Lovers Film Festival

‘Akoe/Amfi’ : una rivoluzione dimenticata

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Akoe/Amfi – The story of a revolution (*Just to sleep on their chest), documentario del regista greco Iossif Vardakis sulla storia del movimento omosessuale greco, è stato proiettato, nella sezione fuori concorso, al Lovers Film Festival di Torino.

Akoe/Amfi: la storia di un movimento

È l’inverno del 1977 quando il governo greco, dopo anni di giunta militare e repressione violenta contro individui “effeminati”, non rispettosi del canone propugnato, virile e mascolino, riflette anche su una legge, esiliante e coercitiva, riguardo le malattie sessualmente trasmissibili. Un’onda di allarme e paura si espande nei bar, nelle cantine e negli sguardi intimoriti di donne e uomini, transgender e omosessuali, già reclusi ai margini silenziosi della società. Ma è proprio in risposta a quest’onda e a questo silenzio obbligato che nascono, dal buio e dai gradini dei sotterranei, A.K.O.E., il movimento di liberazione omosessuale greco, e Amfi, la rivista per la liberazione del desiderio omosessuale.
Un gruppo, una famiglia e un luogo, quello di via Zalongou, punto di riferimento per l’intera comunità fino al 1990. Per uscire dall’oscurità, invocare il diritto ad esistere, ad amare e ad essere felici.

Una memoria silenziosa

È il silenzio il filo rosso di questa storia. Un silenzio che non ha consentito alle persone di scrivere. Di parlare e di vivere liberamente sé stessi.
Un silenzio che ha impedito a molti di trovare il coraggio di scendere i gradini di quell’interno, il 6A, di via Zalongou. E il silenzio che, invece, per moltissimi anni ha celato, se non a pochi, la storia di chi quei gradini li ha scesi, saliti, saltati, corsi. Trovando in essi e in tutto ciò che hanno rappresentato, la forza di rialzarsi e la perseveranza di continuare a raccontare, e raccontarsi.
Ed è proprio quel silenzio, che per tutti questi anni ha imbrigliato in una vaporosa e confusa nuvola di dubbio e incertezza la vita di Akoe e dei suoi membri, che Iossif Vardakis ha deciso di rompere. Attraverso un lavoro di ricerca e ricostruzione, di inserti giornalistici, di titoli da prima pagina, di foto e filmati d’archivio. E di testimonianze di chi è ancora qui e di chi, invece, non c’è più, ma continua a vivere nella memoria, nel ricordo e nelle parole di coloro che narrano e raccontano.

Akoe/Amfi’ del regista Iossif Vardakis, che racconta la storia del movimento omosessuale greco, è stato presentato al Lovers Film Festival.

Akoe : le tappe di una rivoluzione

Iossif Vardakis in Akoe/Amfi disegna una linea, storica e cronologica, del gruppo. Con la voce narrante di un attore e quella dei superstiti, trasposta nei disegni che prendono vita sullo schermo.
A partire dal 68, dal Fhar, il movimento omosessuale francese, e dall’influenza che esso ha avuto su uno dei personaggi più coraggiosi e fondamentali per Akoe, Andreas Velissaropoulos, comincia la storia. Passando per altri tipi di rivoluzioni, come quelle greche, che invece comprendevano una dura repressione dei poteri forti sul libero arbitrio e la libertà di autodeterminazione. E per la spinta, invece, davvero rivoluzionaria, delle prime pubblicazioni, dei primi convegni e delle prime manifestazioni di Akoe.
Dal teatro “Louzitania” in cui Betty Vakalidou, alzandosi in piedi di fronte ad un’affollata platea, denunciò la situazione di oppressione, brutalità e violenza che vivevano omosessuali e transgender sulle strade.
Alle dichiarazioni televisive, di rivendicazione, dello scrittore Loukas Theodorakopoulos e di Grigoris Vallianatos. Dalla nascita del gruppo autonomo delle donne lesbiche e del magazine “Lavris”, alle difficoltà economiche sopraggiunte per far sopravvivere Amfi, Akoe e Eok, l’organizzazione registrata a fine anni 80 e divenuta indipendente nel 1990. Anno in cui, definitivamente, Akoe si dissolve, e le serrande di via Zalongou vengono chiuse per sempre.

Vardakis, in Akoe/Amfi, riapre quelle serrande e riordina quelle storie, personali e collettive, che le hanno attraversate. Restituendo loro la dignità e il valore che la società, per molto e troppo tempo, aveva convinto di non avere. E per continuare a scrivere una storia, di fondamentale importanza per le generazioni passate, ma anche per quelle dell’avvenire, mai abbastanza raccontata.

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