È sbarcato su Netflix la commedia La mia ombra è tua (2022) di Eugenio Cappuccio, con protagonisti Giuseppe Maggio e Marco Giallini.
Edoardo Nesi, autore dell’omonimo romanzo da cui è tratto il film, firma la sceneggiatura insieme al regista e a Laura Paolucci. Fandango e Rai Cinemane hanno curato la produzione, mentre la distribuzione è stata affidata a 01 Distribution.
La mia ombra è tua: la trama
Il lungometraggio segue la storia di Emiliano De Vito (Giuseppe Maggio), venticinquenne introverso laureato cum laude in Lettere Antiche, e Vittorio Vezzosi (Marco Giallini), uno scrittore scorbutico e tossicodipendente che vive da isolazionista nella campagna toscana. Al giovane viene offerto, dal suo relatore di tesi, un lauto compenso per assistere (e spiare) il Vezzosi affinché pubblichi il sequel del suo romanzo d’esordio, l’opera che lo ha reso celebre venticinque anni prima: I lupi dentro, un bestseller mondiale letto datutti, dalle suore ai carcerati. I due si addentrano in un rocambolesco viaggio verso Milano, dove si tiene il Vintage ForeverFestival, una fiera-mercato degli anni ottanta e novanta. Qui li aspetta una folla trepidante, emozionata e pronta a vedere il Vezzosi e scoprire dettagli sul suo nuovo, attesissimo libro.
Un viaggio fisico verso il passato
Ne La mia ombra è tua i due protagonisti si ritrovano insieme in un viaggio. All’interno di questo road trip, tra le distese di girasoli dell’entroterra toscano, passando per Bologna fino a Milano, imparano a conoscersi. Ciò che sprona lo scrittore, non è il desiderio di tornare alla ribalta, pubblicando il sequel del suo celebre romanzo, ma il desiderio di riconciliarsi con il suo amore giovanile, la dolce Milena (Isabella Ferrari). Questo sentimento, ancora vivo e pulsante nello scrittore, diventa il motore dell’azione e il motivo che spinge i personaggi ad agire.
Milano, città emblema del nuovo e del moderno, ospita la fiera del vintage, un covo di passatisti succubi della sindrome dell’epoca d’oro di alleniana memoria. Ma per Vezzosi, l’amore mai dimenticato per Milena, non rappresenta una fuga nel passato e nella nostalgia, ma l’unica possibilità per aprirsi al futuro.
Anche il regista guarda al passato, tra riferimenti e omaggi dichiarati ai grandi maestri del cinema, Fellini in primis. Cappuccio conosce il regista, avendo lavorato con lui in veste di assistente sul set di Ginger e Fred(1986). Ha inoltre diretto i documentari Verso la luna con Fellini, una raccolta di testimonianze e dietro le quinte sul set La voce della luna (1990) e Fellini fine mai(2019), che ripercorre vita e poetica del regista riminese.
La Dolce vita (1960) viene omaggiata e citata nel film. Secondo lo scrittore, la celeberrima scena alla fontana di Trevi, racchiude il senso della vita, del cinema e dell’arte.
Cappuccio cita anche Interstellar(2014) di Cristopher Nolan. Angelica, la figlia di Vezzosi, suggerisce al padre, in macchina verso Milano, di guardare il film, la storia di un amorevole rapporto padre-figlia. Un amore che sopravvive alla distanza e al tempo, così come quello tra Vezzosi e Milena; un invito a non sprecare il tempo e a volersi bene quando si è vivi.
Bozzoli che diventano farfalle
I due personaggi, figure agli antipodi, si evolvono e maturano grazie al rapporto che si instaura tra loro.
Emiliano, soprannominato Zapata, parimenti all’omonimo rivoluzionario messicano, diventa un’importante guida per il proprio compagno di viaggio. Così, il burbero scrittore insegna tanto al giovane, permettendogli di aprirsi e uscire dal bozzolo in cui si sentiva rinchiuso.
Il titolo del film suggerisce l’importanza della condivisione che sta alla base del rapporto con l’altro. Emiliano e Vittorio si aiutano vicendevolmente, si mettono a nudo, mostrando luci e ombre. La mia ombra è tua (o anche le mie ombre sono tue) è un processo di avvicinamento graduale a questi due personaggi, due poeti, che seppur diversi nei modi e nei pensieri, si ritrovano ad aiutarsi.
L’amicizia tra i due, specialmente nelle scene in macchina, a bordo della fiammante jeep USA del 1979, riporta alla mente IlSorpasso (1960) di Dino Risi, in cui il viaggio on the road diventa un, seppur tragico, percorso di maturazione estremamente formativo per il giovane protagonista.
Le figure femminili, che nel film giocano un ruolo chiave per la maturazione dei protagonisti, appaiono poco delineate e caratterizzate. Allegra (Anna Manuelli), la donna di cui è perdutamente innamorato il giovane protagonista, risulta opportunista tanto da ritornare insieme ad Emiliano solo a causa della sua vicinanza con il celebre scrittore. Dall’altra parte Milena, infelicemente sposata con l’organizzatore della fiera vintage, che, non appena rivede Il Vezzosi, il suo amore giovanile, molla tutto e parte per una fuga romantica con lui.
Vi sono inoltre delle sequenze confusionarie, come l’incontro con i poliziotti o il tatuaggio a Bologna. Queste, invece che caratterizzare maggiormente i personaggi e rafforzare il loro rapporto, ci appaiono come siparietti comici decontestualizzati.
La mia ombra è tua, sebbene abbozzi alcune tematiche senza scavarle in profondità (come la tossicodipendenza di Vezzosi), rimane godibile, concedendosi sorrisi e interessanti spunti di riflessione.
La mia ombra è tua
Anno: 2022
Distribuzione: 01 Distribution
Genere: commedia
Nazionalita: Italia
Regia: Eugenio Cappuccio
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