serebrennikov consegna il suo antieroe nella scissione tra realtà e finzione: ispirazione e guida dell’adattamento Limonov – The Balland.

Per approfondire ascoltate il podcast Film Festival dedicato alla 77° edizione del Festival di Cannes:

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