Notes from sheepland è il documentario di Cara Holmes che segna l’inizio dell’Irish Film Festa. La rassegna della 15esima edizione si svolgerà alla casa del cinema di Roma dal 4 al 7 aprile 2024 e prevede un ricco programma di ospiti, film, documentari e un omaggio a Cillian Murphy.
Cara Holmes è una musicista e filmmaker di Dublino. Notes from Sheepland è il suo primo lungometraggio che ha vinto il premio come miglior documentario al Festival Internazionale di Dublino (DIFF) e quello come miglior documentario irlandese al Festival Docs Ireland 2023.
Notes from sheepland racconta la storia dell’artista Orla Barry e del suo ritorno in Irlanda per dedicarsi all’allevamento di pecore. Arte e pastorizia rivelano di avere un forte legame che sconfina oltre i limiti delle due attività.
Il documentario è stato tratto dal suo libro Shaved Rapunzel, Scheherazade & the Shearling Ram from Arcady.
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La trama di Notes from sheepland
Orla Barry ritorna in Irlanda, la sua terra d’origine, dopo alcuni anni trascorsi a Bruxelles come artista. Orla si stabilisce nella fattoria di famiglia per dedicarsi all’arte e all’allevamento di pecore, ma presto scopre che questa attività la assorbe completamente. Dal momento che dedica tutto il tempo alla cura degli animali, Orla ne percepisce la bellezza e si inserisce perfettamente nel loro ciclo vitale. Dà un nome a ognuna delle pecore, conosce ogni dettaglio e sta sveglia notti intere per aiutarle a partorire. Il legame che stabilisce con questi animali non è solamente affettivo: Orla riesce a sentire e a realizzare se stessa come persona e artista attraverso l’allevamento e il contatto con le pecore. Arte e pastorizia si fondono insieme.
L’antropologia a piedi nudi di Notes from sheepland
Mentre ampie inquadrature catturano cieli infiniti, la voce fuori campo di Orla Barry racconta la sua esperienza di un anno tra le pecore. Si definisce una “barefoot anthropologist” che studia se stessa nella fattoria attraverso un processo in cui tutto succede. Riprese del documentario si alternano a video e immagini che testimoniano il percorso artistico di Orla a Bruxelles, fatto di ricerca attraverso la scrittura e la struttura delle parole. Ma l’artista, spinta dal bisogno di altro, ritorna in Irlanda e compie la sua rinascita scoprendo un forte senso di appartenenza e una sorta di alter ego. “Sheep, sea, swimming” è il mantra di Orla che le ha salvato la vita in più di un’occasione.
Ambiente, uomo, animale
Tornare alla fattoria è stato per Orla ritrovare una comunità di allevatori pronti a condividere il proprio sapere, come se fossero una grande famiglia. Ma il contatto più profondo è quello offerto dall’animale che collabora costantemente con l’uomo, permettendogli di vivere appieno la fisicità dei luoghi. Orla parla di sangue, acqua e fango soprattutto quando le pecore partoriscono a marzo, ad ogni ora della notte. Ognuna di loro ha un’identità e la loro presenza si avverte dallo sguardo degli occhi. Allevare questi animali è molto difficile. Molti pastori inseguono il progresso e Orla si chiede dove sia la cura e il rispetto per l’ambiente. La lana è un materiale bellissimo ma di scarso valore. La carne invece deve essere tagliata secondo un metodo che consente di impilare perfettamente le confezioni da inviare ai grandi distributori.
Arte e pastorizia in Notes from Sheepland
La vita di Orla è divisa in due: l’ispirazione per la sua arte aveva bisogno di altro e così è tornata in Irlanda. Qui la sua vita come allevatrice di pecore l’ha trasformata in un alter ego di se stessa che ha superato i limiti definiti dai due ruoli: arte e pastorizia sono un unico elemento. Quando Orla partecipa alle fiere del bestiame ovino si rende conto che i pedigree delle pecore e le opere d’arte sono molto simili: entrambe si basano sull’opinione personale. I legami e i punti di unione tra le due si fondono in un’installazione realizzata da Orla: la sua esperienza di donna e artista, la lana e la scrittura, si intrecciano in un maglione che rappresenta il simbolo della sua vita.