Yangzi’s confusion di Li Jue è un film drammatico, opera prima della regista, interpretato da Huang Xiaolei, Zheng Yayun e Tang Zhen.
Tre generazioni di donne a districare un intarsio di segreti così fitto quasi da togliere il respiro.
Yangzi’s confusion di Li Jue, la trama
Meihui (Huang Xiaolei) è una madre che non è riuscita appieno nel proprio ruolo. Sua figlia Yangzi (Zheng Yayun) abita con il padre ed ex-marito, mentre lei continua la sua vita di successo, invidiata dai famigliari. Ma il divorzio è una situazione complessa, specialmente agli occhi di una bambina di dieci anni: e quindi, Yangzi decide in autonomia di indagare ciò che ha spinto la madre ad abbandonarla.
Ruba il diario di Meihui e nelle parole scritte dalla donna, trova una forma di riconciliazione con un passato che ignorava e un mondo adulto che comunque, pur nella clemenza del perdono, non sembra poter giustificare.
La Cina e i pensieri delle donne
Le donne del racconto di Li Jue sono tutte incapaci di comunicare. I messaggi arrivano perché altri li estraggono a forza e dopo tanto tempo. Da una parte troviamo Yangzi, la più piccola, che trafuga il diario e legge le parole segrete della madre.
La quale a sua volta vive una vita di successo, ma ancora non ha un dialogo con la sua di madre, lasciata al paese. Lo stesso confronto con quella realtà di campagna, le ricorda come la sua fuga e il suo successo siano quasi fittizi, e l’appartenenza sembra smembrare a forza il suo benessere. Vaga quindi isolata e solitaria, Meihui, afflitta dal senso di colpa, apatica nei confronti della figlia fintanto che è la bambina a dover prendere in mano la situazione.
Le donne, le madri e le incomprensioni sono spesso al centro delle storie che ci arrivano dalla Cina. Come altrettanto di frequente le icone Zhao Tao e Gong Li hanno portato sullo schermo, con i loro personaggi. E in un certo senso, Huang Xiaolei con la sua interpretazione, ci ricorda la Zhao Tao di Al di là delle montagne, contesa tra il successo e la miseria, il paesello di origine e la grande città.
Dalla maternità alla libertà
Il film procede lento alternando la quotidianità della madre e della figlia, e le parole del diario diventano l’unico legame possibile tra le due. Malgrado i timidi tentativi della madre di riavvicinarla, Yangzi è respingente e chiaramente furiosa.
La preadolescenza è un magma denso e sconosciuto, ed entrambi i genitori faticano a gestire e a comunicare con questo piccolo vulcano.
Il clima di tensione si risolve solo quando la nonna, da una parte, in mezzo a questa allargatissima famiglia, acconsente ad un brindisi riparatore che risolleva lo spirito; e la madre, a sua volta, in un unico bacio, cerca il perdono della figlia.
Malgrado la poesia di questa sequenza finale, Yangzi’s confusion stenta a fare breccia, stantìo nei ruoli e nella dialettica classica: la storia è timorosa tanto quanto le protagoniste sono intimidite dalla vita, e la sensazione che rimane è di insoddisfatta vaghezza.