Caricias del regista spagnolo Ventura Pons (scomparso da pochi mesi) è approdato alla seconda serata della 39° edizione del Lovers Film Festival. Si tratta di un lungometraggio di 94 minuti, datato 1998. Un film drammatico che vede tra i principali protagonisti David Selvas, Laura Conejero, Julieta Serrano, Montserrat Salvador e Agustín González.
Caricias: un film senza protagonisti e senza nomi
Caricias di Pons è un film che non ha protagonisti. Non ci sono personaggi principali, e neppure antagonisti che si scontrino con i primi, animando la trama. In Caricias ci sono persone, fatti, momenti oscuri e sentimenti densi.
Il racconto si sviluppa tramite un percorso di undici storie, che vanno a comporre una sorta di mosaico. Un quadro completo, dunque, si può riuscire ad intravedere solo alla fine del film. Talvolta i personaggi delle undici storie hanno vissuto esperienze collegate tra di loro, qualche volta i protagonisti sono i medesimi; altre, ancora, sono perfetti sconosciuti. A legarli indissolubilmente, tutti, c’è un sentimento umano specifico: la solitudine.
La difficoltà di comunicazione: tra parole e vuoti
La vera protagonista in Caricias è la parola: sia quando c’è, sia – soprattutto – quando è assente. Tutti i tipi umani presentati nel film sono caratterizzati da profonde mancanze emotive, vuoti interiori e ferite affettive. In nessuna delle undici storie raccontate è possibile l’incontro umano e l’empatia attraverso il dialogo. Che sia una discussione tra moglie e marito, tra padre e figlia, tra due amiche od ancora tra due ex innamorati, a regnare è la violenza e l’ostilità.
Nessun personaggio in Caricias sa ascoltare l’altro, ed ancora prima se stesso. Particolarmente sofferto, tra i momenti rappresentati, il confronto fra due anziane amiche, ospiti di una casa di riposo di Barcellona. Le due donne, di cui non si conosce il nome, sono amanti ma ognuna è un universo a parte, sintonizzata esclusivamente sul proprio io dolorante. Una è fortemente riconoscente nei confronti dell’altra, tanto da confidare, con gli occhi lucidi, che è stata proprio l’amica ad insegnarle molto a proposito della vita. Sembra – e può ancora esserlo, ma solo per qualche secondo – l’inizio di un dialogo fecondo, che possa confortare le interiorità di entrambe le protagoniste. Ma questo in Caricias non accade: è solo il pretesto per mostrare, in tutta la sua profondità, il vuoto che divora i personaggi.
“Perdona, non mi ricordo di te”, sussurra l’altra donna, in una replica che è espressione di distacco emotivo, qui quasi nella forma della dissociazione. Silenzio. Gli occhi dell’amica si riempiono di lacrime, di amara sconfitta. E quelli dello spettatore non possono che fare lo stesso, in una reazione di immedesimazione, nel sentimento di cocente delusione.
Undici storie alla deriva: Caricias è perdizione
Non c’è salvezza in Caricias di Pons: un claustrofobico e violento microcosmo si schiude sotto lo sguardo dello spettatore, che viene trascinato in un turbinio di sentimenti di solitudine e dolore particolarmente vividi.
Tutti i protagonisti delle undici storie sono alla deriva, persi nel loro vuoto interiore che alimentano attraverso la costante incapacità di dialogo con l’altro da sé. Una mancanza che è anche indifferenza, totale disimpegno nel trovare una soluzione definitiva al proprio analfabetismo affettivo. Ed ecco che piano concreto e piano emotivo finiscono per viaggiare su due binari separati, destinati a non convergere mai. E se qualcuno di questi ignoti protagonisti prova a cercare una connessione interiore tramite domande che afferiscono al piano emotivo, ecco che, subito, l’altro protagonista preferisce spostare l’attenzione su azioni quotidiane. “Che si mangia per cena?”, “Vieni a vivere all’ospizio?”, “Il caffè lo prendi fuori?”. Silenzio.
È la fine della speranza, nutrita silenziosamente per tutto il film, almeno da parte dello spettatore: i personaggi, non riuscendo a trovare una dimensione esistenziale propria, non possono possedere neppure un loro nome.

“Non hai niente da dire?”
Questo quesito resta tutto ciò che in Caricias – universo di dolore e solitudine – è possibile esprimere a parole.