Dopo l’enorme successo prima della serie tv (4 stagioni) e poi del primo film cinematografico torna la coppia di “idioti” Biggio/Mandelli con questo numero due che punta dritto alle proiezioni natalizie che saranno pure orfane di cinepanettoni “ufficiali” ma che straripa di commedie italiane rivali. Le penne più snob e conservatrici si sono scagliate ciecamente verso questo fenomeno e quando instauri una discussione con chiunque è facile che viene sempre tirato in ballo per descrivere qualcosa di “volgare” e “stupido”, ma la verità è che i soliti idioti è un prodotto molto più onesto di tanti altri. Una fotografia della peggio italia totalmente spogliata di ogni riflessione sociologica e immersa in un mare di volgarità e demenza concentrati senza alcuna soluzione di continuità. E bisogna dire che i vari personaggi messi in scena dai due, tanto nell’idea che in alcuni tic riproposti sono anche estremamente divertenti, il problema più grosso è che tanto i tempi televisivi quanto ancor di più quelli cinematografici vanno stretti a pillole che sembrano nate per essere usufruite nel web (dove non a caso alberga il nocciolo duro dei fans) e questo comporta un uso dei tempi comici spesso sballato o tirato troppo per le lunghe che, complice anche una certa ripetitività nella gag e nel “roster” dei personaggi, vanno ad intaccare il prodotto nel suo insieme.Inoltre la loro prima incursione cinematografica, nonostante baciata dal successo strepitoso trainato sopratutto dalla serie, era stata decisamente pessima e fallimentare tra noia, una struttura ad episodi gestita in modo pedestre e sopratutto (cosa che mi sorprese molto) un “ammorbidimento” generale dei toni rispetto alla serie tv davvero ingiustificabile ed è così che questo secondo capitolo non partiva certo nelle migliori delle premesse, invece bisogna dare atto che questa volta le cose sono andate decisamente meglio.
Prima di tutto sono stati totalmente eliminati gli orrendi siparietti musicali e per quanto possibile si possa fare l’esilissima linea narrativa è più compatta e ritmata del precedente, ci sono molti più personaggi ma sono inseriti decisamente meglio e con spazi più ridotti (eliminando così gran parte dei problemi di tempi comici e ripetitività che si dicevano prima) ed anche la storia “base” che riprende l’orrendo Ruggero de Ceglie e suo figlio Gianluca esattamente dove li avevamo lasciati nel precedente film (in fuga inseguiti da due killer russi e con un matrimonio da raggiungere) tra finanza,concorsi scientifici, zingari e suggestioni natalizie prontamente violate è decisamente più ritmata e con parecchie trovate divertenti. Tra l’altro questa volta non c’è nessun freno a mano tirato (a parte la parentesi con i due preti padre Boy e padre George, si vede che la religione è ancora mezzo tabù) e si va giù senza pietà in una raffica continua di “vaffanculo”, “mortacci tua” e “dai cazzo” che piovono infiniti neanche fossero i proiettili in Shoot’em’up, su gag iper demenziali e situazioni “satiriche” spesso riuscite e altre volte molto meno, che si susseguono con la velocità della luce fondendosi con un immaginario “nerd” citazionista abbastanza funzionale che va da Karate kid a Pulp fiction e da Jeeg robot a Lupin, senza però mai commutarsi in parodia ma e che fa da giusto “umore” alla sequela di gag offerte dal duo protagonista.
C’è anche una maggiore cura sia nella confezione generale gestita dal fido Enrico Lando che nella colonna sonora (azzeccatissima in questo senso Father & son di Cat Stevens), mentre aumentano anche le varie “special guests” su cui spicca sopra tutti un “Monti-forme” Teo Teocoli come padre della bruttissima ragazza di Gianluca. Una segnalazione a parte e tutta di merito va fatta alla bella di turno, qui nei panni (ovviamente pochi) di quell’essere di eterea bellezza che risponde al nome di Miriam Giovanelli, già vista nel brutto Gli sfiorati e il folle Dracula 3D, attrice spagnola molto più simpatica della precedente e sciapa Madalina Ghenea, che qui interpreta la parte di “badante” di Ruggero dall’incredibile nome Perla Madonna. Comunque il dominio assoluto del film è tutto di Mandelli e Biggio che sono oggettivamente bravi (sopratutto il primo) e mettono in scena con convinzione e ottimo affiatamento i loro piccoli mostri umani con una notevole capacità di improvvisazione e immedesimazione assolutamente non riscontrabile nella quasi totalità dei comici attuali che infestano sale e tv. Immagino che parecchi non leggeranno a prescindere la recensione di un film del genere e altrettanti saranno sorpresi che se ne parla anche bene, ma è giusto ribadire che I due soliti idioti è un film onestissimo che mantiene esattamente quello che promette senza false retoriche o maschere sociali da salottino borghese, così sgangherato, volgare, “diseducativo” (ma come dice giustamente Mandelli in conferenza stampa “Ma dove sta scritto che un film deve essere “educativo”? Per quello ci sono i genitori e la propria coscienza”) che non può non suscitare simpatia, sopratutto in tempi così ipocriti e falsi di politicamente corretto e “volemose bene” da carie immediata. Prendere o lasciare senza mezzi termini: se li odiavate non sarà certo questo film a cambiare le opinioni, al contrario, accomodatevi pure e buona visione. D’altronde, come chiosa anche l’immondo Ruggero de Ceglie forse a ragione, “ogni tanto te ce vole pure qualcuno che te manna seriamente affanculo”.
Raffaele Picchio