Greta Garbo tornerà sul grande schermo a breve. L’immensa star hollywoodiana verrà raccontata nel documentario Garbo: Leave me alone per una produzione Embankment Films. Il punto di forza del documentario sta nell’inclusione di materiale inedito, tra cui fotografie personali dell’attrice e lettere scritte di suo pugno.
Greta Garbo, considerata una delle più grandi icone del cinema, si ritirò all’età di trentacinque anni dopo ben cinque nomination all’Oscar, quando era all’apice del successo. Nonostante le molte proposte ricevute, la Garbo non partecipò mai più a nessuna produzione.

Il documentario racconterà la storia dell’attrice con uno sguardo moderno. “Fondamentalmente, era una donna che viveva in Svezia in relativa povertà e che per un certo periodo di tempo divenne la regina di Hollywood, il che è straordinario” commenta il produttore Nick Taussig. “Non si tratta di una storia di privilegio, e per noi è molto importante cercare di raccontarlo. Vogliamo narrare la sua ascesa.”
La regia è affidata a Lorna Tucker, già regista di Call me Kate (2023), documentario con protagonista Katherine Hepburn. “In un certo senso [Garbo: Leave me alone] può essere considerato il seguito naturale di Call me Kate dato che sono ambientati nella stessa epoca. Tuttavia è una storia molto diversa, perché qui parliamo di qualcuno che si è appena allontanato dalla celebrità” aggiunge di nuovo Taussig.
La produzione è in corso e il film uscirà nelle sale alla fine di quest’anno. Arriverà su Sky nel Regno Unito nel 2025. È realizzato in collaborazione con Non Stop Entertainment e coprodotto da Mylla Films, l’etichetta scandinava fondata da Patrik Andersson e Jakob Abrahamsson. Fremantle ha l’esclusiva per le vendite internazionali.
Garbo: Leave me alone : dettagli sulla produzione
Embankment Films sta lavorando con lo Swedish Film Institute e con Scott Reisfeld, che gestisce il patrimonio di Greta Garbo. Reisfeld è pronipote della Garbo: è proprio grazie ai loro rapporti familiari che è stato possibile utilizzare il materiale d’archivio personale. I momenti chiave della vicenda verranno riportati nel film con delle vignette drammatiche.
Embankment Films è ormai passata alla produzione di contenuti sia per grande che per piccolo schermo. Ha stretto accordi con il produttore britannico Kevin Loader e ha coinvolto Taussig, Malcolm Neaum, Sophie Harmer e Henry Farrington per potenziare il dipartimento di produzioni non-fiction. Tra le produzioni all’attivo ci sono Dwarf Story di Riccardo Servini e Strike: An Uncivil War di Daniel Gordon, incentrato sullo sciopero dei minatori nel Regno Unito.
Il piano di finanziamento per i lungometraggi appena citati prevede la loro uscita nelle sale cinematografiche, il che significa che possono beneficiare degli incentivi per il cinema nel Regno Unito.
Taussig, fondatore di Salon Pictures e produttore del documentario di moda McQueen, ha affermato che Embankment utilizzerà la propria esperienza nel campo della finanza cinematografica per realizzare una lista di prodotti adatti ai festival che abbiano anche un fascino mainstream.
“In quanto società indipendente per la vendita e il finanziamento di film, Embankment è abituata a lavorare con modelli di finanziamento piuttosto complessi“, ha affermato Taussig. “Ciò significa che ad esempio possiamo decidere di prevedere una distribuzione in sala con lo scopo di utilizzare il credito d’imposta offerto del Regno Unito. Questa è una cosa a cui molte società di produzione televisiva magari non pensano”.
Per quanto riguarda le prossime mosse di Embankment, ci sono altri importanti documenti biografici in lavorazione – e già si prevede il passaggio alla serialità. “I film singoli sono sempre più difficili da realizzare”, ha detto Taussig. “Penso che l’attenzione sia rivolta alle serie che si concentrano sull’accessibilità al grande pubblico e che allo stesso tempo siano guidate da un team di talento. È una cosa che Malcom [Neaum] ha fatto molto con Savile Row e altri prodotti: ha esperienza nell’avventurarsi in territori davvero interessanti e sorprendenti.”