Io e Annie è il film che portò al trionfo Woody Allen alla cerimonia degli Oscar del 1978, con ben cinque candidature e quattro premi vinti, tra cui: miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista assegnato a Diane Keaton e miglior sceneggiatura originale a Woody Allen e Marshall Brickman. Oltre al notevole successo riscontrato, il film rappresenta ancora oggi il massimo esempio del tratto biografico di Allen, riflettendo i caratteri tipici della sua vita e i rapporti controversi con la società attraverso relazioni vacillanti e complicate.
Io e Annie, la trama
Il comico Alvy Singer (Woody Allen), dopo aver troncato la sua relazione con la cantante Annie Hall (Diane Keaton), si ritrova immerso in una profonda riflessione sulle ragioni che hanno portato a questa conclusione. Consapevole dei problemi affrontati sin dall’infanzia, come la depressione e la nevrosi, comprende quanto abbiano inciso sul destino la loro storia d’amore.
Nell’analizzare i suoi complicati rapporti con le donne, Alvy si immerge nel suo passato, utilizzando la propria infanzia come punto di partenza. Il suo percorso di autoanalisi e di confronto diretto con il pubblico rivela l’influenza che tali esperienze hanno avuto sulla sua vita e sulla sua arte. Utilizzando la rottura della quarta parete e una voce narrante, guida lo spettatore attraverso la struttura non lineare del film, offrendo un’esperienza cinematografica unica e coinvolgente.
Una storia d’amore che scruta società
Io e Annie è il film di Allen che affronta i tropi della società americana degli anni ’70, rivolgendosi alla platea con un umorismo arguto e pungente. Sesso, droga, razzismo, impostazione borghese, depressione e divario tra le classi si fondono perfettamente con la poetica commediale caratteristica di Woody Allen, offrendo una pellicola sentimentale che distanzia l’emotività a favore di una proposta riflessiva, semplice ma fortemente comunicativa.
L’amore tra Alvy e Annie evolve seguendo le fasi classiche di una relazione: dal primo incontro, passando per l’innocenza dei sentimenti iniziali, fino alle complessità di una vita insieme. La loro vicenda si fonde con lo spirito metropolitano di New York, città in cui Alvy riflette sulle persone che incontra, talvolta notando particolari come il loro modo di camminare o vestire, altre volte suscitando reazioni che ne rivelano pregiudizi e stereotipi.
Scena del film Io e Annie
Quest’ultimi, gli stereotipi, sono la critica centrale in Io e Annie, dove il regista accentua gli atteggiamenti e i pensieri dei personaggi, che si collocano iconicamente tra i vari strati sociali, confermando le etichette attraverso comportamenti e dialoghi tipici della loro estrazione e cultura.
Un denso insieme di dettagli che segue il rapporto travagliato dei due protagonisti, riflettendo domande e incertezze sulla loro relazione, frustrazione e un profondo senso di indecisione. Si tratta di un approccio alla commedia che evoca sorrisi e addolcisce il cuore di fronte a una storia d’amore che affronta i dogmi sociali e personali che tormentano l’artista insoddisfatto e la figura femminile che oscilla tra un vivace estro e un profondo assopimento.
Un biopic non dichiarato
Io e Annie rappresenta la narrazione che meglio definisce la poetica e la concezione del cinema di Woody Allen. Una visione profondamente personale, ma che serve a delineare un ritratto didascalico e coerente di sé e delle proprie esperienze. Leggendo la sua ultima biografia, A proposito di niente, si nota facilmente quanto Io e Annie sia parallelo ai momenti di vita vissuti dal regista, dalla sua infanzia fino al culmine del suo successo. Si ricordano i compagni della Public School 99, frequentata a malincuore; le code ai cinema Midwood, Elm o Vogue, frequentati da bambino con i guadagni di piccoli lavori occasionali; o il costante e sfibrante confronto con le persone ancorate ai propri cliché culturali e alle convenzioni.
Diane Keaton e Woody Allen in Io e Annie
Questi sono solo alcuni degli esempi che plasmano Io e Annie come un’opera biografica e fondamentale nella filmografia di Allen. Uno sguardo sulla sua percezione degli eventi e il controllo ossessivo sulle piccolezze della vita, oltre alla costante perdita di elementi che per altri sono sostanziali, ma per lui evanescenti e di scarso interesse. Una visione unica sull’intrattenimento delle relazioni, che si allontana dalla condivisione per rivelare un pensiero profondamente soggettivo. Ciò evidenzia che Io e Annie naviga nel genere della commedia senza però rivelarne i tratti distintivi, mantenendoli celati in virtù di un’opera che imprime indelebilmente la firma di Woody Allen, distante dall’utopia ma vicino alla sua indiscutibile realtà.
Io e Annie, un rapporto complicato con il gentil sesso
Il film in questione, oltretutto, mette anche in luce i rapporti sui generis che il regista ha intrattenuto con le donne che hanno fatto parte della sua vita. La biografia già menzionata descrive i flirt, le relazioni brevi e i matrimoni che hanno segnato la storia di Woody Allen. Si passa da Harlene Rosen, suo primo amore, a Louise Lasser (Il Dittatore dello stato libero di Bananas del 1971), con la quale ha vissuto una relazione intensa ma turbata da instabilità psicologica e dipendenza da sostanze, fino a Mia Farrow (Hannah e le sue sorelle del 1986), che è stata sia fonte di ispirazione che motivo di un’aspra battaglia legale, oggetto di pettegolezzi e titoli scandalistici sui giornali.
Così, Io e Annie rivela al pubblico una disputa amorosa, un tema ricorrente nelle opere del regista, dipingendo una Annie come simbolo delle donne da lui amate e un Alvy nevrotico, esigente e leggermente misantropo, caratteristiche che delineano un giovane Allen diviso tra il successo e le critiche. Questo si intreccia con la vita di coppia, alternando dolci momenti, spesso percepiti in modo superficiale, a strane abitudini, come quella di non fare sesso senza aver prima fumato un po’ di erba.
Diane Keaton nei panni di Annie Hall
Alle dinamiche del rapporto sopraggiunge il punto culminante della relazione, dove, come spesso accaduto nella vita di Allen, inizia un’analisi dettagliata che porta al distacco dal fuorviante sentimento amoroso, sostituendolo con una profonda stima e rispetto. Un esito simile a quello accaduto nella realtà con la stessa Diane Keaton, con cui Woody è ancora oggi in ottimi rapporti. Un sostegno autentico e una stima che in Io e Annie sembrano superare i confini del film, riflettendo un senso di appagamento nei volti sorridenti dei protagonisti durante una colazione in un bar di Manhattan.
Conclusioni
Io e Annie si distingue come un’opera profondamente rappresentativa del cinema alleniano, incarnando la lucidità e l’autenticità del regista. Allen utilizza il cinema come strumento per trasmettere le sue esperienze personali e le sue riflessioni sul mondo. Un’opera che trascende gli artifici della regia e gli effetti speciali, offrendo una veridicità inestimabile che, pur partendo da premesse soggettive, si evolve in un’analisi approfondita delle complessità sociali, fornendo spunti per deduzioni singolari ma oggettive.
Io e Annie è disponibile per la visione su Prime Video.
Leggi anche: Woody Allen – I 10 migliori film