Animale/ Umano, opera prima di Alessandro Pugno , è un dramma intenso e provocatorio, un viaggio sensoriale nel dolore e nel rapporto con la morte, sempre intenti a danzare, come il torero col toro, nella corrida della vita.
Al cinema dall’11 luglio con Draka.
Animale/ Umano La trama
Matteo (Guillermo Bedward) vuole diventare torero sin da bambino. Cresciuto nel Nord d’Italia tra le bare e la malattia della madre, si è trasferito in Spagna per studiare a una prestigiosa scuola di tauromachia. Il suo malsano rapporto con la morte ed il suo carattere rischiano di compromettere la realizzazione del suo sogno: morire con onore nell’arena.
In Andalusia, il vitello Fandango rischia di pagare il peccato paterno di essere considerato un toro codardo. Salvato solo dall’amore del suo allevatore, che vede nel vitello il coraggio della madre e del nonno, cresce nascosto dagli occhi del proprietario per diventare un toro da corrida.
I mondi dei due protagonisti sono distanti, eppure intrecciati dal destino di doversi incontrare un giorno nell’arena, tra la sabbia e l’eccitazione degli spettatori, per dare vita ad una danza di morte.

Un viaggio di crescita
Il film utilizza in maniera intelligente la divisione in capitoli della storia. Nei titoli di testa, il titolo viene scomposto nelle due parole principali: Animale e Umano. Accanto a queste, appaiono tre definizioni legate ad ognuna di esse. Queste definizioni saranno i titoli dei sei capitoli della pellicola, alternandosi tra l’umano, la storia di Matteo, e l’animale, la storia di Fandango. Il settimo capitolo, l’incontro delle trame dei due protagonisti, avrà il titolo del film: Animale/Umano. In questo modo, il regista rende più fruibile la storia, permettendo di meglio capire e assimilare i due mondi in cui i protagonisti si muovono, accentuando il netto contrasto tra l’esperienza umana della collegialità e quella animale della vita in una fattoria.

Due storie, due stili
Le due storie hanno un trattamento stilistico differente. Se la storia di Matteo è pura fiction, quella di Fandango può essere considerata un documentario, legato alla impossibilità di controllare totalmente l’animale. È lo stesso regista a spiegare come si sia reso necessario seguire il vitello, abbandonato dalla madre e seguito dalla crew a distanza. Questa osservazione ha portato ad adattare la sceneggiatura, finalista al premio Solinas 2015, di conseguenza alle azioni e all’evoluzione dello stesso Fandango.
“Il film non cerca mai di antropomorfizzare l’animale. A me interessava far captare cosa può sentire nel rispetto della distanza. Abbiamo cercato di raggiungere questo obiettivo attraverso la sceneggiatura, dando una storia all’animale. Il passo successivo è stato quello di legare le fasi più importanti nella sua vita con quelle dell’uomo (svezzamento, lotta per la sopravvivenza, paura). Tutte le scene sono state scritte, cambia solo il dispositivo”.
Alessandro Pugno, intervistato al BFF 42
Sulla linea di Challengers
Con le dovute proporzioni, Animale/Umano può essere considerato un film sullo stile di Challengers di Luca Guadagnino. Una pellicola dove lo sport non è protagonista, ma metafora per un’esplorazione cruda sull’essere umano. Un’opera che non narra soltanto, ma prova a scuotere e provocare lo spettatore, facendolo calare nelle tragedie che avvolgono i mondi dei protagonisti. In attesa di vedere la pellicola in sala, vi lasciamo con il trailer e l’intervista col regista.