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‘Oltre il confine’ di Emiliano Ferrera, la recensione

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Oltre il confine è un film di Emiliano Ferrera, presentato in anteprima nazionale presso la sala Uci Cinemas a Roma il 10 maggio. Per gli amanti del western, il regista italiano offre una vera e propria boccata d’ossigeno, combinando sapientemente tradizione e modernità, come testimoniano i tre episodi nei quali la pellicola si suddivide. I primi due, in realtà, non sono nuovi al pubblico – Redemption e Black Town -, mentre il terzo – Appuntamento a White Buffalo – chiude questa mini-trilogia di 103 minuti.

Ferrera e Luce Cardinale in Oltre il confine

Oltre il confine, sinossi dei capitoli

Primo episodio, Redemption: Susan, una fragile donna venduta dal padre ad un uomo malvagio, viene incolpata di omicidio ai danni di quest’ultimo.

Secondo episodio, Black Town: una donna controlla l’intera città di Black Town, complice la propria nomea di potente e malvagia strega. Questa volta, però, un uomo dovrà affrontarla per salvare un dolce fanciulla in pericolo.

Terzo episodio, Appuntamento a White Buffalo: uno stanco sceriffo vicino alla pensione e la sua inesperta vice, bisognosa delle costose medicine per la propria madre, inseguono uno spietato e pericoloso criminale.

Il cast e la donna nell’universo cinematografico di Ferrera

Quando si parla di Oltre il confine, due delle prime questioni da affrontare sono sceneggiatura e casting. Ritornando al mix di tradizione e modernità citato prima, la classica atmosfera western è presente in ogni momento. Azioni, dialoghi ed espressioni sono figlie di un’epoca priva di scrupoli, fin troppo esigente per caratteri arrendevoli o superficiali.

Yassmin Pucci in Oltre il confine

Ma è in questo contesto che Ferrera decide di andare controcorrente, elaborando delle gerarchie anacronistiche, ma estremamente funzionali. In ogni episodio, infatti, la figura femminile non si limita a pareggiare lo spessore della controparte maschile, bensì diventa trainante per la trama delle tre vicende narrate. Questa scelta, inevitabilmente, ci porta alla seconda considerazione: il casting.

In Redemption, l’emotività di Nora Luis arriva dritta al cuore dello spettatore, così come il fascino indiano di Simona Lavinia Mancini. Black Town, d’altronde, regala una Yassmin Pucci crudelmente formidabile, due occhi magnetici e – per l’appunto – stregati dal potere che la donna ha sui suoi scagnozzi. Degna di nota anche l’interpretazione di Luce Cardinale, scelta azzeccatissima per la purezza del personaggio, quasi a voler creare un contrasto con l’iconica malvagità della stessa Pucci.

Si conclude con Appuntamento a White Buffalo, dove troviamo Giulia Morgani, camaleontica ed estremamente scaltra in un’evoluzione dai tratti quasi “noir”, durante l’episodio finale. Dulcis in fundo, Emiliano Ferrera dimostra la propria duttilità durante tutti e tre gli episodi, sia come regista che come attore, assieme ad un’intramontabile Stefano Jacurti e un ottimo Valerio Rota Vega.

Musiche e ambientazioni in Oltre il confine

Le colonne sonore rispecchiano passo dopo passo il ritmo serrato e drammatico delle storie, sia in Redemption – composizioni di Alessandro Giordano – che in Black Town e Appuntamento a White Buffalo – musiche di Klaus Veri. Le ambientazioni, ovviamente, rimangono un fiore all’occhiello del western all’italiana, grazie a delle riprese profonde e spettacolari delle terre abruzzesi, co-protagoniste assolute assieme al cast.

In conclusione, Oltre il confine conferma un feeling eterno e sempre verde tra il grande schermo italiano e l’anima western. Passione e cura per i dettagli fanno di Ferrera un cineasta che predilige l’autenticità delle proprie idee, riuscendo, comunque, ad organizzare in maniera corale ogni risorsa in suo possesso, sia a livello umano che tecnico.

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