All the long nights di Miyake Sho (Ju-on: origins, Small, slow but steady ) è il film di apertura del Jeonju International Film Festival, interpretato da Matsumura Hokuto (idol dei SixTONES) e Kamishiraishi Mone (Your Name., Weathering with You – La ragazza del tempo) e tratto dal libro omonimo di Seo Maiko.
Un racconto placido sulla convivenza quotidiana con un disturbo, e come questa situazione renda speciali le persone.
All the long nights di Miyake Sho, la trama
Fujisawa (Kamishiraishi Mone) soffre di sindrome premestruale (PMS) da quando era giovane, ma l’ingresso nel mondo del lavoro ha reso le manifestazioni instabili e gli eccessi di questa condizione, ingestibili. Lavorando su se stessa e scendendo a compromessi con i farmaci, Fujisawa riesce a trovare una piccola azienda che la accetta e la supporta.
Nella stessa compagnia è da poco arrivato Yamazoe (Matsumura Hokuto), che nasconde evidentemente, nella sua taciturna solitudine, un segreto. Yamazoe soffre di attacchi di panico e questa instabilità lo ha costretto ad abbandonare il precedente incarico e la carriera. E ad allontanarsi dalla fidanzata.
Ma quando incontra Fujisawa e la osserva, ma soprattutto quando riceve sostegno da lei, impara una nuova volontà di combattere e trovare una propria dimensione di normalità in compagnia di se stesso, così com’è.
It’s an agony to be alive but I don’t want to die.
Kamishiraishi Mone
L’omaggio di Miyake Sho a chi affronta una battaglia quotidiana
All the long nights è un film sulla sofferenza e su come non abbandonarsi al dolore, trovando una propria dimensione di coraggio e perseveranza.
Miyake Sho, lavorando sul racconto di Seo Maiko, porta alla luce un tema ben chiaro a metà del mondo. La sindrome premestruale è una condizione ingiustamente considerata tabù così a lungo da rendere impossibile la vita a tante. Come tale, i disturbi d’ansia e gli attacchi di panico sono stati troppo spesso liquidati come “malattia mentale”, con superficialità e assenza di empatia.
Ebbene, la discrezione con cui il regista si approccia alla sofferenza e al tormento (fisico e psicologico) ci permette di indagare gli effetti debilitanti da una parte, e l’enorme energia richiesta per trovare una soluzione conciliante.
You really have to live with the disease for long time; I thought, this is very hard.
Miyake Sho in conferenza stampa
Il compromesso diventa parte integrante dell’esistenza: in conferenza stampa, Miyake Sho non ha nascosto la sua profonda ammirazione per questi soldati persistenti. Ammettendo inoltre che ciò che molti leggono come normalità o anormalità, a suo avviso sono semplici differenze che esistono come tratti distintivi di ciascun individuo.
Matsumura Hokuto
La narrazione di All the long nights
La perdita scandisce la storia, che procede adagiata sulle stagioni. La perdita, raccontata in diverse forme: quella di un familiare, del lavoro, della dignità e del controllo che sono associati alla malattia. Il personaggio di Kamishiraishi Mone individua una propria strada per riemergere dall’imbarazzo e dalla sofferenza, amplificata dalle norme sociali. E poi insegna al collega a fare altrettanto.
La sfida verso il pubblico era quella di descrivere un’amicizia e una complicità, senza cadere nella commerciabilità della storia d’amore, poiché scontata e inefficace nel contesto del racconto del supporto e del sostegno.
All the long nights è un film di non detti quando si tratta di sentimenti, perché l’attenzione è tutta raccolta attorno al tempo quotidiano e all’approccio alla vita, al fascino delle strategie attuate per far fronte alla perdita di controllo. Miyako Sho, regista della New Generation giapponese, eccelle nel realizzare un film che ad ogni visione, regala uno spunto ulteriore e nuova meraviglia.
È per questo che al regista, come da lui stesso ribadito, la dimensione planetaria è sembrata così importante: devi davvero pensare alla tua relazione con lo spazio e il tempo se vivi in questa condizione. E con questa fascinazione persa nell’infinito, ci si immerge nel racconto sociale di una storia che non tradisce.
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