La Wonderage Production ha recentemente annunciato l’acquisizione dei diritti cinematografici di Bravo, Burro!, il celebre libro di John Fante, per la realizzazione di un film in collaborazione con Rai Cinema. Questo progetto rappresenta un’altra pietra miliare per la casa di produzione, fondata nel 2023.
Bravo, Burro!, la trama
Bravo, Burro! è una storia ambientata nella prima metà del XX secolo, un racconto semplice e commovente di un bambino e del suo asinello coraggioso. La narrazione, intrisa dell’inconfondibile tocco di umorismo e umanità di Fante, affronta temi profondi come il rapporto con un padre problematico. Inoltre, affronta anche la fede e il legame ancestrale tra l’uomo e la natura.
John Fante – autore di Bravo, Burro!
Il Cuore Creativo di Wonderage Production
La nascita della Wonderage Production è stata motivata dalla passione per le storie che aprono alla meraviglia. Fondata da Nicola Abbatangelo, Carmine La Marca e Davide Luchetti, la casa di produzione si impegna a scoprire e coltivare talenti emergenti. Bravo, Burro! si inserisce perfettamente in questa missione, con la sua storia originale e toccante che incarna il cuore tematico ed emotivo che la Wonderage Production cerca di portare sullo schermo. Grazie a un’attenzione particolare alla fase creativa e a una serie di progetti in sviluppo, la casa di produzione si sta facendo strada nel panorama cinematografico italiano con storie che lasciano un’impronta duratura nella mente dello spettatore.
In un’intervista per The Hollywood Reporter di uno dei fondatori, Nicola Abbatangelo, spiega alcune delle fasi salienti per l’acquisizione del progetto Bravo, Burro!
Come nasce Wonderage Production?
Stavo cercando in modo quasi ossessivo una storia padre-figlio. A un certo punto, nella libreria, quasi per caso mi ritrovo questo libro, Bravo, Burro!.
Cominciamo a informarci e scopriamo che i diritti sono liberi.
Mi sembra un sogno, quelle pagine sono fatte per diventare immagini, la storia di quel bambino e del suo ciuchino coraggioso, Valiente come il nome che gli dà, dal cuore grande e forte come quello del toro Montagna Nera, è incredibilmente visiva. E potente, metafora com’è proprio della relazione tra figlio e padre, con il primo che vuole eroicamente e poeticamente salvare il secondo.
Avete trovato difficoltà nell’acquistarne i diritti?
Direi di no. La casa editrice ci ha subito messo in contatto con gli eredi che si sono subito dimostrati aperti e disponibili, dal modo con cui ci sono venuti incontro ho capito, abbiamo capito che anche loro desideravano che questo racconto trovasse uno sfogo cinematografico.
Da quando tutto è cominciato è passato quasi un anno, perché sono operazioni complesse queste, lo ricordavamo proprio pochi giorni fa con il mio socio, l’agente cinematografico Carmine La Marca (il terzo è Davide Luchetti, Ceo di Frame by Frame), e ancora non ci sembra reale che abbiamo firmato e che ora si comincia.
A che punto è lo sviluppo del progetto?
Siamo davvero all’inizio, alla regia ci sarò io e voglio ringraziare Paolo Del Brocco per l’appoggio ricevuto fin dall’inizio e che ci consente un processo di sviluppo attento e accurato. In questo senso l’aiuto di Rai Cinema è fondamentale.
In realtà all’inizio non volevo mischiare le mie carriere di cineasta e produttore, ma questa storia la sento molto mia, sono padre di tre figli e credo di poter fare un film al contempo universale e molto personale. Questa storia si rivolge a tutti perché ognuno di noi sogna che il proprio bimbo possa dirci “va bene, papà, non hai fatto tutto male”.
Un progetto come questo per me è come un figlio e non è facile lasciar andare con altri i propri pargoli. Quindi inizierò l’avventura da produttore facendo un’eccezione alla regola che volevo seguire.
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