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I migliori biopic su Netflix: 12 titoli da recuperare

Una lista dei 12 migliori biopic su Netflix, tra capolavori riconosciuti e perle nascoste

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bafta 2023 vincitori

Quante volte ci è stata posta la domanda: “Se potessi scegliere di vivere la vita di un personaggi famoso, chi sceglieresti?” Magari un cantante, un attore, un’icona dello spettacolo, qualcuno che ha cambiato il corso della Storia, ma anche atleti o personalità dalle menti geniali. Siamo interessati a scoprire le vite di queste figure tanto intriganti quanto complesse. E così il biopic (biographical picture) riesce in questa operazione, mostrando allo spettatore luci e ombre dei personaggi che più lo incuriosiscono.

Biopic: odi et amo

Nonostante l’ampia diffusione, il biopic viene spesso letto come sinonimo di scarsa inventiva e come il tentativo di strumentalizzare le vite dei personaggi famosi per ottenere incassi sicuri al botteghino.

In realtà, a fare la differenza tra una storia e l’altra, non è la vicenda in sé, ma il modo originale o meno in cui viene raccontata. Il biopic è divenuto così una vera e propria tendenza negli ultimi vent’anni, spingendo un numero sempre maggiore di autori e registi a trasporre sullo schermo le vite delle celebrità.

In occasione dell’uscita di Sei nell’anima, il biopic su Gianna Nannini, ecco una lista dei 12 migliori biopic disponibili su Netflix.

A ritmo di musica

Elvis – Baz Luhrmann (2022)

bafta 2023 vincitori

Austin Butler (ELvis Presley) in Elvis

Il film di Baz Luhrmann rende omaggio al re del rock, mostrandone la vita fatta di alti e bassi, di successi ed eccessi. La pellicola racconta la carriera della star e il complesso rapporto tra il cantante e il proprio manager Colonnello Tom Parker (Tom Hanks). Austin Butler nel ruolo di Elvis Presley regala al pubblico una performance incredibile, degna di essere ricordata.

Fabrizio De Andrè – Principe Libero – Luca Facchini (2018)

FAbrizo de André-Principe libero

Luca Marinelli (Fabrizio De Andrè) in Fabrizio De Andrè – Principe Libero

Luca Marinelli è Faber nel film che racconta la storia di uno dei più grandi cantautori italiani. Partendo dall’adolescenza tra i caruggi di Genova, si ripercorre la vita di De André, le sue amicizie e i suoi amori. Il film è stato distribuito in sala come evento speciale il 23 e 24 gennaio 2018, per poi essere trasformato in miniserie sulla Rai. Ora disponibile su Netflix come film diviso in due parti.

Mixed by Erry – Sydney Sibilia (2023)

Mixed by Erry

da sx: Emanuele Palumbo (Angelo Frattasio), Luigi d’Oriano (Enrico Frattasio) e Giuseppe Arena (Giuseppe Frattasio) in Mixed by Erry

Lo stile anticonvenzionale e ironico di Sydney Sibilia è perfetto per raccontare la storia dei fratelli Frattasio. Così come il precedente film L’incredibile storia dell’Isola delle Rose , Sibilia traspone sullo schermo una vicenda tanto vera quanto assurda. Negli anni ’80, i tre fratelli Peppe, Enrico e Angelo creano un’attività, e successivamente un impero, grazie alla vendita di musicassette contraffatte. Tutto nasce dal sogno di Enrico, mediano dei tre fratelli, di diventare DJ e raggiungere la fama. Per certi versi ci è riuscito.

Icone maledette

Maria Antonietta – Sofia Coppola (2006)

la regina Maria Antonietta

Kirsten Dunst (Maria Antonietta) in Marie Antoinette

Il film di Sofia Coppola propone una visione pop della celebre regnante francese. Kirsten Dunst è Maria Antonietta, una giovane ragazza austriaca che si ritrova a vivere nell’immensa reggia di Versailles, in seguito al matrimonio con Luigi XVI, il futuro re di Francia. Una donna che, prematuramente, viene gettata, sola, in un contesto claustrofobico che non le appartiene. Maria Antonietta non rappresenta solo una regina, ma incarna il dolore e il disagio di molte giovani ragazze, alla ricerca costante del proprio posto nel mondo.

Blonde – Andrew Dominik (2022)

blonde

Ana de Armas (Norma Jeane) in Blonde

Rappresentare Marilyn Monroe al cinema è sempre un’impresa titanica. Ana de Armas interpreta in maniera convincente l’icona femminile più celebre e complessa del Novecento, morta a soli 36 anni. Il regista e sceneggiatore Andrew Dominik si ispira, seppur liberamente, all’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates del 1999. Blonde ha spezzato in due la critica, o lo si ama o lo si odia. Un film talmente divisivo che merita di essere guardato.

La Favorita – Yorgos Lanthimos (2018)

La Favorita

Olivia Colman (regina Anna) in La favorita

Yorgos Lanthimos rilegge la storia della Regina Anna, prendendone spunto per raccontare cosa si è disposti a fare per raggiungere il potere. Nell’Inghilterra del 1700, due giovani si contendono i favori della regina, una donna con problemi di salute mentale interpretata da una meravigliosa Olivia Colman. Il film ha ricevuto 10 candidature agli Oscar, aggiudicandosi solo quella per migliore attrice protagonista.

Geni ribelli

A beautiful mind – Ron Howard (2002)

beautiful mind

Russel Crowe (John Nash) in A Beautiful Mind

Il film, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Sylvia Nasar, racconta la storia del matematico rivoluzionario John Forbes Nash Jr. Vincitore dell’Oscar 2002 per il miglior film, la pellicola si concentra sul genio e sulla follia del protagonista, interpretato da Russel Crowe. Il rigore biografico e l’estrema fedeltà alla realtà vengono sospesi per far spazio ad una visione più romantica della storia, che permette allo spettatore di empatizzare maggiormente con Nash Jr.

Mank – David Fincher (2021)

gary oldman

Gary Oldman (Herman J. Mankiewicz) in Mank

La myse en abym del biopic. Si racconta infatti la storia di Herman J. Mankiewicz, alle prese con la sceneggiatura di Quarto Potere (1941), il capolavoro di Orson Welles liberamente ispirato alla vita del colosso industriale William Randolph Hearst, tra le figure più importanti nell’America degli anni ’40. La pellicola si concentra sulla figura di Mankiewicz, interpretato da Gary Oldman. Uno sceneggiatore squattrinato e malvisto che combatte contro le major e contro i propri vizi (alcolismo in primis) sullo sfondo della Hollywood anni ’30 e ‘40. David Fincher dirige il film mancato del padre, prendendo in mano la sceneggiatura di Jack Fincher, venuto a mancare nel 2003.

Fortapàsc – Marco Risi (2008)

Fortàpasc Giancarlo Siani

Libero de Rienzo (Giancarlo Siani) in Fortàpasc

Il film racconta gli ultimi 4 mesi della breve vita di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra nel 1985, a soli 26 anni. I suoi articoli e le sue inchieste denunciavano un sistema corrotto e una politica sempre più invischiata in affari criminali. Il titolo del film, Fortapàsc, è la storpiatura del termine western Fort Apache che rimanda all’intrusione della malavita nella collettività. Una pellicola, fortemente impegnata, che vuole essere una critica sociale, al pari dei film di Francesco Rosi, ma con un barlume di speranza.

Storie di Storia

El conde –  Pablo Larrain (2023)

El Conde

Jaime Vadell (Augusto Pinochet) in El Conde

Pablo Larrain, regista del film, si è fatto le ossa con i biopic (Jackie, Spencer, Neruda). Qui, sceglie una via anticonvenzionale e bizzarra per raccontare la storia del dittatore cileno Augusto Pinochet. Questi è infatti un vampiro, affamato di sangue e potere e rappresenta il Male, che sopravvive immutabile nel tempo. Un biopic atipico che si discosta dal racconto tradizionale per abbracciare una poetica e una visione autoriale.

Il pianista – Roman Polanski (2002)

Adrien Brody (Władysław Szpilman) in Il pianista

Il film che ha consacrato Adrien Brody. Qui, interpreta Władysław Władek Szpilman, il pianista polacco di origine ebraica che fu costretto a fuggire e nascondersi dai nazisti in seguito all’occupazione di Varsavia durante la seconda guerra mondiale. Roman Polanski dirige un capolavoro sull’Olocausto, mostrando le atrocità della guerra e la dura vita nel Ghetto, costantemente a contatto con la fame e la morte. Polanski mette in scena l’orrore e la disumanizzazione in un film che non lascia luce né speranza.

Il processo ai Chicago 7 – Aaron Sorkin (2020)

Un biopic corale che racconta il famoso e controverso processo ad un gruppo di attivisti, durante la convention del Partito Democratico nel 1968. I sette (in realtà otto) vengono accusati di associazione a delinquere e incolpati di aver incitato alla rivolta. Tutti provenienti da diversi gruppi politici, ma accomunati dall’odio per la guerra in Vietnam e dal fatto di essere diventati i capri espiatori in un processo assai dibattuto. La regia di Aaron Sorkin intrattiene e riesce a strappare qualche sorriso, senza però allontanarsi dalla tragicità delle vicende raccontate.

Ciao! io sono Pietro e qui puoi trovare tutti i miei articoli.

I 12 migliori biopic su Netflix