Asian Film Festival

‘Asian Film Festival’: tutti i premi della 21ª edizione

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Si è conclusa la 21ª edizione dell’Asian Film Festival (10-17 aprile 2024). Da oltre vent’anni il Festival si è sempre proposto, con ottimi riscontri, l’obiettivo di proporre il miglior cinema asiatico altrimenti invisibile nei circuiti maintstream.

Sono stati sette giorni ricchi proposte filmiche (più di 30 film), con opere provenienti da Corea del Sud, Giappone, Cina, Taiwan, Hong Kong, Malesia, Singapore, Indonesia, Vietnam, Thailandia, Filippine. A cui si sono aggiunti i debuttanti Nepal e Mongolia.

I temi che hanno strutturato questa 21ª edizione sono stati:

  • La condizione della donna;
  • Il coming of age attraverso racconti adolescenziali;
  • la violenza declinata nelle sue diverse forme.

La giuria principale era composta da: Antonio Polito (giornalista e scrittore), Christian Carmosino Mereu (regista) e Angelica Alemanno (giornalista e docente dell’audiovisivo).

Mentre la giuria che ha giudicato la sezione dei talenti emergenti del cinema asiatico, era composta da un gruppo di studenti presieduta da Antonio Falduto (docente UNINT)

Di seguito, le opere e gli attori premiati.

Inside the Yellow Coocon Shell

Asian Film Festival: tutti i premi

Premio Miglior Film

A Inside The Yellow Cocoon Shell di Thien An Pham

Motivazione:

Un film audace che pone al centro il tema della spiritualità quale rapporto tra fede ed esperienza terrena. Il piano sequenza perde i connotati puramente narrativi per farsi espressione metafisica del presente. Il fuori campo esprime in sé il delicato confine tra immanente e trascendente, accompagnando il pubblico verso un necessario ritorno alla specificità documentaria del linguaggio filmico. Eccezionale sintesi di profondità e controllo registico per un’opera prima.

Premio per la miglior regia

A Naoko Ogigami per Ripples

Motivazione:

Con la sua sensibilità Naoko Ogigami è riuscita ad orchestrare con RIPPLES un racconto equilibrato, credibile ed efficace, Iyashi-kei eiga: “capace di guarigione emotiva”. Il film restituisce al pubblico, attraverso un personaggio ossessivo compulsivo, il fantasma delle nostre paure. Grandi temi come l’abbandono, il rancore, la malattia, la morte si trasformano con sguardo impietoso, surreale, e con tagliente ironia. La volontà di vendetta lascia il posto ad una liberatoria danza sotto la pioggia, apoteosi di un’opera dalla mirabile regia.

Premio miglior attrice

A Sofia Jane per Maryam di Badrul Hisham Ismai

Motivazione:

Sofia Jane è MARYAM. Prova estenuante per un personaggio che alterna insofferenza a sopportazione, frustrazione a coraggio, sfida ad autodeterminazione. Sofia Jane non ha altra sponda che il confronto dialettico con l’altro da sé: sorridere è impossibile, rilassarsi è vietato; una interpretazione intensa capace di esprimere insieme l’ineluttabilità del presente e la sfida del futuro.

Premio Miglior attore

A Frederick Ming Zhong Lee per Fish Memories di Hung-i Cheng

Motivazione:

Frederick Ming Zhong Lee stupisce per la versatilità e la capacità di donare al protagonista di FISH MEMORIES, film prodotto da Gene Yao, un fascino insolito. Elegante ed empatico, presenta la sua chiave interpretativa nel ruolo di amico, amante, fratello, nemico. Una performance senza enfasi eppure capace di esprimersi con la più ampia gamma di emozioni sul filo dell’ambiguità tra bene e male, attività e passività, bellezza e orrore.

Premio Film più Originale – Ex Aequo

A Maryam di Badrul Hisham Ismail

Motivazione:

MARYAM è un originale e coraggioso ritratto del complesso di regole dettate dalla sharia, capaci di condizionare la libera scelta delle donne. Una giornata fatta di tappe irrinunciabili che conduce gli spettatori e la protagonista verso una forzata presa di coscienza e inaspettata scelta di autodeterminazione, attraverso dialoghi originali, intrepidi, violenti come armi da taglio.

Premio Film più Originale – Ex Aequo

A Women from Rote Island di Jeremias Nyangoen

Motivazione:

Potente e inatteso nel raccontare una storia vera tanto violenta quanto comune ad ogni latitudine, quella della violenza di genere. Si esprime attraverso uno sguardo originale capace di restituirci la dimensione locale della fiducia tradita, dello spazio violato, dell’orrore svelato. Un manifesto per il movimento femminista indonesiano.

Premio sezione Newcomers

A The Cord of Life di Qiao Sixue

Motivazione:

Siamo gli studenti del Master in Traduzione Audiovisiva e, come parte della giuria dei Newcomers, abbiamo deciso di premiare il film The Cord of Life. La regista Qiao Sixue, tramite il sapiente utilizzo della musica e della fotografia, riesce a trasmettere emozioni profonde al pubblico. La musica pop di Alus lascia spazio, con l’andare della narrazione, a melodie folk, quasi tribali. Il cielo nuvoloso, che incombe sulla città e sulla tragica situazione iniziale dei due protagonisti, si apre a colori brillanti e sgargianti che raggiungono l’apice nell’evocativa immagine finale. La regista ci lascia attraversare le immense e affascinanti lande della sua terra, la Mongolia, cantandoci la storia di un amore indissolubile, che oltrepassa la memoria, sconfigge il tempo e si alimenta della forza della Natura, che come un flusso inarrestabile scorre nel cordone ombelicale tra madre e figlio, quel filo della vita che nessuna mano può mai davvero spezzare e nessuna malattia dimenticare. Per la complessità del tema trattato, la delicatezza nella narrazione, la bellezza racchiusa nella semplicità della storia, mai banale, mai scontata. Per la cura nella scelta delle melodie che cullano lo spettatore, già rapito dai paesaggi mozzafiato e dalla verità ricercata nell’interpretazione degli attori, gli stessi che lo accompagnano per mano verso una rottura emotiva, struggente, eppure necessaria, che scalda il cuore e inonda gli occhi.

The Cord of Life

 

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