‘Il Re – seconda stagione’ La recensione della serie di Sky Original

Il Re – seconda stagione è la serie Sky Original diretta da Giuseppe Gagliardi, con Luca Zingaretti come protagonista. È una produzione Sky Studios, con Lorenzo Mieli per The Apartment e con Wildsite, entrambe società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Zocotoco.

Un thriller con continui colpi di scena, dove il confine tra bene e male si affievolisce fino a sparire del tutto.

La trama di Il Re – seconda stagione

Bruno Testori, il Re, è ora rinchiuso nel suo stesso carcere. A un certo punto, però, Gregorio Verna, capo dei servizi segreti, fa cadere le accuse e lo reintegra nel ruolo di direttore. In cambio vuole che faccia parlare un detenuto che sta per essere trasferito al San Michele.  Vittorio Mancuso è un magistrato molto conosciuto accusato dell’omicidio di una dipendente della Slimepetroli, la compagnia energetica di bandiera. L’uomo si dichiara innocente. Verna, però, sostiene che sia colpevole e vuole che Bruno scopra cosa nasconde il magistrato.

Costretto ad accettare questa collaborazione, Bruno si adopera da dietro le quinte per far parlare Mancuso, che però non si lascia intimorire. Il suo silenzio e l’improvviso ritrovamento dell’arma del delitto fanno crescere in Bruno il timore di una macchinazione di cui lui sarebbe strumento inconsapevole. Con l’aiuto dei suoi uomini, della determinata Claudia Agosti, l’avvocata di Mancuso e della ex moglie, Bruno cercherà di portare a galla la verità. Ma per farlo dovrà pagare un prezzo molto alto.

Un fortino da difendere a costo della vita

Il Re – seconda stagione inizia nel preciso punto dove si era conclusa la prima parte. Bruno non è più a capo di quel criminoso sistema creato da lui stesso e i suoi fidati uomini. Qualcosa è andato storto e l’ormai ex direttore del carcere è precipitato in un baratro.

“Da direttore a detenuto in una notte”.

La seconda stagione della serie, che andrà in onda ogni venerdì su Sky e in streaming su NOW, ha tutti i connotati di un thriller, con non poche aderenze con il noir. Il tutto inizia di notte, con l’oscurità. Una donna, a bordo della sua automobile raggiunge il porto di una città, contatta un uomo e un nuovo delitto viene commesso.

Chi è la vittima? Chi l’assassino? E soprattutto cosa si nasconde dietro a questo crimine?

Interrogativi che troveranno una risposta seguendo le avvincenti vicende della serie, scritta da Peppe Fiore, Alessandro Fabbri e Federico Gnesini. Una storia cupa, ambientata, quasi del tutto, in un carcere. Un luogo di sofferenze, violenze e torture, ma anche un fortino da difendere, mettendo in pericolo la propria vita e quella dei propri cari.

Il Re, una storia che non fa sconti a nessuno

Dopo essere stato accusato di spaccio di droga e probabilmente di omicidio, Bruno Testori viene rimesso al suo posto. E così, di nuovo al comando, il direttore può ricontrollare il traffico di droga all’interno della struttura. Il sistema, da lui creato, però, non è più solido come prima. Le crepe sono tante, molti ormai conoscono le sue malefatte e nuove organizzazioni criminali pretendono il controllo dello spaccio.

Uno scontro senza tregua è in corso nel carcere di San Michele. Le cosche della mafia slava e un pericoloso gruppo di arabi minacciano il potere della camorra napoletana, alleata con Testori. Quest’ultimo è consapevole di rischiare molto. È in pericolo la sua vita e quella dei suoi cari, ma come un vero stratega riesce a spostare sulla scacchiera le giuste pedine. Anche lui è però una pedina da spostare nel momento opportuno. Testori lo sa e fa di tutto per sfruttare la situazione a suo vantaggio.

In Il Re – seconda stagione regna un’atmosfera ancora più cupa della prima parte della serie. I protagonisti appaiono senza speranza, risucchiati in una storia che non fa sconti a nessuno. La vicenda ha una forte connotazione realistica, trattandosi di argomenti molto attuali. Le mattanze che avvengono all’interno del San Michele ricordano quelle avvenute, purtroppo, in non pochi penitenziari italiani.

Le azioni criminose dei servizi segreti e i grossi interessi in ballo nel mercato idrocarburi, inoltre, sono un chiaro riferimento alla situazione geopolitica attuale. La vicenda, però, a certo punto, sembra dirottata verso una prospettiva diversa.

Il male ha la meglio

Il regista Giuseppe Gagliardi (1994) utilizza la location del carcere come un luogo ideale per mostrare la crudeltà dell’uomo. In questa seconda stagione de Il Re non ci sono personaggi positivi. Il male ha la meglio e i buoni spariscono o meglio non sono mai esistiti.

La macchina da presa del regista si muove in uno spazio claustrofobico, senza uscita di sicurezza. Una sorta di labirinto, fatto di celle e cunicoli, dove mettere al sicuro le persone, ma contemporaneamente luoghi di tortura. Vittime e carnefici si scambiano di continuo i ruoli, creando così un cortocircuito che travolge il tutto.

“Quando rinchiudi le persone dentro uno spazio ristretto, le tensioni si acuiscono e devi fare i conti con il fatto che facilmente tutto esploderà. La violenza fa parte dell’uomo e della giustizia”.

Il cast de Il Re – seconda stagione

Questo contesto, che somiglia molto a un girone dantesco, viene mostrato con una fotografia molto evocativa. Prevalgono le cromature giallognole che tagliano il fiato. Viene utilizzato, poi, anche il colore verde, un’allusione simbolica, per indicare gli interessi economici in ballo e gli intrighi politici, i quali conservano, fino alla fine, un alone di mistero.

L’universo infernale evocato dalla seconda stagione de Il Re diventa un luogo perfetto per dimostrare le doti recitative di un cast di tutto rispetto. Una sfida ostica, ma vinta senza difficoltà dal protagonista Luca Zingaretti, nei panni di Bruno Testori. Prova superata a pieni voti anche dagli altri interpreti, come Isabella Ragonese, Anna Bonaiuto, Barbora Bobulova, Caterina Shulha, Thomas Trabacchi, Fabrizio Ferracane, Stefano Dionisi e Alessandro Gazale.

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