Approfondimento
Brad Pitt: il lato oscuro del sole
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8 mesi agoon
Il 18 dicembre 1963 nasceva Brad Pitt, una delle icone della storia del cinema. Il suo lavoro al servizio della settima arte continua imperterrito da 37 anni, prendendo parte a più di 125 opere, tra cortometraggi, film e serie tv. Oltre al ruolo di attore, per cui ha vinto anche l’Oscar come “miglior attore non protagonista”, è anche un rinomato produttore premiato con la statuetta per “miglior film” nel 2012.
Brad Pitt: un grande sogno
William Bradley Pitt nasce il 18 dicembre 1963 a Shawnee, in Oklahoma. Di origini inglesi, irlandesi, francesi, olandesi, svedesi e tedesche, trascorre la sua infanzia a Springfield, nello stato del Missouri. Il padre Bill è di origini inglesi ed è dirigente in una ditta di trasporti, la madre Jane è consigliere scolastico. Ha un fratello di nome Doug e una sorella di nome Julie, entrambi più piccoli di pochi anni.
Brad è un semplice ragazzo dell’Oklahoma, frequenta la Kickapoo High School, dove si contraddistinse come atleta nelle squadre di nuoto, golf e tennis. Entra nel consiglio studentesco e prende parte ai dibattiti scolastici e a diversi musical.
“La mia prima pistola l’ho ricevuta a sei anni, era quella di mio nonno. Ma con il tempo, e l’aiuto di mio padre, sono arrivato a rifiutare la violenza.”
Abbandona a pochi esami dalla laurea la University of Missouri, dove studia giornalismo e grafica pubblicitaria. Ha un grande sogno: seguire gli studi di recitazione con Roy London cercando di sfondare a Hollywood. Decide così di trasferirsi in California dove svolge numerosi lavori: dal trasportatore di frigoriferi sino, incredibilmente, al gigolò di lusso.
I primi ruoli nel cinema
L’anno di debutto di Brad Pitt sul piccolo schermo è il 1987. Le prime esperienze saranno infatti in ruoli mediocri e invisibili, quasi mai accreditati come nei film Senza via di scampo, La fine del gioco di Peter Werner e Al di là dei limiti. Il suo esordio televisivo avviene nel novembre dello stesso anno con un’apparizione nella sitcom Genitori in blue jeans. Recita in quattro episodi della soap-opera Dallas (1987-88). Più avanti fa anche un’apparizione nella serie televisiva della Fox 21 Jump Street.
Nel frattempo, continuerà la sua ascesa verso la celebrità partecipando a vari provini. Verrà scritturato nel ruolo da protagonista nella co-produzione USA-Jugoslavia The Dark Side of the Sun, anche se il film viene congelato a causa della guerra di Croazia, e uscirà solo nel 1997. Nel 1991 recita nella parte di Billy Canton, sbandato e sfruttatore, nel film televisivo Too young to die accanto a Juliette Lewis, diventata in seguito la sua compagna.
“Sono cresciuto in Oklahoma e nel Missouri e adoravo i film. I miei genitori ci portavano al drive-in nelle sere d’estate e ci sedevamo sul cofano della macchina per guardarli.”
La svolta avviene quando partecipa al provino per Thelma & Louise (1991) di Ridley Scott e ottiene il ruolo, strappandolo a William Baldwin. Gli bastano quindici minuti per diventare famoso nei panni del cowboy J.D., autostoppista e mascalzone che, dopo aver avuto una tresca con Geena Davis, le ruba tutto, piantandola in asso. In questo momento nasce una stella.
A pochi passi dalla fama
Approda nel ruolo principale in Johnny Suede (1991), dove recita nella parte di un ragazzo senza soldi che cura in maniera eccezionale il suo aspetto e desidera sfondare come cantante (in parte come lo stesso Pitt). Passa poi ad un più serio Robert Redford che lo dirige nel film In mezzo scorre il fiume (1992), dove conosce Buck Simmonds, con il quale vivrà assieme per un lunghissimo periodo dopo la separazione da Juliette Lewis.
“Lavorare con Robert (Redford) è come una partita di tennis. Quando si gioca con qualcuno meglio di te, il tuo gioco migliora».
Nel 1992 prende parte al cortometraggio dal titolo Contact del regista Jonathan Darby. L’anno seguente ottiene un piccolo ruolo in Una vita al massimo di Tony Scott basato sulla sceneggiatura di Quentin Tarantino, oltre che in Kalifornia (1993), nuovamente con la Lewis. Per quest’ultimo film, nel ruolo di un serial killer distruttivo e violento, Pitt ricevette critiche positive. Per calarsi meglio nella parte ingrassa di dirvi chili e si fs scheggiare un dente.
La prima vera, grande interpretazione di Brad Pitt arriverà con Vento di passioni (1994), grazie al quale otterrà la sua prima nomination ai Golden Globe come “miglior attore protagonista”. Lo stesso anno recita nel successo al botteghino Intervista col vampiro di Neil Jordan. Nonostante l’apprezzamento del pubblico e alcune candidature all’Oscar, la performance di Pitt viene stroncata dalla critica. Secondo il Dallas Observer. Infatti:
“Pitt è una gioia da guardare, ma non c’è niente in lui che suggerisce tormento interiore, il che lo rende un noioso vampiro”.
Seven: l’affermazione di un divo
Il 1995 è l’anno per Brad Pitt della consacrazione definitiva. Riesce ad ottenere la parte nel thriller Seven, scritto e diretto da David Fincher, recitando al fianco di Morgan Freeman e Gwyneth Paltrow. Il suo ruolo è quello di David Mills, un detective sulle tracce di un serial killer sadico e astuto, interpretato da Kevin Spacey.
La parte di Pitt è stata inizialmente offerta a Denzel Washington, che ha rifiutato dichiarando che il film è troppo “dark e violento”, anche se in seguito si pente di questa scelta. Durante le riprese l’attore subisce un infortunio al braccio per il quale ebbe inoltre bisogno di un intervento chirurgico: l’incidente fu incluso nella sceneggiatura prevedendo che durante un inseguimento il suo personaggio si facesse male.
Il film è un grande successo commerciale, incassando 327 milioni in tutto il mondo e diventando un cult del genere investigativo.
Brad Pitt: la rincorsa all’Oscar
Per Brad Pitt la fine degli anni ’90 rappresenta un vorticoso succedersi di impegni, mettendo in fila una serie di successi e premi. La crescente fama come sex symbol mondiale gli procura un’attenzione speciale da parte di giornalisti e reporter che provano a insinuarsi nella sua vita privata, ormai di pubblico domino.
Preparandosi per il ruolo di un animalista schizofrenico ne L’esercito delle 12 scimmie (1995), l’attore passa alcune settimane a visitare il reparto psichiatrico presso l’ospedale della Temple University. Il frutto del suo lavoro gli garantisce la sua prima nomination all’Oscar come “miglior attore non protagonista” e anche il primo Golden Globe nella stessa categoria.
“Sul set sono il primo ad arrivare, l’ultimo ad andarmene, il più veloce a eseguire gli ordini. Non mi sono mai lamentato di nulla: è fondamentale che gli altri ragazzi vedano in me una specie di guida.”
Recitea assieme a Vittorio Gassman in Sleepers (1996) di Barry Levinson, poi passa a L’ombra del diavolo (1997) e Vi presento Joe Black (1997), rispettivamente nel ruolo di un terrorista dell’IRA e della Morte. In quest’ultima pellicola, accolta negativamente in USA, Pitt recita per la seconda volta al fianco di Anthony Hopkins dopo Vento di passioni.
Gli succede Sette anni in Tibet (1997) di Jean-Jacques Annaud, nel ruolo di un alpinista austriaco che arriva fino in Tibet e conosce il 14º Dalai Lama. Il film e lo stesso Pitt sono condannati dal governo cinese, poiché raffigura i suoi militari come brutali e senza scrupoli, diversamente dal popolo tibetano.
Fight Club e il ruolo di Tyler Durden
Un folle ed eccentrico produttore e venditore di saponette che fonda un circolo segreto dove avvengono violenti combattimenti. Tyler Durden, simbolo della critica al consumismo e alla società di massa, nemesi del protagonista senza nome, viene ricordato come uno dei personaggi più iconici della carriera di Brad Pitt.
Fincher, che tanto lo aveva reso famoso con Seven, lo dirige accanto ad Edward Norton ed Helena Bonham Carter nel violentissimo Fight Club (1999), per il quale Pitt arriva a rifiutare Matrix (1999) e Il mistero di Sleepy Hollow (1999) di Tim Burton. L’attore acconsente inoltre a farsi rimuovere parte dei suoi denti anteriori, che vengono rimessi a posto dopo le riprese.
“Prima regola del Fight Club: non si parla del Fight Club. Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club.”
L’iconica frase pronunciata da Pitt è una delle citazioni cinematografiche più amate e utilizzate nell’ultimo decennio, diventata parte integrante della cultura popolare degli anni zero. Anche cinema e TV hanno spesso giocato molto con l’immediata riconoscibilità di quello è ormai a tutti gli effetti un vero e proprio modo di dire.
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I primi anni 2000: divo e produttore
Il nuovo secolo inizia per Pitt con un grande insuccesso: The Mexican – Amore senza la sicura (2000) di Gore Verbinski, pellicola che sancisce la profonda amicizia fra lui e Julia Roberts. L’attore appare come guest star nell’ottava stagione di Friends (2001), nella parte di uomo che prova un forte rancore verso Rachel, il personaggio interpretato da Jennifer Aniston, all’epoca sposata con lui.
Nel 2000 Brad Pitt lavora, per sua richiesta, assieme al regista Guy Ritchie in Snatch – Lo strappo. Segue il grande successo di pubblico, meno di critica, di Oceans’s Eleven – Fate il vostro gioco (2001) di Steven Soderbergh, remake di Colpo grosso (1960) con Frank Sinatra e la sua banda. La pellicola si sviluppa nella trilogia con Ocean’s Twelve (2004) e Ocean’s Thirteen (2007), con un cast tra cui figurano anche Matt Damon e George Clooney, con il quale instaurerà un profondo legame di amicizia.
“Da molto tempo ormai Brad è la più grande star del cinema nel mondo e ammiro molto come conduce la sua vita. Cerca di rimanere una persona onesta e disponibile anche se non è facile.”
Nel 2001, insieme a Brad Grey e Jennifer Aniston, fonda la casa di produzione Plan B Entertainment (Troy, The Departed, La fabbrica di cioccolato e molti altri), azienda di cui Brad Pitt diventa unico proprietario nel 2005, dopo l’abbandono della Aniston. Nel 2003 esordisce come doppiatore, prima con il ruolo da protagonista nel film d’animazione della DreamWorks Sinbad – La leggenda dei sette mari (2003) e poi in un episodio della serie televisiva animata King of the Hill.
I primi insuccessi e la crisi
Il 2004 è l’anno di Troy che vede Brad Pitt nei panni del mitico Achille, eroe greco in lotta durante l’epica guerra di Troia. Per questo ruolo smette di fumare e si presta a un severo regime di esercizi e addestramenti per le scene a cavallo e i duelli con spada e lance.
“Troy è diventato un progetto commerciale. Così in quel periodo ho preso una decisione ripromettendomi di investire il mio tempo solo in storie di qualità. Da lì la mia carriera è cambiata.”
Nel 2005 recita assieme ad Angelina Jolie in Mr. & Mrs. Smith, dove interpretano una coppia di coniugi annoiati che poi scoprono essere ciascuno un assassino inviato a uccidere l’altro. Il film guadagna 478 milioni di dollari in tutto il mondo, divenendo insieme a Troy uno dei più grandi successi commerciali della carriera dell’attore.
La coppia Aniston-Pitt ha vita breve. Lo stesso hanno infatti viene annunciato il divorzio, a cui consegue l’ufficialità della relazione dell’attore insieme ad Angelina Jolie, all’epoca sua compagna di lavoro. Dalla loro unione nascono quattro figli, più due adottati in precedenza dalla Jolie. Diventato papà, per lui scorre nuova linfa e tralascia le pellicole più commerciali per qualcosa di più impegnato.
Un interprete a 360 gradi
Nella seconda metà degli anni Duemila, Brad Pitt prende parte, come attore e produttore esecutivo, a una serie di progetti impegnati. Il primo di questi è Babel (2006) di Alejandro Gonzalez Inarritu, in cui interpreta un turista americano, la cui moglie viene accidentalmente colpita dallo sparo di un fucile. Il ruolo gli offre la candidatura ai Golden Globe per la migliore interpretazione maschile non protagonista.
Nel 2007, stringe fra le mani la Coppa Volpi, premio della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, come miglior attore per il ruolo del bandito Jesse James in L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (2006) e passa sotto l’occhio dei fratelli Coen per Burn After Reading (2008) con John Malkovich.
Il 2008 vede anche l’uscita di un’altra pellicola di grande successo con Brad Pitt: Il curioso caso di Benjamin Button per la regia di David Fincher, insieme a Cate Blanchett. L’anno seguente al Festival di Cannes viene presentato Bastardi senza gloria, film diretto da Quentin Tarantino dove l’attore interpreta il tenente Aldo Raine, un soldato americano che combatte i nazisti nella Francia occupata dai tedeschi.
“Quando Brad era nell’inquadratura, come regista non mi sembrava di guardare attraverso il mirino della macchina da presa. Avevo l’impressione di vedere un film. Solo la sua presenza tra i quattro lati dell’inquadratura creava quella sensazione.”
I progetti recenti
La prima metà degli anni ’10 vede Brad Pitt recitare nel film vincitore della Palma d’oro The Tree of Life (2011) di Terrence Malick. Sempre nello stesso anno recita nel film L’arte di vincere di Bennett Miller, dove interpreta Billy Beane, ruolo che gli fa guadagnare una candidatura sia agli Oscar sia ai Golden Globe. Nel 2012 è il protagonista del film Cogan – Killing Them Softly, diretto per la seconda volta da Andrew Dominik.
Seguono ruoli da protagonista in World War Z e The Counselor – Il procuratore (2013). Nello stesso anno, prende parte e produce il film 12 anni schiavo di Steve McQueen (da non confondere con il noto attore), pellicola vincitrice del Toronto Film Festival, di un Oscar e un Bafta come “miglior film” e di un Golden Globe come “miglior film drammatico”.
“Non volevo che i miei figli mi vedessero nei panni di un uomo crudele. Preferisco aspettare che crescano un po’ e capiscano le dinamiche del mondo. Si tratta infatti di una pellicola che tratta un tema alla base della nostra condizione umana”.
Nel 2015 è protagonista del film bellico di David Ayer Fury e di By the Sea, diretto e interpretato dalla moglie Angelina Jolie. Inoltre è uno dei protagonisti del film La grande scommessa (2015), accanto a Christian Bale, Ryan Gosling e Steve Carell. Sarà poi protagonista con Marion Cotillard nella pellicola di Robert Zemeckis Allied – Un’ombra nascosta (2016). Nel 2017 ritrova David Fincher nel secondo capitolo del film d’azione World War Z.
C’era una volta a… Hollywood e l’Oscar
Dopo anni di duro sacrificio al servizio della settima arte, arriva anche per Brad Pitt la tanto attesa statuetta dell’Oscar. Nel 2018 Quentin Tarantino, con cui aveva già lavorato in Bastardi senza gloria, lo coinvolge nel suo prossimo progetto: C’era una volta a… Hollywood. Un viaggio all’interno dell’industria cinematografica americana alla fine degli anni ’50, tra finzione e realtà.
Tarantino, collaborando direttamente con Pitt, dà forma al personaggio di Cliff Booth, controfigura e migliore amico del celebre attore Rick Dalton (Leonardo di Caprio), ormai verso la fine della sua carriera. Il loro cammino incrocia quello di Sharon Tate (Margot Robbie), coinvolta nel massacro di Cielo Drive ad opera della famiglia Manson. Tarantino, data la sua grande autorialità, si permette di approntare un risvolto diverso alla storia originale.
Per la sua interpretazione Brad Pitt si aggiudica l’Oscar e un Golden Globe come “miglior attore non protagonista”. Questo premio rappresenta per l’attore il coronamento di una carriera all’insegna di successi e mancate vittorie.
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Nel 2019 la coppia Pitt-Jolie divorzia dopo un lungo periodo di crisi e battaglie legali. Nello stesso anno ey protagonista del film fantascientifico Ad Astra, diretto da James Gray e, dopo una pausa dai set durata tre anni, ritorna nella commedia d’azione The Lost City (2022), con protagonisti Sandra Bullock e Channing Tatum. Seguono Bullet Train (2022) e Babylon (2022), il colossal diretto da Damien Chazelle.
Brad Pitt: tra attivismo e musica
Lo stesso impegno che l’attore serba per il cinema lo dedica anche e soprattutto al alle cause e campagne rivolte al sostegno delle persone in difficoltà. Sin dagli albori della sua carriera infatti, una buona parte dei suoi compensi tratti dalle pellicole a cui prendeva parte, andavano devoluti in beneficenza.
É proprio con il matrimonio tra Brad Pitt e Angelina Jolie, e l’adozione di due figli, che il suo attivismo diventa maggiore e di dominio pubblico. Tra il 2006 e 2011 la coppia si impegna per la ricostruzione di New Orleans dopo l’uragano Katrina e al sostegno di quattro organizzazioni dislocate nelle varie regioni di Ciad, Sudan, Somalia e Pakistan. Sostiene anche la città di Joplin, nel Missouri, devastata da un tornado, mentre altri migliaia di dollari sono donati in Cambogia, dove è nato uno dei figli della coppia.
Altra grande passione per l’attore al pari del cinema è quella che nutre da anni per la musica. Recentemente si è reso protagonista della riprogettazione del Maraval Studios, la leggendaria struttura situata a Château Miraval, in Francia, dove artisti come i Pink Floyd, AC/DC e i Cranberries hanno realizzato alcuni dei loro album più celebri.
“Non ho mai sentito ridere qualcuno più forte di una madre africana che aveva perso nove membri della sua famiglia. Come mai? Così ho capito l’R&B per la prima volta. L’R&B nasce da un grande dolore, significa accettare quel che resta. È quella donna africana che riesce a ridere più forte di quanto io sia mai riuscito a fare.”
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