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Approfondimento

Ryan Gosling: l’archetipo dell’eroe moderno

Star davanti e dietro la macchina da presa Ryan Gosling è un attore versatile e abile, con una carriera che perdura da più di 27 anni

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Ryan Gosling è sicuramente una delle star del cinema hollywoodiano più atipiche e anti convenzionali. Dal carattere comico e schivo, viene considerato uno degli attori più iconici del XXI secolo. Vanta inoltre 3 nomination come “miglior attore” agli Oscar. Le sue doti artistiche non si fermano qui: Ryan è infatti anche un ottimo regista, sceneggiatore e cantante.

Ryan Gosling: l’infanzia tra scuola e religione

Ryan Thomas Gosling nasce il 12 novembre 1980 a London, una città canadese nella parte sudoccidentale della provincia dell’Ontario. Figlio di Thomas Gosling, operaio in una cartiera, e di Donna, una segretaria. I suoi genitori, mormoni, divorziano quando Ryan è molto giovane, e lui cresce senza autorità paterna e vagamente ribelle.

A Cornwall, sin da bambino, mostra evidenti difficoltà negli studi, al punto che lascia la scuola elementare che frequenta, in cui per altro era vittima di bullismo da parte dei compagni. La madre decide di educarlo lei stessa, insegnandogli l’amore per la libertà su tutto, fino all’età di dieci anni.

“Sono stato cresciuto da mia madre e da mia sorella. Ho trovato la mia strada in un corso di danza. La mia vita domestica è fatta soprattutto di donne. Loro sono migliori di noi uomini, più forti, più evolute. Come potrei non essere femminista, dopo che ho praticamente imparato a pensare come una donna?”

Successivamente si iscrive alla Cornwall Collegiate and Vocational High School, prima di trasferirsi a Burlington e studiare alla Lester B. Pearson High School. Nel frattempo frequenta anche la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni e si approccia alla recitazione esibendosi, insieme alla sorella maggiore Mandi Gosling, in alcuni spettacoli amatoriali.

Ryan Gosling in ‘The Mickey Mouse Club’ (1993-95).

Il tuttofare del Mickey Mouse Club

Nel 1991 Ryan Gosling partecipa alle selezioni per divenire un presentatore di The Mickey Mouse Club per Disney Channel, venendo selezionato. Tra il 1993 e il 1995 lavora come ballerino, cantante e presentatore, al fianco, tra gli altri, di Justin Timberlake, Keri RussellBritney Spears e Christina Aguilera.

“Mi sono sempre divertito a esibirmi in pubblico. Ho cominciato a recitare e cantare a sei anni. Non ho scelto la strada del cinema, mi è semplicemente capitata. Posso dire, addirittura, che non mi è toccato nemmeno scegliere.”

Dalla metà degli anni Novanta intraprende la carriera di attore in serie TV e film di produzione canadese, tra cui Hai paura del buio?La strada per AvonleaPiccoli brividi e molte altre. Dal 1997 al 1998 recita nelle serie televisiva Breaker High.

All’età di 17 anni Ryan abbandona gli studi e si trasferisce in Nuova Zelanda, dove per due anni lavora nella serie televisiva Young Hercules (1998-99), che racconta nello spazio di 50 episodi le gesta di un Ercole adolescente alla prese con la sua formazione da guerriero.

Ryan Gosling in ‘Young Hercules’ (1997-98).

Le prime apparizioni sul grande schermo

Per Ryan Gosling il passaggio sul grande schermo avviene nel 1997 con Il mio amico Frankenstein. Il primo ruolo importante gli viene affidato con Il sapore della vittoria (2000), diretto da Boaz Yachin e con protagonista Denzel Washington. Nel frattempo si è già spostato a Los Angeles, dove ottiene l’iniziale appoggio logistico del regista Ron Oliver, che lo ospita nel suo appartamento in West Hollywood.

Non ha una formazione da attore ma, talentuoso e sprezzante delle regole, si costruisce la sua fama a partire dal controverso dramma The Believer (2001), di Henry Bean, che vince il Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival. A Gosling, nei panni di uno skinhead ebreo, va il premio per il “miglior attore”.

Nel 2002 recita nel film sportivo The Slaughter Rule, presentato al Sundance Film Festival, seguito da Formula per un delitto (2002), selezionato fuori concorso al Festival di Cannes. Successivamente l’attore canadese lavora al fianco di Kevin Spacey e Don Cheadle in Il delitto Fitzgerald (2003), ispirato parzialmente al romanzo Lo straniero di Albert Camus.

“Il mestiere di un attore è quello di osservare tutto. E di non accontentarsi mai di quello che vede. Io elaboro ogni spunto e spesso lo porto nei miei film.”

Ryan Gosling in ‘Il delitto Fitzgerald’ (2003).

Quando l’amore trionfa su tutto: Le pagine della nostra vita

Il vero e proprio turning point della carriera di Ryan Gosling coincide con l’uscita nel giugno 2004 del film Le pagine della nostra vita. La famiglia Cassavetes torna al cinema, anche se orfana del grande John, il capostipite: Nick, il figlio, dirige; Gena Rowlands, la moglie, interprete accanto a Gosling e Rachel McAdams.

La storia è tratta da un romanzo di Nicholas Sparks, autore amato dal cinema ‘romantico’. Una donna anziana affetta dal morbo di Alzheimer si sente narrare da un altro paziente la storia di un amore nato negli anni Trenta. La pellicola è un formidabile veicolo di lacrime e nostalgia amorosa, amalgamato assieme ai soliti cliché da melodramma, dall’equivoco che impedisce l’amore all’indifferenza di classe, all’ottusità adulta.

La storia della coppia Calhoun e Hamilton non è dissimile da quella degli attori Gosling e McAdams, al tempo nel pieno della loro relazione. L’insolita alchimia del duo riesce a sostenere una storia d’amour fou che combatte contro le abrasioni della memoria e della morte. Le pagine della nostra vita si conferma negli anni come un film culto per chi, come noi spettatori, crede ancora nell’amore eterno.

“È stata un’esperienza strana, girare una storia d’amore e non andare d’accordo su niente come eravamo io e Rachel (McAdams).”

Ryan Gosling e Rachel McAdams in ‘Le pagine della nostra vita’ (2004).

Il riconoscimento internazionale

Per interpretare il protagonista di Half Nelson (2006), Ryan Gosling studia e vive la realtà di Brooklyn e la sua recitazione vince numerosi premi, oltre ad essere nominato per l’Oscar come “miglior attore protagonista”. L’anno successivo, infatti, l’attore è invitato a far parte dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences.

Da quel momento Gosling detiene anche il primato di essere il primo ex membro del cast del Mickey Mouse Club a essere candidato all’Oscar e il primo attore canadese a essere nominato come miglior attore in 62 anni, da quando Alexander Knox fu nominato nel 1944.

Dopo aver girato il paranoico Stay – Nel labirinto della mente (2006), al fianco di Ewan McGregor Naomi Watts, nel 2007 è l’ottimo protagonista del giallo Il caso Thomas Crawford, nel quale tiene abilmente testa ad un mito come Anthony Hopkins.

Ryan Gosling in ‘Half Nelson’ (2006).

Una star da Hollywood Walk Hall of Fame

Il 2007 è l’anno della consacrazione definitiva. Con la commedia nera Lars e una ragazza tutta sua, nella parte di Lars, un ragazzo sociofobico e patologicamente timido, Gosling mette a servizio del progetto tutto il suo talento, che gli vale una meritatissima nomination ai Golden Globe.

Dopo una pausa dai set durata 2 anni, Ryan diviene la voce narrante di un documentario di Phillip Montgomery, intitolato ReGeneration (2010), che affronta il tema dell’apatia del mondo culturale di oggi nei confronti delle cause politiche e sociali. Nel 2009 recita per Derek Cianfrance in Blue Valentine, dramma indipendente in cui è accanto a Michelle Williams e che frutta alla coppia una nomination ai Golden Globe 2011.

“Facendo l’attore si impara a cogliere la magia delle piccole cose. Mi vengono in mente tanti indimenticabili attimi di vita. Istanti che accadono improvvisi e che per me durano per sempre, incisi nella memoria, come nella pietra.”

Entrato ormai nell’olimpo dei giovani attori affermati, Ryan Gosling viene scelto da registi come George Clooney per il drammatico Le idi di marzo, presentato alla Mostra di Venezia 2011. Nello stesso anno è nel cast della commedia romantica Crazy, stupid, love, in cui recita al fianco di Steve Carell, Julianne Moore ed Emma Stone.

Ryan Gosling in ‘Lars e una ragazza tutta sua’ (2007).

La forza degli sguardi in Drive

Presentato in concorso al Festival di Cannes del 2011, Drive rappresenta l’inizio del sodalizio tra Ryan Gosling e il regista danese Nicolas Winding Refn, con cui collabora anche in Solo Dio perdona (2013). La pellicola si basa sul romanzo omonimo scritto dalla penna di James Sallis, autore rinomato per la sua reinterpretazione del genere noir.

Gosling interpreta Driver, il quale non ha un nome ma un mestiere, un’abilità a connotarlo: sa guidare le auto divinamente. E’ un esperto meccanico in una piccola officina, fa lo stuntmen e accompagna rapinatori garantendo loro una fuga a tempo di record. Ora Driver avrebbe anche una nuova opportunità: correre in circuiti professionistici.

Per interpretare questo ruolo Ryan Gosling si è sottoposto ad un lungo addestramento come stuntman, eseguendo poi personalmente molte delle acrobazie. Il modo insolito in cui egli tiene il volante nel film, con i pollici piegati all’esterno piuttosto che agganciati all’interno del manubrio, è il modo comune con cui gli stuntman evitano di rompersi i pollici durante gli impatti del veicolo.

“Adoro guidare. Quando ho un volante in mano la prima cosa che penso è che potrei iniziare un lungo e bellissimo viaggio. Anche se magari non devo andare oltre un paio di isolati.”

Il film toglie il fiato per il ritmo e la qualità visiva, per la quale viene nominato come “miglior montaggio sonoro” agli Oscar. Quello che ci regala Nicolas Winding Refn è un film con una sceneggiatura ridotta al minimo, dove si cerca di indagare l’animo e la vita dei personaggi attraverso le azioni e le espressioni dei loro visi. Il viaggio del protagonista spazia in una Los Angeles pitturata di scuro e dall’atmosfera tetra.

Ryan Gosling in ‘Drive’ (2011).

Ryan Gosling e il sodalizio artistico con Eva Mendes

Nel gennaio 2013 viene distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il film poliziesco Gangster Squad, in cui Gosling interpreta il sergente Jerry Wooters della polizia di Los Angeles, impegnato nella cattura del pericoloso criminale Mickey Cohen, interpretato da Sean Penn.

Dello stesso anno è anche Come un tuono, sua seconda collaborazione con Derek Cianfrance, dopo Blue Valentine. Ryan ha il ruolo principale di Luke, un motociclista che inizia a rapinare banche al fine di mantenere la sua famiglia, del cast fanno parte anche Bradley Cooper ed Eva Mendes, di cui si innamora sul set. Dalla coppia nascono due figlie: Esmeralda Amada e Amanda Lee.

“Eva (Mendes) è una ragazza che si impegna totalmente nel suo lavoro e si immerge molto scrupolosamente nei personaggi che interpreta.”

La nuova avventura dietro la macchina da presa

Dopo aver preso parte al film Solo Dio perdona (2013), in cui impersona il gestore di un club di thai boxe in Asia che vuole vendicare l’uccisione del fratello, Ryan Gosling esordisce dietro la macchina da presa dirigendo Lost river (2014), in un primo momento intitolato How to catch a monster.

Le riprese sono iniziate a maggio 2013 a Detroit, sotto la produzione dalla Marc Platt Productions assieme alla Phantasma Films, fondata da Gosling nel 2012. Nel cast figurano Ben Mendelsohn, Eva Mendes e Christina Hendricks. Già nel 2011 l’attore considerò la possibilità di esordire alla regia con il remake di Rock Machine, ma il progetto non si concretizzò e l’idea venne accantonata per un conflitto di impegni.

“Lost River non è stato un film facile, perché ci sono molti elementi autobiografici. Mia madre è sempre stata una donna bellissima e ho sempre dovuto difenderla dagli attacchi dei lupi, quegli uomini che le fischiavano dietro quando camminava per strada e la vedevano solo come preda.”

Nel 2015 è nel cast del film La grande scommessa, accanto a Christian BaleSteve Carell e Brad Pitt, quest’ultimo anche produttore della pellicola. Nel 2016 è protagonista, insieme a Russell Crowe, della commedia d’azione The Nice Guys, diretta da Shane Black.

“La mia prima reazione leggendo lo script (La grande scommessa) è stata di incazzatura nei confronti di una classe dirigente senza scrupoli e ho provato dolore per tutti quelli che hanno perso tutto quello che avevano. Il linguaggio finanziario è appositamente complicato proprio per fottere la gente.”

Ryan Gosling e Steve Carell in ‘La grande scommessa’ (2015).

La La Land e i folli che osano sognare

Una storia d’amore tra un musicista jazz e un’aspirante attrice, interpretati rispettivamente da Ryan Gosling ed Emma Stone. L’incipit lascerebbe presagire al solito melodramma, ma La La Land si presenta come un musical contemporaneo che omaggia i classici film musicali prodotti a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Uscito nelle sale di tutto il mondo nel 2016, il film diviene subito un successo di pubblico e critica. Agli Oscar 2017 ottiene 14 nominations, vincendo 6 statuette tra cui quelle per “miglior regista“, “miglior attrice protagonista” ad Emma Stone, “miglior fotografia” e, ovviamente, “miglior colonna sonora“.

Scritto e diretto da Damien Chazelle (Whiplash), alla sua terza esperienza dietro la macchina da presa, la sceneggiatura era pronta sin dal 2010, ma nessuno studio era disposto a finanziare il progetto. La potenza dei colori, delle coreografie tra numeri di tip-tap e ricostruzioni in puro stile Vincente Minnelli, La La Land racconta una storia di amori, sogni e speranze infrante. Robbie Collin della rivista Telegraph scrive a proposito:

“La La Land vuole ricordarci quanto siano belli i sogni semi-dimenticati dei tempi andati, quei sogni fatti solo di facce, musica e movimento.”

Preparandosi a questo ruolo Gosling si è dedicato per mesi a suonare il pianoforte, esercitandosi per 2 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, oltre a prendere lezioni di danza moderna. Ad affiancarlo durante la fase di pre-produzione troviamo il noto cantante e attore John Legend. Ha inoltre interpretato personalmente due brani: A Lovely Night e City Of Stars, quest’ultima ha vinto il Golden Globe per la “migliore canzone originale“.

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Ryan Gosling ed Emma Stone in ‘La la land’ (2017).

Ryan Gosling: da Blade Runner a Ken in Barbie

Nel 2017 Ryan è nel cast del nuovo dramma musicale di Terrence Malick: Song to Song. Nella pellicola figurano anche Rooney Mara, Christian Bale, Michael Fassbender e Natalie Portman. Nel 2018, assieme al produttore Ken Kao, fonda una società di produzione cinematografica e televisiva chiamata Arcana. Tra i primi progetti figura la produzione di La favorita (2018) del regista greco Yorgos Lanthimos.

Nello stesso anno Gosling è protagonista del film Blade Runner 2049, sequel di Blade Runner, diretto da Denis Villeneuve, dove interpreta l’agente K al fianco di Harrison Ford. Seconda collaborazione con il regista Damien Chazelle è invece First Man – Il primo uomo (2018), film nel quale l’attore veste i panni dell’astronauta Neil Armstrong. La pellicola ottiene 4 candidature agli Oscar, vincendo la statuetta come “migliori effetti speciali“.

“Mi hanno sempre attratto i personaggi lacerati da forti contrasti, e non riesco a immaginare un contrasto più estremo dell’impresa di questi uomini. Usavano una metaforica fiammella di conoscenza scientifica per scrutare negli abissi dello spazio, ma poi tornavano sulla Terra e portavano fuori la spazzatura e tosavano il prato come chiunque altro…”.

Ryan Gosling ed Emily Blunt in una scena del film

Nel 2022 recita nel film esclusiva Netflix The Gray Man insieme a Chris Evans e Ana de Armas. Nel 2023 veste i panni della celebre bambola Ken nella pellicola Barbie, diretta da Greta Gerwig e con protagonista Margot Robbie. Successo al botteghino, l’interpretazione di Gosling tra canto e ballo gli vale una candidatura agli Oscar, dove si esibirà dal vivo con il brano I’m Just Ken.

Ultimo film per l’attore canadese è invece The Fall Guy (2024), pellicola d’azione diretta da David Leitch all’interno del quale Ryan impersona lo stunt-man Colt Seavers.

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