27 è il primo cortometraggio professionale della regista ungherese Flóra Anna Buda. Un esordio che ha fatto subito centro, vincendo, fra gli altri, la Palma d’Oro per il Miglior Cortometraggio al Festival di Cannes del 2023.
La regista, dopo la laurea presso il MOME di Budapest, è entrata a far parte della Miyu Productions, casa di produzione francese che ha realizzato 27, in collaborazione con l’ungherese Boddah.
Flóra Anna Buda era già stata notata per Entropia (2019), suo precedente lavoro realizzato come progetto finale del master in animazione. In questa occasione, la pellicola si era aggiudicata il Teddy Bear Award alla Berlinale 2019.
27 è ora disponibile sulla piattaforma MUBI.
La vita di Alice, fra sogni e realtà
Alice, la protagonista di questa storia, vive in un mondo di sogni e meraviglie, cercando di sfuggire alla monotonia della sua vita quotidiana. Compie 27 anni ma si ritrova ancora ad abitare con la sua famiglia, vedendo la sua emancipazione lontana a causa della crisi abitativa ed economica del suo paese, l’Ungheria.
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27 – Un’immagine dalla pellicola
Uscita a festeggiare con un amico, assume delle droghe in discoteca. Al rientro a casa, a causa della sua poca lucidità, Alice cade dalla bicicletta. La realtà si mescola con l’onirico: una realtà dove la giovane donna trova libertà almeno nella sua espressione sessuale. Un sogno che però termina, riportando la giovane alla sua mera realtà.
Un dipinto fra l’espressionismo e lo psichedelico
Buda, nonostante la giovane età e la poca esperienza, ha una personalità ben definita nel mondo dell’animazione. Legata a tematiche di attualità, spesso con richiami autobiografici, la regista di 27 non si risparmia, sia a livello narrativo che espressivo.
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27 – La protagonista Alice
Le sue animazioni, che in alcuni momenti richiamano l’espressionismo pittorico, hanno dei tratti che le contraddistinguono. Le sue variazioni cromatiche non usano troppi eccessi ma piuttosto giocano con i contrasti. La parte psichedelica, quella legata alla narrazione dell’uso delle sostanze stupefacenti, ha ragion d’essere nel contesto del richiamo onirico.
Anche il sogno, con una rappresentazione più ampia e colori più chiari a richiamare una apertura – non solo visiva ma anche di contenuto – trova la giusta connotazione. Una realtà dove la giovane donna brama una possibile emancipazione, ma si scontra con l’ineluttabile realtà.
Un breve viaggio per un grande tema
I giovani d’oggi – che poi tanto giovani non sono – non riescono a staccare il loro cordone ombelicale e si ritrovano, spesso, costretti in un mondo poco accogliente e con possibilità limitate di espressione.
Il problema del caro vita non appartiene solo all’Ungheria e questo rende il messaggio accessibile a molti millenials e centennials. Gli stessi che si ritrovano nelle limitate possibilità di riconoscimento, personale e professionale.
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27 – Alice nel momento della sua libertà
L’apertura sessuale va oltre il discorso dell’orientamento e del gender, rispecchiando quella fluidità in cui i giovani navigano come provetti marinai. Dato di fatto che gli adulti, spesso, continuano a combattere e a non riconoscere. 27 di Buda ha il merito di rendere questi temi facilmente accessibili ai più, con uno stile del tutto personale e identificabile. Non può meravigliare, perciò, il successo di questa animazione nei festival in cui è stato presentato.