One Second Ahead, One Second Behind del regista giapponese Nobuhiro Yamashita è una delle pellicole presentate al Japan Day al 21 Asian Film Festival in svolgimento in questi giorni al cinema Farnese di Roma, nella sezione del concorso del Festival, One Second Ahead, One Second Behind.
É una rom-com che, pur avendo protagonisti adulti, è molto focalizzata su di un pubblico adolescenziale e la si può inserire nel genere seishun eiga (cioè “film per i giovani”) con una forte commistione fantastica.
Nobuhiro Yamashita racconta una storia d’amore tra due perdenti
Hajime (Masaki Okada) è un giovane pasticcione che fin da bambino parte sempre “un secondo prima” degli altri: nelle attività sportive, nei compiti, sul lavoro. Ma fallendo costantemente. Non riesce a entrare all’università, e diventa impiegato delle poste a Kyoto dove vive con la sorella e il suo fidanzato. Il padre è sparito quando lui era adolescente e la madre è una figura infantile e ingombrante che non fa altro che intervenire quando il figlio racconta gli episodi della sua vita al dj in un programma di una radio locale.
Tutti i giorni al si ufficio si presenta Reika (Kaya Kiyohara) per spedire una lettera. Hajime non la riconosce fino alla fine della pellicola, ma si sono incontrati da bambini, quando lei in un incidente stradale perde i genitori e viene ricoverata in ospedale. Reika, all’opposto di Hajime, parte sempre “un secondo dopo”, ma con gli stessi risultati fallimentari di Hajime.
Nobuhiro Yamashita in One Second Ahead, One Second Behind si diverte a raccontare questo storia d’amore utilizzando cliché che riprendono equivoci di personaggi che amano e non sono riamati, inserendolo in un’atmosfera favolistica. In effetti, l’aspetto più interessante della pellicola, al di là della storia in sé, è il suo montaggio asincronico e parallelo.
Sliding door giapponese
Il film inizia con Hajime che si reca in un posto di polizia per denunciare di aver “perso un giorno”. Il ragazzo di sveglia in ritardo un lunedì nel suo letto, avendo completamente dimenticato cosa sia successo la domenica mentre era su un bus e si stava recando a un appuntamento con una ragazza. In un lungo flash back ci viene presentata e raccontata la vita di Hajime fino alla domenica in questione. Ritornato al tempo presente Hajime scopre una sua fotografia in un negozio che lo ritrae in riva al mare. Riesce ad arrivare sul posto e finalmente scopre tutta una serie di lettere piene di fotografie in una casella postale presso una località di mare.
In un classico sliding door inizia una seconda parte che vede protagonista Reika. Yamashita racconta nuovamente la storia questa volta dal punto di vista della ragazza innamorata segretamente fin da bambina di Hajime. Scopriamo così che Raika, come Hajime, lavora in un supermercato e si diletta nell’arte fotografica, pedinando il ragazzo oggetto del suo amore non corrisposto.
In questa seconda parte, il regista nipponico introduce il lungo segmento fantastico mettendo in scena la spiegazione di quello che è successo durante la “domenica perduta”. Reika svegliandosi quella mattina cammina in una Kyoto completamente ferma con tutti gli abitanti congelati nelle posizioni che avevano al momento. Così arriva al bus dove viaggiava Hajime e l’unica altra persona che non è caduta in questa specie di incantesimo è l’autista del bus che l’aiuterà durante quella lunga giornata in cui scopriremo i segreti della storia di Hajime e Reika.
Tempo dimenticato e tempo ritrovato
Il tempo è il tema principale di One Second Ahead, One Second Behind. I due protagonisti falliscono nella vita perché o sono un secondo in anticipo o un secondo in ritardo. Non compiono mai le azione al momento giusto. E questo loro essere disallineati impedisce di incontrarsi, soprattutto fa sì che Hajime di “dimentichi” i momenti salienti della sua vita, solo attento a essere sempre in anticipo su tutto e non a vedere la realtà per quella che è. Al contrario, Reika è sempre in ritardo e in rincorsa su tutto. Da un lato, ciò le permette di scorgere eventi e vivere in un tempo continuo per scoprire la verità. Ma, dall’altro, le impedisce di raggiungere i suoi obiettivi e di rivelare i suoi sentimenti agli altri.
Alla sua diciannovesima regia (ed è già in pre-produzione il ventesimo film), Nobuhiro Yamashita dirige una pellicola lieve e, forse, zuccherosa, con protagonisti due simpatici perdenti coinvolti in una storia d’amore che vedrà il lieto fine.