Diretto nel 2023 da Riar Rizaldi – che già aveva fatto parlare di sé con dei cortometraggi in concorso in alcuni festival (p.e. Locarno Film Festival) – e in concorso all’Asian Film Festival 2024, Monisme è un film a metà tra documentario e fiction, immerso nell’entroterra indonesiano, ai piedi del Monte Merapi.
Monisme tra documentario, fiction e altri generi
Il lavoro di regia di Riar Rizaldi è costituito da una particolare commistione di codici differenti. L’esplosione di violenza iniziale, con un omicidio efferato nel silenzio della foresta, porta il segno del gangster movie (metodi criminali, boss autoritari, …), ma è solo il primo di una serie di istanze che rendono Monisme un ibrido suggestivo. Quelle sensazioni da mob movie orientale sono presto abbandonate per spostarsi in un terreno estetico più ambiguo e incerto.
Il film utilizza lunghe riprese a camera fissa, talvolta interrotte da foto d’archivio, grafici del sismografo, telecamere di sorveglianza, che creano un velo di realismo, spostandosi dalla natura finzionale della prima sequenza verso una matrice più documentaria e realistica. Ma la peculiarità di Monisme è che questi equilibri e questi codici sono sempre ribaltati in virtù di un ibrido volto a segnare un universo inafferrabile.
La realtà è spezzata da momenti di misticismo e surrealismo, in cui sembrano intervenire forze sovrannaturali: tutte le suggestioni (fiction e documentarie) sembrano intrattenere una dialettica indecifrabile. Lo scienziato e la vulcanologa, caratterizzati da un certo grado di razionalità, rimarranno incastrati in alcune situazioni che non riescono a spiegarsi o da cui verranno rapiti. Le inquadrature del film e le riprese del documentario che una troupe sta girando finiranno per sovrapporsi. Il voice over scientifico farà da commento a situazioni surreali.
In una sequenza il film adotta addirittura i codici dell’horror, quando durante uno stupro i volti dei criminali assumono sembianze mostruose. In Monisme vige un regime d’incertezza in cui i mondi, i codici estetici e le piccole realtà dei personaggi convergono e si mescolano.
Ai piedi del vulcano
Il luogo, immaginario e concreto allo stesso tempo, attorno cui gravitano queste storyline e certi stilemi estetici, è il Monte Merapi. Ripreso con forza tellurica, come vorrebbe Werner Herzog, il vulcano diventa un’entità divina che sovrasta e condiziona le realtà del film, quasi fosse un Moloch che giganteggia e gioca con le vite dei personaggi. La regia suggerisce questo rapporto viscerale attraverso inquadrature (totali, campi larghi) che manifestano il costante dominio dell’ambiente sul personaggio, della natura sull’uomo.
Nei titoli di coda si legge “co-written by people who living in Merapi foothills” e ciò è emblematico di un approccio giocato sulla diversità dei punti di vista che diventa immagine attraverso la pluralità dei registri. Questo perché ai piedi del vulcano Merapi si dispiega un microcosmo di realtà differenti. Gli scavi abusivi e la dimensione criminale, il monitoraggio e la dimensione scientifica, il misticismo e la dimensione religiosa, sono solo alcune delle sfumature di questo profondo e sfuggente rapporto che lega i personaggi alla realtà che abitano.
Monisme
Anno: 2023
Durata: 115
Nazionalita: Indonesia
Regia: Riaz Rizaldi
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