In Lesson il triangolo amoroso dipinto con lente pennellate non sfocia mai in dramma, tantomeno in furore passionale. Un professore d’inglese impartisce lezioni ad una giovane donna che in cambio gli impartisce lezioni di pianoforte. Tra i due sembra serpeggiare un’attrazione, nonostante lei abbia già in ballo altre relazioni e lui debba destreggiarsi tra le proposte di matrimonio dell’impaziente storica compagna.
La passione sembra però non abitare più i corpi dei personaggi, incapaci di esprimere a pieno i propri sentimenti, né di ricambiarli. Amarsi, pur stando in contatto, è solo un’altra faccia della solitudine, come quella raccontata nella scena iniziale, presente anche nel trailer dell’Asian Film Festival.
La solitudine è un prato in riva al fiume
Il professore di inglese Kyung-min giunge con la bicicletta in un prato vicino al fiume urbano, quando vede diversi uomini e donne sdraiati, immobili. Non si sorprende, si limita ad infilarsi in mezzo a loro trovandosi uno spazio. Si sdraia. A questo punto tutti silenziosamente e coreograficamente insieme si alzano e se ne vanno lasciandolo solo. Il professore di inglese dirà ad un suo allievo che anche in una relazione, una persona può essere sola.
Georges Seurat, Una domenica alla Grande-Jatte (1884-1886; olio su tela, 207 x 308 cm; Chicago, The Art Institute)
L’inquadratura cita esplicitamente il grande pittore francese di fine ottocento. Così dichiara il regista:
Quando scrivo una sceneggiatura, cerco di pensare prima alla struttura. La struttura mi viene in mente come un’immagine, come i blocchi Lego che possono essere spostati, fino a formare una forma. Mentre progettavo la struttura di questo film, mi sono imbattuto nel puntinismo di Georges Seurat.
Mi ha dato l’idea di combinare due storie provenienti da linee temporali diverse, in quella che sembra una linea temporale cronologica, con la narrazione che ritorna all’inizio, alla fine.
Tempi lenti scandiscono relazioni stranianti, perfettamente inserite in spazi vuoti, minimalisti: coppie stanche o novelle condividono entrambe la dilatazione del tempo e dello spazio in una narrazione che ricorda Antonioni. Ma mentre nel Maestro italiano regnava il tema dell’incomunicabilità, qui abbiamo l’anaffettività, una profonda solitudine interiore e sociale. Psicologie profonde, nevrosi comuni, in tutti i continenti. La struttura circolare finale, che vede il protagonista ricominciare il colloquio con una nuova allieva in un modo del tutto simile a quello avvenuto con la sua amante, ormai lontana, rivela forse l’adattamento ad una sinistra forma di routine: la solitudine.
Lesson
Anno: 2023
Durata: 94
Nazionalita: Corea del Sud
Regia: Kim Kyung-rae
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