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Ecco i vincitori del 25° Jeonju International Film Festival

Si è chiusa l’edizione del 2024 del festival più coraggioso della Corea del Sud, con la proclamazione dei 16 vincitori

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Trionfano le storie umane e di giovani, anche di registi giovani, al 25° Jeonju International Film Festival, che ha consegnato proprio ieri i 16 premi in programma.

La kermesse si chiude ufficialmente il 10 maggio con il film Matt and Mara di Kazik Radwansky, già proiettato alla Berlinale.

Il festival quest’anno ha riservato numerose sorprese, a cominciare dall’allestimento di un cinema e un pop up store ad accogliere la casa Pixar e le novità di Inside Out 2.

Ospite d’onore di questa edizione è stato Tsai Ming-liang che per la prima volta ha proiettato la serie Walker, realizzata nel corso di dieci anni con il suo attore feticcio Lee Kang-sheng. A questo, il festival ha fatto seguire una pubblicazione corredata degli schizzi e degli storyboard del regista, e in seno al festival anche una piccola performance avviata da Lee stesso.

Tsai Ming Liang

Tsai Ming Liang durante la Master Class

Ma il coraggio del festival di Jeonju si è mostrato soprattutto nell’aver dedicato una intera sezione di sei film al Naufragio del Sewol, per cui occorre il 10° anniversario. Una pagina nera e ancora irrisolta della storia coreana.

I vincitori del 25° Jeonju International Film Festival, sezioni competitive

Nella sezione competitiva internazionale la giovanissima Ingrid Pokropek ha ricevuto il Grand Prize per il suo film The Major Tones, la storia di una quattordicenne che dalla placca di metallo del suo braccio reduce di un incidente, inizia a ricevere un messaggio in codice. Il film era già stato alla Berlinale di quest’anno. Cu Li Never Cries, del vietnamita Phạm Ngọc Lân si porta a casa il Premio come Miglior Film, mentre Junkyard Dog di Jean-Baptiste Durand vince il Premio della Giuria, dopo aver già ricevuto una promettente conferma quest’anno ai César come Opera Prima.

Tra i film coreani, il più premiato è stato senz’altro Time to Be Strong, di Namkoong Sun: conquista il Grand Prize, il Watcha’s Pick e il premio alla Miglior Interpretazione per la protagonista Choi Seung-eun (My name is Loh Kiwan, Start up). Il film racconta di tre giovani idol ritirati dalle scene che tentano di recuperare gli anni della giovinezza persi, pur affrontando le conseguenze e il peso degli anni di vita pubblica. Segue con un secondo riconoscimento per l’interpretazione, Na Ae-jin per il ruolo nel film Silver Apricot.

Il CGV Award è stato conferito ad una toccante storia al femminile, Sister Yujeong diChung Hae-il. Qui una sorella maggiore fa di tutto per difendere l’innocenza della più piccola. Il supporto alla distribuzione è assegnato ad un documentario strepitoso, frutto di un viaggio personale di enorme coraggio, Blanket Wearer di Park Jeongmi. E infine, la Menzione Speciale assegnata all’’opera prima di Kim Yiso, A Chronicle in Spirals.

Sister Yujeong

Un’immagine dal film ‘Sister Yujeong’

I vincitori del 25° Jeonju International Film Festival, sezioni non competitive

Seguono poi i vincitori del 25° Jeonju International Film Festival per le sezioni non competitive: il NETPAC Award per i film asiatici, conquistato da Punch Drunk, regia di Adel Tabrizi. Il tradizionale premio della Cineteca Nacional México Award per un film coreano è andato alla coppia Kim Solhae e Lee Dojin con il film Deprivation: una toccante opera di fiction sul tema della FIV e di una maternità negata. Il Premio J Vision, sempre dedicato ad un film coreano, è stato vinto da Oh Jaewook per il suo Unspoken. Mentre il lavoro di grande impatto VOICES di Jee Hye-won è Miglior Documentario: un tocco femminile per un trauma, quello dell’insurrezione del 3 aprile 1948 seguita dal Massacro di Jeju, raccontato dalle voci delle donne, appunto.

Segui gli aggiornamenti a questo link per approfondire i film premiati.

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