Barber è un film irlandese del 2023, diretto da Fintan Connolly (Flick, Trouble With Sex, Eliot & Me) e scritto dallo stesso Connolly insieme a Fiona Bergin. Si tratta di un thriller investigativo ambientato in epoca pandemica, che affronta tematiche di attualità all’interno di una storia tipicamente noir. Il film è presentato in anteprima italiana al Trento Film Festival il 3 Maggio 2024.
Trama
Val Barber (Aidan Gillen) è un detective privato che è stato allontanato dal suo dipartimento di polizia per il suo essere bisessuale. Ora lavora per conto suo e la ricca vedova Lily Dunne lo ingaggia per ritrovare sua nipote Sara, misteriosamente scomparsa. Barber si imbarcherà in un’indagine che lo metterà di fronte ai lati più oscuri dell’essere umano, cercando di far luce su un mistero più complesso di quanto credesse.
L’atmosfera
Barber è il classico thriller/noir che vede protagonista un detective incaricato di risolvere un caso, in questo caso la sparizione di una ragazza. La pellicola di Connolly propone una narrazione tipica del genere, con atmosfere cupe e un protagonista carismatico che, oltre a dover risolvere il mistero, si ritrova anche ad affrontare i pregiudizi nei suoi confronti, le difficoltà familiari e le cattiverie perpetrate dall’essere umano. Il film è coinvolgente, anche grazie ad una durata non eccessiva e riesce a tenere alta la curiosità dall’inizio alla fine.
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Le tematiche
Nonostante la sua natura molto classica, Barber è un thriller piuttosto ambizioso. Connolly usa il genere noir per raccontare la nostra società, affrontando tematiche estremamente attuali. L’idea stessa di ambientare la vicenda durante il periodo del COVID-19 permette al regista di creare un certo “distacco” tra i personaggi, vista la presenza del distanziamento sociale e delle mascherine. Tuttavia, il tema pandemico appare spesso come una forzatura non necessaria. È più una cornice piuttosto che un elemento narrativo determinante, che diventa cruciale solo a fasi alterne.
La storia affronta tematiche come il movimento Me Too, l’omofobia, la famiglia, il ricatto, gli scandali politici, le ipocrisie degli uomini di potere. Ogni personaggio si fa portavoce di un tema specifico, il tutto filtrato attraverso gli occhi del protagonista. Val Barber è un personaggio molto interessante, che riesce a mantenere integra la sua moralità nonostante le ingiustizie che ha subito. È un uomo che ha abbracciato la sua identità ma che fa fatica ad essere accettato per quello che è. I suoi vecchi colleghi gli mettono i bastoni tra le ruote, tra minacce e violenze fisiche. L’unico aggancio emotivo che lo supporta lungo la storia è rappresentato da sua figlia Kate, la quale soffre di una rara malattia neurologica. I momenti tra lei e Val sono molto teneri e fanno da contrasto all’atmosfera malsana che pervade l’intera vicenda. L’ottima interpretazione di Aidan Gillen (Il Trono di Spade, King Arthur: Il Potere della Spada, Bohemian Rhapsody) contribuisce a rendere Barber un protagonista carismatico e affascinante.
La grande quantità di tematiche non consente a Connelly di scavare molto in profondità, ma il film riesce comunque a trovare una sua omogeneità. Non si ha mai l’impressione di una “sovrabbondanza tematica”, a dispetto di alcuni dialoghi un po’ troppo macchinosi e didascalici.
Il film inoltre è girato piuttosto bene, con una bella fotografia dalle tinte cupe ed un buon uso delle musiche.
Il finale può risultare spiazzante e un po’ forzato, ma è comunque un colpo di scena inaspettato e propedeutico al messaggio che il film vuole lanciare.
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Barber è presentato alla 72esima edizione del Trento Film Festival.