‘Come puo uno scoglio’ arginare l’ironia di Pio e Amedeo?

Come può uno scoglio arginare l’irresistibile coppia di Pio e Amedeo?
Arriva oggi su Sky, in prima TV, Come può uno scoglio, film diretto da Gennaro Nunziante, regista delle commedie di maggior successo degli ultimi anni, e prodotto da Lorenzo Mieli per Fremantle e Vision Distribution in collaborazione con Sky.
Nel cast, oltre al duo comico Pio D’Antini e Amedeo Grieco, anche Francesca Valtorta, Nicola Rignanese, Christina Andrea Rosamilia e Claudio Bigagli.

Una commedia onesta che ha come scopo quello di fare ridere mostrando un’Italia becera e politicamente scorretta.

La trama

E se un giorno capissi che la vita che vivi non è quella che volevi?

È quello che succede a Pio (Pio D’Antini), un uomo timido e impacciato, al quale il ricco papà costruttore ha imposto le sue scelte.
La sua è una vita agiata: avvocato di successo, presidente dell’azienda del papà, sposato con Borromea (Francesca Valtorta), padre di due bambini, Ginevra e Manfredi. Pio vive nel castello dei marchesi Pasin, i suoi suoceri, proprietari della storica cantina vinicola di famiglia dove producono prosecco. Come se non bastasse, è anche candidato a sindaco del paese. Tuttavia, Pio sembra totalmente assorbito e risucchiato da questa vita infelice. Ma le cose cambiano quando, dopo la morte del padre, il parroco del paese (Claudio Bigagli), gli chiede di assumere come autista Amedeo (Amedeo Grieco), un ragazzo dal passato turbolento che sta cercando di reinserirsi nel mondo del lavoro.

Amedeo si dimostra sin da subito un vero e proprio tornado: con i suoi modi espliciti e la sua esuberanza inizia a sovvertire la consolidata armonia famigliare. La situazione diventa presto ingestibile. E mentre Borromea e i suoceri marchesi chiedono la testa di Amedeo, Pio non trova il coraggio di mandarlo via e, contagiato dall’esuberanza dell’uomo, metterà in discussione tutto e andrà a riprendersi la vita che voleva.

La recensione

Il film è un viaggio alla riscoperta della vera vita, carico di sorprese dove niente succede per caso. A distanza di un anno da Belli ciao, Pio e Amedeo tornano al cinema con Come può uno scoglio, un film più equilibrato e divertente. La comicità frizzante si alterna tra uscite capaci di graffiare, e dialoghi dal doppio significato, portando in scena la fotografia di un’Italia che non cambia mai.

Lo schema usato da Gennaro Nunziante è quello caro al regista: un uomo benestante del Nord si trova la vita travolta da quello irrequieto e un po’ ottuso del Sud. In mezzo a un universo musicale che spazia dallo stile neomelodico al cult della musica rock anni Settanta, Pio e Amedeo, come ogni coppia comica che si rispetti, rivestono di nuovo due ruoli agli antipodi e da qui nasce la risata. Pio rappresenta l’italiano benestante e perbenista, il classico polentone ingessato e tonto, Amedeo è invece la controparte verace, terrona e un po’ cafona.
Esattamente come nel film precedente, assistiamo allo scontro tra Nord e Sud, Settentrione contro Meridione, e anche in questo caso è il Nord ad avere la peggio.

E sono tante le tematiche portate in scena: dalla mafia alla corruzione e alla politica. Ma tutto viene trattato con rispetto, senza mai esagerare. Il risultato è quello di un film gradevole, senza eccessi, che il più delle volte strappa una risata.

«É meglio camminare a piccoli passi con gli altri che correre da soli.»

Il significato del titolo Come può uno scoglio

Il titolo del film è un chiaro omaggio alla canzone di Battisti, Io vorrei… Non vorrei… Ma se vuoi….. E anche se poi ha poca attinenza al film, l’allusione parte da un assunto: «Sei un uomo di sabbia o di scoglio?». In questo caso l’uomo “di sabbia” è quello debole, che fa tutto quel che gli si dice, l’uomo “di scoglio” è invece caparbio, consapevole della propria forza ed è capace di tuffarsi in mare in mezzo agli scogli senza paura.

Sei sabbia o scoglio?

Il trailer di Come può uno scoglio

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