Negli ultimi anni complice anche l’addio di Daniel Craig nei panni della spia inglese, ha sempre preso più piede l’idea di far assumere il ruolo di 007 a una donna, già preso brevemente da Lashana Lynch in 007 No Time to Die. Quest’idea non è nuova, già negli anni ’50 prima ancora del debutto al cinema fu presa in seria considerazione.
L’idea di una 007 donna
Nella biografia di Ian Fleming scritta da Nicholas Shakespeare dal titolo Ian Fleming: The Complete Man in uscita tra poco, viene rivelato che il produttore Gregory Ratoff aveva pensato a dare la parte all’attrice premio Oscar Susan Hayward, ma non se ne fece nulla perché Fleming era contrario e deciso a puntare su Richard Burton.
Shakespeare nella biografia parla della ricerca del ruolo:
Dalla metà degli anni Cinquanta, molti attori famosi erano stati contattati. Gregory Ratoff ebbe l’idea sorprendente di far interpretare Bond a una donna, Susan Hayward. Ian aveva preso in considerazione diverse possibilità, da Richard Burton (“Penso che Richard Burton sarebbe di gran lunga il miglior James Bond”), a James Stewart (“Non mi dispiacerebbe affatto se riuscisse ad anglicizzare un po’ il suo accento”), a James Mason (“Potremmo doverci accontentare di lui”).
Alla fine arriva Sean Connery
Dopo aver preso in considerazione molti attori tra cui anche Roger Moore (futuro 007), la scelta cadde su Sean Connery. Robert Fenn, agente cinematografico di Fleming, dichiarò:
Ne abbiamo provati venti o trenta. Nessun attore importante avrebbe interpretato la parte per più di un film, e non potevamo concludere un accordo con un distributore senza l’impegno di un attore principale
Fenn ha ricordato anche il loro primo incontro in cui Fleming rimase:
scioccato perché non sapeva parlare l’inglese della Regina Fleming disse non è affatto la mia idea di Bond, voglio solo un uomo elegante, non questo rozzo
Sean Connery con questo ruolo è entrato nell’immaginario collettivo e ha portato lustro alla saga di 007.
