Il titolo originale di questa seconda stagione è Them: The Scare, che si può tradurre letteralmente come lo spavento, anziché la paura. Questa scelta si sposa perfettamente con la trama dei nuovi otto episodi.
Dopo aver lasciato il 1952 e il quartiere residenziale di Compton, rimaniamo a Los Angeles, ma ci spostiamo nel 1991. Qui, la detective Dawn Reeve (interpretata ancora da Deborah Ayorinde, ma in un ruolo diverso rispetto alla stagione precedente) viene chiamata su una scena del crimine estremamente violenta, che sconvolge gli stessi poliziotti presenti. La vittima è la madre affidataria di una casa famiglia, uccisa in modo disturbante e intricato, senza apparenti motivazioni.
La detective diventa ossessionata da questo caso, che si intreccia con altri che segnalano la possibile presenza di un serial killer nella Los Angeles degli anni ’90, già sconvolta dalle tensioni tra bianchi e neri, polizia e criminalità. Ad essa, si intreccia la storia di Edmund (interpretato da un inquietante e talentuoso Luke James), un aspirante attore con evidenti problemi mentali. Tuttavia, la verità si rivelerà molto più imprevedibile e inquietante di quanto chiunque avesse potuto immaginare.
Un Terrore che Proviene da Dentro
La seconda stagione di Loro: La Paura, co-prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios e creata da Little Marvin, rappresenta un’importante aggiunta al panorama dell’horror seriale, affrontando il tema del razzismo e della discriminazione in molteplici forme e a vari livelli, sia psicologici che fisici, seguendo le orme della prima stagione, intitolata Loro: Covenant. Non ci sono jump scare o effetti speciali esagerati: il terrore proviene da dentro, dalle atmosfere claustrofobiche e dalla tensione che cresce inesorabilmente con il progredire degli episodi.
Le nuove puntate mantengono un tono altrettanto inquietante e disturbante, evitando la mera esposizione del dolore ma utilizzando sequenze che, attraverso frammenti, sguardi, e illuminazioni particolari, riescono a esplorare le paure più profonde dell’animo umano. Come evidenziato anche nella nuova serie di successo di Netflix, Baby Reindeer, in Loro: La Paura si sottolinea il modo in cui i traumi influenzano le nostre vite. Non siamo solo il prodotto del presente, ma anche l’eco delle esperienze passate, sia positive che negative. Le scelte dei genitori, come pennelli su una tela, hanno contribuito a plasmare la nostra personalità, influenzando il nostro percorso verso il bene o verso il male.
Da Horror a Crime: il Realismo Funziona?
Le premesse di Loro: La Paura suggeriscono un cambio di rotta verso una prospettiva più realistica nella seconda stagione della serie. Questo nuovo approccio sfrutta il genere true crime e i serial killer, molto popolari in questi anni, per esplorare l’orrore più genuino, spesso radicato in aspetti estremamente umani.
Nonostante questo cambiamento, che si evolve in modo naturale dal primo racconto, la serie mantiene salde le proprie radici e continua a esplorare il confine tra reale e soprannaturale, specialmente all’interno della comunità nera cristiana, con una potenza emotiva straordinaria. Gioca astutamente con le aspettative dello spettatore, mescolando abilmente i due mondi in una trama avvincente, unendo l’umano e il sovrannaturale in modo suggestivo, come è stato fatto recentemente in True Detective: Night Country.
Una Regia Sopraffina e un Cast Impeccabile
La messa in scena di Loro: La Paura crea un nuovo immaginario horror che va oltre i classici jump scare. Regia, fotografia, montaggio e colonna sonora lavorano insieme per evocare un terrore che penetra nell’animo dello spettatore, trascinandolo in un vortice di suspense. Non si tratta solo di far sobbalzare dal divano, ma di far emergere il terrore dall’interno e proiettarlo sullo schermo attraverso un clima di continua tensione.
Il ritmo incalzante, sostenuto dalla brevità degli episodi (circa quaranta minuti ciascuno, in contrasto con la prima stagione), afferma il cambio di tono e genere, passando dall’horror puro alla dimensione criminale, dalla casa infestata al caso poliziesco, senza però tradire le radici della serie. Il culmine emozionante della stagione è l’ultimo episodio, diretto da Ti West, regista già noto per la sua trilogia cinematografica X: A Sexy Horror Story – Pearl – MaXXXine.
Loro: La Paura – Le Conclusioni
Loro: La Paura è una serie che non lascia indifferenti. Se amate i thriller investigativi che fanno riflettere e tengono incollati allo schermo, questa è una produzione da non perdere. Preparatevi a un viaggio nella Los Angeles del terrore, dove le paure più recondite prendono vita e la linea tra realtà e incubo si confonde.
Perché guardarla:
- Un thriller investigativo ben congegnato con una caccia al serial killer mozzafiato
- Un’esplorazione profonda dei traumi infantili e delle loro conseguenze
- Un’atmosfera inquietante e disturbante che terrà incollati allo schermo
- Un cast impeccabile con Deborah Ayorinde e Luke James che brillano
Forse non per tutti:
- Gli amanti dell’horror puro potrebbero rimanere delusi dalla minore presenza di elementi soprannaturali
- Le tematiche trattate sono forti e disturbanti
