Anno: 2012
Durata: 95’
Genere: Commedia
Nazione: Gran Bretagna
Distribuzione: Bim
Regia: Dustin Hoffman
Mentre le luminarie natalizie che rappresentano le costellazioni più note, dall’Orsa Maggiore al Sagittario, si accendono lungo via Roma fino a piazza San Carlo, il Torino Film Festival applaude l’esordio alla regia di una fulgente stella del cinema: Dustin Hoffman.
Dopo essersi Laureato sul grande schermo nel cult di Mike Nichols, Hoffman ha attraversato quarant’anni di carriera col passo sicuro di un Maratoneta fino a tagliare il traguardo dell’Oscar per le sue memorabili interpretazioni in Kramer contro Kramer e in Rain Man. Ora, il Piccolo grande uomo ha compiuto il salto sognato da anni ed è passato dietro la macchina da presa, per dirigere una godibile commedia corale sulla terza età.
Quartet è ambientato in un’elegante villa inglese, costruita in mattoncini e circondata da alberi secolari, che costituisce l’ultima dimora di un nutrito gruppo di musicisti in pensione, tutti ispirati a personaggi realmenti esistenti o esistiti. Fra vecchie glorie, nuovi arrivi e proposte creative per salvare l’istituto dall’imminente chiusura, si ricompone un quartetto di cantanti lirici, la cui fama è legata all’interpretazione di Rigoletto. E mentre il film diventa anche un omaggio a Giuseppe Verdi, con una colonna sonora che attinge a Libiamo ne’ lieti calici e a Bella figlia dell’amore, sullo schermo sfila una deliziosa carovana di attempati personaggi, dalla diva che ha ancora bisogno di stare al centro dell’attenzione al maniaco galante, interpretati da grandi talenti del Regno Unito come Maggie Smith, una delle poche ad aver vinto l’Oscar sia da attrice protagonista che da non protagonista, e lo scozzese Billy Connolly, considerato uno dei maggiori esponenti della stand up comedy britannica.
Tratta da un documentario sul mondo della lirica (Il bacio di Tosca dello scomparso regista svizzero Daniel Schmid), l’opera prima di Dustin Hoffman presenta, nonostante l’impostazione classica della narrazione, un che di surreale in una società che confida sempre meno nella pensione, soprattutto con riguardo ai lavoratori precari e agli artisti.
Tuttavia, in fondo, trascorrere la vecchiaia convivendo con gli ex-colleghi (talvolta rivali) di lavoro potrebbe forse scacciare la noia e rivelare aspetti stimolanti. È opinione di chi scrive, per esempio, che anche in un istituto per critici cinematografici in pensione se ne vedrebbero di cotte e di crude…
Lady L. Hawke