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Serie Tv

‘Il clandestino’ Il riscatto drammatico di Edoardo Leo sbarca su Netflix

Un crime-comedy con coprotagonista la vita nascosta di Milano. Disponibile su RaiPlay

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Il clandestino - Leo e Shapi in una scena della serie

Il clandestino è la nuova serie prodotta da Italian International Film, facente parte della Lucisano Media Group, in collaborazione con Rai Fiction. La serie vede protagonista Edoardo Leo, noto per commedie come Smetto quando voglio (2014) e Noi e la Giulia (2015), che ricopre un ruolo particolarmente drammatico, legato a storie di crimini e violenza. e, da giugno 2024, anche sul colosso dello streaming di Netflix.

La serie è composta da dodici puntate ed è stata trasmessa in chiaro su Rai1 dall’8 aprile, per sei settimane. Il clandestino è disponibile in streaming su RaiPlay e, da giugno 2024, anche sul colosso dello streaming di Netflix.

Le vicissitudini di Luca Travaglia

Luca Travaglia è un personaggio diviso tra le diverse sfaccettature della sua vita. Un tempo era un rispettato ispettore capo dell’antiterrorismo a Roma. La sua vita viene sconvolta quando la sua compagna Khadija si fa esplodere durante un summit politico di prestigio.

Travaglia non riesce a sostenere il peso della responsabilità e lascia la polizia per trasferirsi a Milano, dove vive come buttafuori nei locali notturni. Il suo amico ed ex collega Maganza lo aiuta, procurandogli un lavoro come bodyguard della ricca Carolina. Inoltre, coinvolto dal meccanico Palitha, avvia una agenzia investigativa.

In questo contesto, Luca e Palitha si trovano ad esplorare i molti volti di Milano, una realtà composita e multiculturale in cui si intrecciano anime, lingue e dialetti differenti. La coppia si trova ad affrontare storie diverse che coinvolgono la malavita cinese, le gang latine, le famiglie Rom, il mondo della moda e persino un politico di rilevanza nazionale.

Edoardo Leo in un ruolo insolito

Il clandestino regala la possibilità ad Edoardo Leo, conosciuto soprattutto per ruoli più leggeri, di tornare in veste drammatica in una serie tv. Questa esperienza l’ aveva già fatte nella serie antologica Crimini (2006-2010) – sesto episodio della seconda stagione – e in Romanzo criminale – La serie (2008-2010). In entrambi i casi, i ruoli non erano principali, mentre nella serie attuale l’attore romano è protagonista assoluto.

Luca Travaglia è molto più simile a me di quanto possano immaginare le persone. (Edoardo Leo a SuperGuidaTv)

Operazioni analoghe, di “conversione” stilistica attoriale, non sono una novità: basta ricordarsi di Marco Giallini in Rocco Schiavone (2016-in corso) e Alessandro Gassmann in I bastardi di Pizzofalcone (2017-in corso). Edoardo Leo ha decisamente l’esperienza e la potenzialità per poter esprimere altre sfaccettature, rispetto a quelle più leggere a cui ci ha abituato. Seguendo le prime puntate, ci si rende conto, però, che il protagonista non è propriamente a suo agio e che cerca di rinchiudere il suo Luca Travaglia in una rappresentazione composta e ben definita che, però, gli fa mancare un po’ di naturalezza.

Quando la sceneggiatura è importante

La serie Rai è ben realizzata dal punto di vista tecnico. Rolando Ravello, per quanto si adegua occasionalmente a stilemi già stranoti – come le inquadrature dall’alto della città, che pare un pegno che dobbiamo pagare in ogni serie di recente produzione – cerca di metterci del suo in maniera organica.

Il clandestino - Edoardo Leo è Luca Travaglia

Il clandestino – Edoardo Leo è Luca Travaglia

Fotografia e montaggio, che lavorano a stretto contatto con la regia, risultano ben realizzati e gradevoli. Le musiche, non eccessive, non lasciano il segno in quanto abbastanza scontate. Scenografie e costumi, invece, paiono i due settori più colpiti: non si sa bene se per scelte consapevoli o per budget limitati. Entrambi risentono di una povertà che pare eccessiva ma, comunque, non disturbante.

Quello che è il grande limite di questa serie – almeno per le prime puntate – è il racconto. Gli sceneggiatori puntano a un prodotto familiare più che a uno per appassionati di crime. Il clandestino si inserisce in quella categoria comedy-crime a cui appartengono Il commissario Montalbano e Don Matteo. La evidente differenza, però, è nella qualità della scrittura e delle trame.

La commedia prevale su un giallo stinto

Tutta la parte di investigazione diventa quasi ingombrante tanto che, spesso, è messa in secondo piano e ha delle soluzioni non soddisfacenti per un pubblico attento e appassionato al genere. Al contempo, si gioca molto sulla comicità, affiancando, al protagonista, il personaggio del meccanico cingalese Palitha.

Si comprende come alla base della narrazione ci sia la volontà di esprimere una realtà meneghina multiculturale ma contrasta poi con il risultato: la rappresentazione stereotipata che pervade non solo la spalla di Travaglio-Leo ma anche i coprotagonisti d’episodio.

La Milano che raccontiamo è sia la Milano dei locali che quella periferica in cui c’è il vero cuore pulsante e umano di quella città. (Rolando Ravello a SuperGuidaTV)

Questa voglia di portare alla luce una Milano paragonabile alla Roma suburriana, fatta però più di degrado e povertà – quasi a giustificarne l’esistenza – si scontra con la realtà. La metropoli lombarda pare fatta di una delinquenza da compatire e che include i ceti più abbienti. Inoltre, questa messa in scena assume toni che non coinvolgono lo spettatore moderno, ancor meno se meneghino. Luca Travaglia non è credibile come novello ispettore Rizzo – interpretato da un efficace Bud Spencer – della serie Piedone degli anni Settanta.

Un clandestino che speriamo torni presente

Edoardo Leo arricchisce, con la sua esperienza, il personaggio di Luca Travaglia. Le sue vicende professionali e personali gli regalano molti fronti su cui poter giocare il suo personaggio. Anche se inizialmente pare imbrigliato da tutti questi filoni, sarà sicuramente più efficace quando avverrà la metabolizzazione completa della trama da parte del protagonista.

Lui (Travaglio), invece, riscopre la possibilità di poter vivere una vita aperta agli altri, grazie a quelli che normalmente noi nella vita quotidiana non vediamo e non vogliamo vedere. (Rolando Ravello a TvSerial)

Hassani Shapi lo abbiamo visto già in altre pellicole, fra cui Lezioni di cioccolato (2007). Per quanto sia un buon caratterista, risulta però sempre monocorde, magari anche a causa dei personaggi che deve ricoprire. Alice Arcuri interpreta una giornalista che si avvale della protezione di Travaglia. Un personaggio incastrato dalle sue lotte familiari e che lascia già intendere l’epilogo.

Stesso discorso vale per Fausto Maria Sciarappa, decisamente un buon interprete ma che, almeno nelle prime puntate, non gli è consentito di andare oltre un ruolo che è stato costruito in maniera limitante. Infine, Lavinia Longhi, che raffigura la ex compagna di Travaglia, il cui personaggio ha uno sviluppo tanto lento quanto, almeno inizialmente, inconsistente.

Appassionarsi per amor di critica

Il clandestino è una serie che si lascia comunque guardare, grazie anche alla caratura del cast, attoriale e tecnico. La storia è diluita e non si capisce perché farne dodici puntate. Ciò porta a una narrazione che non è accattivante, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto crime. Ma, certamente, potrà contare su chi vuole andare a fondo di questo racconto, oltre che sui fan di Edoardo Leo.

Il trailer di Il clandestino

Il clandestino

  • Anno: 2024
  • Durata: 12 episodi per 50’ circa ciascuno
  • Distribuzione: Italian International Film, RaiPlay
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Rolando Ravello
  • Data di uscita: 08-April-2024

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