Su Raiplay, Nibali,documentario Rai sulla storia di uno dei più importanti ciclisti italiani. Attraverso le parole di parenti, amici e allenatori viene delineata la storia di un campione. Partito da Messina fino alla vittoria del Tour de France, Vincenzo Nibali ha collezionato una serie di vittorie fondamentali che gli hanno permesso di entrare nella storia di questo sport.
Tanti sacrifici, tante rinunce, alla ricerca della vittoria finale. La bici come simbolo di libertà e spensieratezza ma anche come mezzo di rivalsa e coraggio. Una storia incredibile del ciclista italiano, forse, più forte di sempre.
Una storia su due ruote
Vincenzo Nibali nasce a Messina il 14 novembre 1984 e inizia sin da piccolo ad utilizzare la bici con il fratello e il padre. Da subito pedala più forte degli altri. Non si ferma mai. Lui stesso, racconta di essere stato un bambino vivace ed esuberante. Da subito in simbiosi con la sua bicicletta. Da “Enzareddu” a “La pulce dei Pirenei” sino ad essere “Lo squalo dello stretto”.
Inizia a correre per le strade di Messina, vince e si fa notare. Viene subito etichettato come bambino prodigio dal futuro radioso. La svolta per la sua carriera arriva a Siena dove vince un importante titolo juniores e ottiene il primo contratto da semi – professionista.
Da lì, non si fermerà più. 54 successi in carriera tra cui 14 vittorie di tappa tra Giro D’Italia(7), Vuelta (1) e Tour de France (6), rimanendo uno dei sette ciclisti ad aver conquistato almeno un’edizione dei tre Grandi Giri.
Ho raccolto davvero tantissimo nella mia carriera. Qui, a Messina, è iniziata la mia storia, con le prime corse in Sicilia, che poi ho lasciato a quindici anni. Ho dato tantissimo al ciclismo e forse è arrivato il momento di restituire quello che ho sottratto alla famiglia, agli amici, a tutto quello che ho sacrificato per le due ruote.
Queste le sue parole per annunciare il definitivo ritiro dal ciclismo.
L’ultimo giro
Il documentario evidenzia, sin dalle prime immagini, l’importanza per il ciclista italiano della sua famiglia. Genitori, fratello, cugini, moglie sono state persone fondamentali nella vita di Nibali. Salvatore Nibali, padre di Vincenzo, è sempre stato il primo sostenitore del figlio. La moglie, invece, racconta delle difficoltà nel dover gestire la propria vita seguendo un atleta così importante. Tante le rinunce e pochi i momenti di condivisione: allenamento e corse erano la routine.
Commovente il racconto di come fu istituita la prima squadra accanto al ciclista. Furono riciclate diverse biciclette, rimesse a nuovo e consegnate a cugini, amici e parenti. Questa era la formazione con cui Nibali ragazzo correva per la Sicilia sognando le tappe dei vari Giri sparsi per l’Europa.
Dal lungometraggio, inoltre, emerge una denuncia importante contro la scarsa presenza di istituzioni al Sud. Lo squalo dello stretto, infatti, a soli sedici anni dovette lasciare la propria terra per trasferirsi al Nord dove sponsor, tecnici e federazioni operavano da tempo. Una scelta dolorosa ma necessaria per poter raccontare la storia di uno dei più grandi atleti italiani.