L’ultimo film di Luca Guadagnino con Zendaya arriva su Prime Video ed eleva lo sport alle sue dinamiche sentimentali: la pallina da tennis è una metafora sulle relazioni disperate
Arriva su Prime VideoChallengers di Luca Guadagnino con protagonisti Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist. Prodotto dallo stesso regista e l’attrice di Dune con la Metro-Goldwyn-Mayer, il film l’anno scorso avrebbe dovuto aprire Venezia 80 salvo poi essere rinviato a causa dello sciopero degli sceneggiatori. Scritto da Justin Kuritzkes e distribuito dalla Warner Bros, il montaggio è affidato a Marco Costa e alle musiche troviamo i premi Oscar Trent Reznor e Atticus Ross.
IL TRAILER – Challengers
Il tennis non è uno sport ma una relazione – Challengers
Tashi, Art e Patrick, i protagonisti di Challengers, sono gli elementi del triangolo amoroso diviso nel montaggio delle sovraimpressioni attraverso presente e passato. Il rapporto a tre tra Zendaya, O’Connor e Faist è la promessa ingannatrice che Guadagnino fa allo spettatore. “Vedete quella pallina che ruota attraverso la rete?” sembra dire il regista di Chiamami col tuo nome. “Bene non la vedrete quasi mai”.
Nonostante le fragili apparenze, Challengers è un film ‘fintamente sportivo’ che usa lo sport, qui il tennis, per spostare focus e topic verso altre direzioni. Quelle che piacciono a Guadagnino.
Respirare sull’anticonvenzionalità delle relazioni, smuovendo l’incognita dei rapporti di forza.
Tashi è una tennista affermata nel flashback e una coach spietata nel presente, ma in entrambe le spazialità temporali il personaggio di Zendaya è quello vincente. Questo perché identifica più degli altri due interpreti l’essenza stessa di Challengers. Il tennis non è una gara o un modo per sopravvivere, come allude Patrick, ma è una relazione tra le due parti opposte che si trovano nel campo. Per Tashi il contatto della racchetta con la pallina è violenza positiva, vortice adrenalinico, puro erotismo.
Tra threesome e melodramma
L’alter ego di Zendaya desidera sapendo di muoversi in un terreno in cui ha già vinto. Il cuore dei due ragazzi. Pretende, conscia com’è di essere la proprietaria di quella relazione avendo marchiato col suo corpo e con la sua sensualità la struttura valoriale di questo threesome. È interessante notare come ciò che vediamo, ossia un coming of age, sia manipolato dalla componente queerness implicita ma presente in Challengers. Come se fossimo in The Dreamers di Bernardo Bertolucci, Tashi/Zendaya crea tra i due tennisti una sfida con lei come trofeo.
Così come attende sugli spalti da coach l’esito della gara o come ad inizio film incita al centro del letto i nascenti spasimanti, la vera protagonista del film lavora sulle aspettative dell’amore che lei riceve ma, che non vuole dare a Patrick e Art. Sviluppando e alimentando la loro ossessione. Promettendo amore ma senza darlo. Aiuto ma senza mettersi in prima linea. Tashi costruisce una dinamica relazionale fedele al motto tematico di Guadagnino. E Zendaya in quest’ottica è provocazione pura. Solletica la natura omosessuale dei due tennisti in una struttura dove le logiche erotiche, il cambio di fronte, appaiono l’unico sport che conta nel film.
Il melò pop e d’autore – Challengers
Se Woody Allen in Math Point usa il thriller dostoevskijiano, e Richard Loncraine in Wimbledon la rom-com classica, Guadagnino in Challengers fa un uso spasmodico del melò. All’inizio del film, nell’entrata del threesome ad opera di Tashi, sembra di rivedere Jules e Jim di Truffaut. Il regista usa il letto come oggetto visibile e i primi piani abbastanza lunghi per rendere interpretabile il linguaggio dell’eros. Un bacio a tre che è peccaminoso, lussurioso e che attiva il melodramma che va oltre il genere. È plasticamente etero, metaforicamente queer. L’intenzione di Guadagnino ha come obbiettivo lo scalpore come solo la Nouvelle Vague sapeva fare. Un linguaggio che diventa improvvisamente moderno alternando diffusi rallenty con l’aiuto dell’intertestualità.
Non rendendo più nulla nascosto ma già previsto. Un atteggiamento didascalico che trasforma lo spettatore da ingannato a complice dell’inganno. Challengers è di molto aiutato nella composizione di questi due mondi classici e moderni dalle musiche di Reznor e Ross. Una composizione elettro-disco che rende il film contemporaneo e molto vicino all’universo del teen drama più affine a Zendaya. La musica si inserisce nei dialoghi del triangolo amoroso, decide il ritmo delle varie partite che si giocano nel film e incalza la destrutturazione del classico melodramma. L’operazione che fa Guadagnino è di ibridare i generi rendendo il suo film qualcosa che guarda sia al passato che al presente, proprio come fanno i personaggi nel corso della narrazione.
Zendaya distruttrice e risolutrice
Nella tenaglia temporale di Challengers ci sono due partite tra flashback e flashforward. Quella erotica e di manipolazione abbastanza palese conduce il film verso il minimo della dimensione sportiva. La partita secca dopo il doppio junior degli Us Open è usata come preambolo per portarci al challenger del film. L’ultima spiaggia per Art e Patrick. Diversi nella gloria ma uniti dalla stanchezza del tennis. Se Art è la scelta di Tashi sul cavallo vincente ora agli sgoccioli di carriera, Patrick rappresenta il lato umano del tennis : le aspettative della giovane promessa disattese, estroverso e vitale rispetto alla trasformazione emotiva e fisica del personaggio di Faist che riassume nelle sue mutazioni il declino della passione sportiva. Eppure entrambi a distanza di anni, nei successi e insuccessi, rimangono legati al doppio filo di Zendaya.
Tashi femme fatale e desiderata
Tennis e relazione sono la stessa cosa e l’unione coniugale è passeggera se quel challenger non andrà come vuole lei. Tashi subisce il fascino delle scritture sui personaggi femminili che da un po’ Hollywood rende tendenze. Donne rudi, spietate, maschiacci, interpreti di un viaggio alienante proteso più verso un archetipo maschile che femminile. In ciò Zendaya è bella, desiderata, femme fatale, eterea e quasi rarefatta. Non c’è scena e sequenza in cui la sua parola non sia legge e ogni azione scalfita nella drammaturgia del film. Patrick e Art divengono oggetti sessuali, corpi prigionieri dello schema erotico di Tashi. Dove lo sport è venerazione del centro del threesome.
Luca Guadagnino col suo Challengers è più interessato a delineare la lussuria e le conseguenze del suo rapporto a tre che una storia di sport e rivalità. Per il regista l’agonismo non esiste se non con l’esplosiva forma meta-amorosa del desiderio tra i corpi. Alla fine nel suo ultimo film il regista parla di tutto tranne che del tennis.
Challengers
Anno: 2024
Durata: 131'
Distribuzione: Warner Bros
Genere: dramma erotico
Nazionalita: Usa
Regia: Luca Guadagnino
Data di uscita: 24-April-2024
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