Amanti di tutto il mondo, unitevi!
Alla 39^ edizione del festival Lovers di Torino, la terza proiezione internazionale di Close to You di Dominic Savage. E’ il racconto di Sam (Elliot Page) che si sveglia in una grigia mattina torontoniana per raggiungere in treno, nella piccola città d’origine, suo padre che compie gli anni, sua madre, le sorelle e il fratello, i cognati, dopo più di quattro anni dall’ultima volta in cui li ha visti, quando era ancora una ragazza infinitamente triste e fragile, imprigionata in un corpo che non sentiva suo.
Sam e Kate, mai e per sempre
La preoccupazione e l’inquietudine che segnano fin dall’incipit del film il volto di Sam si sciolgono in un dolcissimo sorriso alla vista di Katherine (Hillary Baack), l’amica dei tempi della scuola, incontrata sul treno, a distanza siderale dal tempo vissuto insieme. Dal loro dialogo, tutto di sguardi e pochissime trattenute parole, riaffiora un antico dolore e un senso di struggente incompiutezza.
Bentornato, Elliott, ti aspettavamo…!
Per tutti i Lovers del cinema a Torino, il film di Dominic Savage (alla sua terza proiezione festivaliera, dopo Toronto e Londra) rappresenta anche l’occasione di ritrovare la sensibilità attoriale di Page alla sua prima pellicola dopo l’operazione per la transizione di genere. E anche, in qualche modo, il suo doloroso e al contempo vitale percorso: seppure – come tiene a precisare il regista a inizio proiezione e al suo termine – Page racconti la vita di Sam e non la propria, il corpo che dà al personaggio è però il suo, quello di Elliott, con le cicatrici sul petto, la magrezza nervosa e lo sguardo bello e triste. Del film Elliot Page è del resto anche produttore e co-sceneggiatore insieme e Savage, che ha costruito con lui una storia ‘in evoluzione’, nata da lunghe chiacchierate e dalla fusione di due diverse idee iniziali (i titoli di testa recitano significativamente “Story by…” – non “Screenplay by”).
Addosso a Sam, vicino a lui
La fotografia ‘nebbiosa’ ed evanescente ammanta in una scala infinita di grigi l’intero film, compreso il risveglio di Sam, il petto nudo e ferito (“è come dorme quotidianamente Elliot Page”, precisa il regista, con grande semplicità), mentre prepara (e noi con lui) la colazione sotto gli occhi di aggressivi modellini di dinosauri, di cui è disseminata la piccola cucina condivisa con un’amica. Con palpabile tensione affrontiamo il viaggio in treno verso il suo passato interrotto, che però affiora prepotentemente con la grazia e il dolore soffocato di Katherine e i non detti in famiglia ma anche le inquietanti provocazioni di un cognato troglodita.
Con rispetto e amore
Sempre, la macchina da presa sta addosso al volto dolente di Sam, tanto che potremmo contarne i pori della pelle, indovinare la peluria del labbro superiore, mentre seguiamo i suoi occhi talvolta fermi talaltra fuggitivi, anche quando non è lui a parlare in scena, ma si seguono le sue reazioni a fior di pelle alle parole, i pianti, le incomprensioni, l’amore manifestati da ogni singolo componente della famiglia. E in questa congerie di emozioni e sentimenti (espressi oppure bloccati), risalta proprio la bellezza della scrittura: a dialoghi tesi ‘ da manuale di riunione di famiglia’ si alternano le parole di profondo “rispetto e amore” (questi i termini a cui Savage ha detto di essersi ispirato e a cui ha voluto dare forma) del padre Jim (Peter Outerbridge), del fratello di Sam, del protagonista stesso. Parole di amore e rispetto per se stesso, finalmente.
Due altalene vicine…
Sono affidate all’amica Kate le parole che definiscono Sam, ora: “Sei sempre uguale, ma sei… più tu”, ed è sempre lei in scena in inquadrature poetiche e particolarmente significative nel rapporto fra i due: al rifiuto di Kate di riaprire la porta a un passato confuso, segue invece il suo bisogno di rivedere Sam. Questo secondo incontro avviene camminando insieme, verso il mare, per poi chiudersi con un saluto nei pressi di due altalene vuote, da cui Kate si allontana di spalle: lei e Sam sono sempre e ancora lì, a parlare fitto come da ragazze, eppure non ci sono più, non ha avuto posto nel mondo la loro relazione, confusa e intensa, il loro dolcissimo e potente amore.
… due strade divergenti
Kate, alla stazione, era stata prelevata dal marito, realtà alla quale deve tornare; Sam invece aveva raggiunto a piedi, sotto la pioggia, la casa dei suoi, da cui se ne andrà, sempre sola. La vita di Sam e Kate è anche tutta in questi metaforici movimenti, divergenti eppure intrecciati, per sempre.