On The Go è un film del 2023 di Júlia de Castro e Maria Gisèle Royo, in concorso al Bellaria Film Festival per il Premio Casa Rossa internazionale. Il lungometraggio spagnolo si inserisce nella lista dei sei film in gara, insieme a Dreaming & Dying di Nelson Yeo (Singapore), Animal di Sofia Exarchou (Grecia), Spirit of Ecstasy di Héléna Klotz (Francia) e Arthur & Diana di Sara Summa (Germania). Per ultimo ci sarà anche Sleep with Your Eyes Open di Nele Wohlatz, presentato da poco al Festival di Berlino.
Per la sezione nazionale, invece, troviamo Quell’estate con Irène di Carlo Sironi, Animale/Umano di Alessandro Pugno. Alla selezione si uniscono anche Gli oceani sono i veri continenti di Tommaso Santambrogio, Patagonia di Simone Bozzelli e Rossosperanza di Annarita Zambrano.
On The Go, la sinossi
Milagros (trentasette anni) protrae fino agli ultimi anni di fertilità una giovinezza spensierata, mentre Jonathan (ventiquattro anni) cerca sollievo dalla propria sindrome dell’abbandono su Grindr. Milagros è in cerca di sperma. Jonathan di vie di fuga. Un road movie delirante, girato interamente in 16mm, pieno di musica, in cui una misteriosa sirena con corona magica indica la rotta.
On the go
La recensione
Amicizia, famiglia, amore. Attorno a questi tre elementi, de Castro e Royo mettono le basi per una storia camaleontica, capace di passare dalla spensieratezza delle azioni, fino alla profondità dei sentimenti. Seppur liberamente ispirata a Corridas de alegria di Gonzalo García Pelayo (1982), la modernità di On the go è disarmante, specchio di una generazione in costante movimento, ma perseguitata da dubbi, desideri e tanta, tantissima fragilità. In tal senso, le vibrazioni provenienti dall’universo di Pedro Almodóvar sono inconfondibili, oltre a un’Andalusia romantica e selvaggia, co-protagonista indiscussa della storia, enfatizzata in maniera eccezionale dal formato 16mm.
In poche parole, On the go è viaggio emozionante attraverso le complessità dell’essere umano, una lotta continua con le proprie sfide e aspirazioni. Julia de Castro e Maria Gisèle Royo catturano bellezza e disperazione della vita quotidiana, con intimità e coinvolgimento nei cuori di persone comuni. Degne di nota anche le performance del cast, autentico e commovente in ogni singola inquadratura.
Le biografie di Julia de Castro e Maria Gisèle Royo
María Gisèle Royo è regista, produttrice e montatrice di documentari. Ha conseguito un MFA in media arts production presso il CCNY, come borsista Fulbright. È residente artistica presso l’Accademia di Spagna a Roma. Ha diretto i documentari: Rediscovering Pape (2009), vincitore di uno Student Oscar e di un Emmy, Education without Borders (2019) e La Invisible (2021, selezionato dall’UNHCR Refugee Forum e da Directed by Women Spain). Lavora come docente e consulente di cinema presso il Catalyst Institute for Creative Arts and Technology di Berlino.
Julia de Castro è un’artista multidisciplinare. Ha studiato storia dell’arte, recitazione e violino a livello universitario. Dopo una residenza artistica all’Accademia spagnola di Roma, ha pubblicato il libro La retorica delle puttane (2019). Ha inciso due album con il progetto musicale De la Puríssima e pubblicato il disco solista La Historiadora (2020). Ha recitato in più di quindici pièce teatrali e in molti film, tra cui Der Geldkomplex (2015, sezione Panorama, Berlinale) Anatomía de una Criminal (2015). Nel 2020 è stata finalista al premio Valle Inclán come migliore attrice. Nel 2023 ha partecipato al film Teresa di Paula Ortiz e alla serie Poquita Fe. Conduce una trasmissione radiofonica su Radio3.