Far East Film Festival

‘The Guest’ di Yeon Je-gwang, un omaggio contemporaneo a Hitchcock

Un lavoro di scrittura potente e di regia altrettanto ben studiato, che ha scelto tuttavia il tema sbagliato per poter essere apprezzato fino in fondo.

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The Guest di Yeon Je-gwang è uno slasher movie interpretato da Lee Ju-seung e Jeong Su-kyo e presentato in anteprima al Far East Film Festival.

Un lavoro di scrittura potente e di regia altrettanto ben studiato, che ha scelto tuttavia il tema sbagliato per poter essere apprezzato fino in fondo.

The Guest di Yeon Je-gwang, la trama

Min-cheol è impiegato alla reception di uno squallido motel di campagna, dove di norma le coppie si rifugiano per qualche ora di intimità. Lui e il suo collega Younggyu sono costretti ad occuparsi del motel dallo strozzino a cui devono una barca di soldi, e per il quale registrano con microcamere nascoste le nottate calde dei clienti.

Del commercio illegale di queste immagini e di revenge porn è vittima anche una ragazza che a sua volta si imbatte nell’ennesimo maniaco che, dopo averla sedata, la trascina proprio nel motel di cui sopra.

Quando Min-cheol capisce che la giovane è in pericolo, decide di intervenire, ma non prima di aver nascosto tutto il materiale che lo potrebbe incriminare. La situazione degenera quando il maniaco si rivela essere un omicida e tra le mura dell’hotel buio ha luogo una vera e propria carneficina.

Bello, ma…

The Guest vi porterà alla dannazione, perché la sua inverosimiglianza è troppo verosimigliante per essere perdonata. Alcuni dei più recenti e discussi scandali esplosi in Corea del Sud e legati alla pornografia non consensuale, hanno fin troppi dettagli in comune con la storia di Yeon Je-gwang. Il quale quindi affonda il coltello (o l’ascia dovremmo dire in questo caso) in una ferita ancora aperta, che si porta appresso uno strascico di rabbia e paura.

L’incubo delle molka, le microcamere nascoste, esiste ancora, e tortura e minaccia le donne nel Paese. Così come lo è il revenge-porn, di cui un altro eccellente film coreano aveva raccontato con empatia proprio l’anno scorso: Jeong-sun.

Ecco, questa opera di esordio non ha niente a che vedere con la sensibilità delicata del film citato sopra, ma è un horror-slasher pieno di personaggi perversi che giocano a chi si fa più male. E anche il protagonista, indotto a procurarsi i soldi per saldare il suo debito sulla pelle degli altri, non si merita l’appoggio del pubblico né della bella principessa torturata. Non è un caso che il commiato sia, per questo motivo, uno sprezzante abbandono.

Sebbene Yeon Je-gwang mostri consapevolezza del mezzo e una nutrita competenza cinefila, per cui si concede di citare Hitchcock a test alta, il film gioca su di un tema fin troppo delicato, su cui c’è ben poco da scherzare con elaborate citazioni cinematografiche e iconici Jason Voorhees senza maschera.

Complimenti per la scrittura affannata e adrenalinica, la claustrofobia degli spazi e la costruzione della sequenza del magazzino, degna dei migliori serial killer. Ma la visione di The Guest è consigliata solo ad un pubblico ignaro degli eventi e distaccato dalla condizione femminile.

 

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