Giuseppe Diana, meglio noto come Peppe Diana, è stato un presbitero e attivista, assassinato dalla camorra per il suo impegno contro la mafia. Il documentario Don Diana uscirà il 16 maggio 2024 su Raiplay.
Racconta forza la straordinaria di un uomo capace di sfidare il clan dei Casalesi. Un punto di riferimento per gli abitanti di Casal di Principe, piccolo paese nella provincia di Caserta.
Tramite le parole di diverse figure presenti nella vita del parroco, come la sorella, Marisa Diana, il parroco di Casal di Principe, Don Carlo Aversano e con l’aiuto del giornalista Raffaele Sardo, viene ricostruita la vita dell’uomo. Dai primi passi in chiesa sino alla morte terribile.
Il clan dei Casalesi e l’omicidio
Uccisioni, minacce, bombe, omicidi. Questo era il potere del clan dei Casalesi a Casal di Principe, nato come avamposto della mafia siciliana. Iniziarono con il contrabbando delle sigarette per poi ampliare il loro commercio in altre attività legata alla droga. Nel 1980, precisamente il 23 novembre, ci fu un terremoto devastante che provocò più di 3000 vittime. Le ricostruzioni e le ingenti somme di denaro servirono a rafforzare, anche politicamente, il clan che entrò anche nel settore edilizio.
Francesco Schiavone, detto Sandokan, fu colui che iniziò una vera e propria guerra nell’entroterra casertano contro le altre organizzazioni della zona. Così ricorda quel periodo Marisa Diana:
Non eravamo liberi di uscire. Eravamo repressi. Potevamo trovarci in un conflitto a fuoco anche in pieno giorno.
In questo regime di terrore, il 19 marzo 1994, alle 7.20 di mattina a Casal di Principe un sicario colpisce a morte Don Giuseppe Diana all’interno della sua stessa parrocchia, mentre si prepara per la messa. L’omicidio ha da subito tutti i caratteri dell’esecuzione di stampo camorristico e assume una risonanza talmente ampia che induce anche Papa Giovanni Paolo II a proclamare un messaggio di cordoglio durante l’Angelus.
Il motivo? Ovviamente la sua perpetua lotta contro la mafia e contro il clan dei Casalesi in particolare. La sua lotta coraggiosa culmina a Natale del 1991 con la pubblicazione, insieme agli altri parroci della zona, della lettera-documento Per amore del mio popolo, che rappresenta un vero e proprio testamento spirituale. Il sacerdote ha sempre denunciato apertamente i traffici illeciti per la compravendita di sostanze stupefacenti, le tangenti sui lavori edili, gli scontri tra fazioni e la diffusa violenza che in quei luoghi si diffonde con frequenza sempre maggiore, incentrandosi anche sul coinvolgimento dei giovani del territorio. Qui un ricordo scritto da Roberto Saviano:
Don Peppino non voleva fare il prete che accompagna le bare dei ragazzi soldato massacrati dicendo ‘fatevi coraggio’ alle madri in nero. A condannarlo fu ciò che aveva scritto e predicato. In chiesa, la domenica, tra le persone, in piazza, tra gli scout, durante i matrimoni
Don Diana, un uomo da ricordare
Manifestazioni e continue iniziative anti – camorra. Era sempre in prima linea per combattere e lottare. Era capo degli scout con cui organizzava gite ed eventi per i ragazzi, come le uscite allo stadio la domenica pomeriggio per vedere il Napoli, campione d’Italia. Più di un sacerdote: un esempio, un leader pronto a salvare numerosi ragazzi dalla strada.
Il suo coraggio diventa, da subito, strumento di lotta:
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra…La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana
In memoria di Don Peppino è nato, il 25 aprile 2006 il Comitato Don Peppe Diana a Casal di Principe; nel 2010 invece è a lui intitolata una scuola, il liceo scientifico di Morcone (in provincia di Benevento. A vent’anni dalla morte di Giuseppe, nel 2014, è stata trasmessa su Raiuno la miniserie televisiva Per amore del mio popolo, a lui ispirata. Nello stesso anno, è nata a Termoli la Scuola di Legalità, intitolata alla memoria di don Giuseppe Diana, fondata e diretta da Vincenzo Musacchio. Al sacerdote è stato anche dedicato un documentario di Rai Storia, dal titolo Non tacerò, la storia di don Peppe Diana e il 16 maggio, Don Diana.