‘I delinquenti’ su MUBI, il film di Rodrigo Moreno è un mix di generi

L’impiegato di banca Morán elabora un piano per rubare denaro sufficiente a fuggire alla monotonia aziendale, confessare e scontare la pena mentre un suo collega nasconde il bottino. Messo sotto pressione da un ispettore della banca, il complice Román incontra una donna misteriosa che lo trasformerà.

I delinquenti: la recensione del film su MUBI

Il trittico cinematografico di Moreno racconta la storia di due uomini, Moràn e Romàn. Colleghi e poco amici, i due iniziano a “conoscersi” quando Moràn informa il collega di aver sottratto alla banca in cui lavora del denaro e di volerglielo affidare perché prossimo a costituirsi. Sconvolto nel sentire la proposta dell’uomo, Romàn vorrebbe non accettare ma, quando comprende le reali intenzioni di Moràn, non riesce a farsi indietro.

Il film di Moreno si apre con una lunga sequenza in cui la presentazione di Moràn è affidata dalla musica. È una giornata qualunque, Moràn si alza, si prepara per uscire ed esce di casa. Distinto e concentrato, entra in banca, dove lo attende un altro, noioso, giorno. Fin dal primo minuto sembra di assistere ad una commedia finché, al segno che qualcosa non sta andando come dovrebbe sul luogo di lavoro, ci accorgiamo che il film prenderà un’inaspettata piega. Scritto fin nel minimo dettaglio e curato in ogni scena, I delinquenti è un prodotto di difficile catalogazione. Si passa dal comico, al drammatico, al poliziesco in pochi passaggi così naturali da non accorgersene. Il piano di Moràn, così semplice nella sua follia, nasconde qualcosa che non riusciamo a percepire fin dall’inizio eppure, talmente è forte la costruzione dell’intrigo, non ci interessa sapere quando lo faremo.
Spiazzato dalla naturalezza con cui Moràn spiega il piano, Romàn si ritrova ad essere complice di un qualcuno che non ha conosciuto fino in fondo, ma di cui sente di fidarsi. E quando Moràn sparisce alla volta di un luogo indefinito per andarsi a costituire, in banca tutti i sospetti per l’accaduto sembrano condurre al povero Romàn che, ormai nella parte, nega in ogni modo.

Un fortunato mix di generi

Rodrigo Moreno realizza un ottimo film in cui mostra un ottimo lavoro di sceneggiatura e un’altrettanto ottima regia capace di spostarsi da un genere all’altro. La particolare durata del film, la divisione in tre parti, ognuna delle quali staccata ma comunque unita alla precedente, è un unicum filmico che convince. Non solo per la disinvoltura della macchina da presa, ma anche per il prezioso contributo della colonna sonora. Quest’ultima è quasi un terzo personaggio e spesso ha il compito di indicare passaggi narrativi in cui non servono dialoghi. Produzioni del genere, spesso, rischiano di perdere il tono nel corso delle parti. Moreno però, affidandosi alla sua capacità, mantiene per tutta la durata il senso del racconto e i personaggi non sono da meno.

Daniel Elìas ed Esteban Bigliardi, rispettivamente interpreti di Moràn e Romàn, sono più che credibili nel loro personaggio. I due compiono uno straordinario lavoro sulla commistione dei generi, senza eccedere nelle espressioni quando una particolare sequenza comica potrebbe richiederlo. In particolare Daniel Elìas è bravo nel gestire la sua fisicità negli spazi in cui si muove il personaggio, chiusi o aperti, come se riuscisse ad essere un tutt’uno con essi.

In attesa di nuovi titoli dal cinema argentino, vi consigliamo di non perdere questo!

Ciao sono Simona e qui puoi trovare tutti i  Trailers News & Clips