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Mubi Film

‘Madeline’s Madeline’ straniante esplorazione dell’identità di Josephine Decker

Dal Sundance Film Festival un'opera estraniante ed immersiva

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In streaming su MUBI, Madeline’s Madeline del 2018 è il terzo lungometraggio della regista Josephine Decker ( Shirley (2020), and The Sky is Everywhere (2022).

Nel cast Miranda July, Molly Parker e l’esordiente Helena Howard.

Guarda Madeline’s Madeline (2018) su MUBI

Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival e ha ricevuto il plauso della critica, in particolare per la performance di Howard, salutata come una delle 50 migliori interpretazioni del decennio 2010.

Un’attrice adolescente viene incoraggiata dalla sua regista teatrale a confondere i confini tra il personaggio che sta interpretando e la sua vera identità. Il film è noto per le sue immagini sperimentali e il processo di improvvisazione che Decker ha utilizzato per creare la storia.

La trama di Madeline’s Madeline

Madeline è un’adolescente solitaria e fa parte di un ensemble di attori professionisti che crea uno spettacolo teatrale sperimentale su I tre porcellini usando l’improvvisazione. Le piace la compagnia degli altri attori e della loro regista Evangeline, e teme ogni volta di dover tornare a casa da sua madre Regina da cui non si sente compresa. Un giorno, durante le prove, Madeline confessa a Evangeline di aver fatto un sogno in cui metteva un ferro rovente su sua madre. Colpita da questo sogno, Evangeline decide di farlo ricreare dagli artisti in un esercizio di improvvisazione. Madeline è sopraffatta dal modo in cui la sua vita si sta confondendo con la sua arte e vaga fuori dal teatro da sola mentre Regina la cerca.

A poco a poco, Evangeline fa della vita di Madeline il fulcro centrale dello spettacolo teatrale che stanno ideando.

Finzione

Quello che state vivendo è solo una metafora. Le emozioni provate non sono le vostre. 

Ce lo anticipa subito la regista: stiamo assistendo a qualcosa di ‘altro’. Nulla che ha a che fare davvero con noi. O col reale. O soltanto con la finzione. Esperimento puro: siamo di fronte ad un’opera estraniante ed immersiva.

Il terzo lungometraggio scritto e diretto da Josephine Decker (Butter on the latch) è un film inquietante che sfugge ad ogni convenzionale definizione. Un Cinema teatrale dove labile si fa il confine fra essere e e recitare e in cui la narrazione oscilla sempre fra ciò che Madeline interpreta nel progetto sperimentale e quello che è veramente e che in realtà non riusciamo a definire.

La vita di Madeline  si svolge tra artificio, terapia, arte, realtà. Non ci sono nette distinzioni. Una sorta di viaggio di mezzo attraverso i conflitti interiori adolescenziali, un’intensa riflessione sulla genitorialità,  con un duplice (Regina /Evangeline) rapporto madre-figlia, ma anche una riflessione sui disturbi mentali e sulla crescita.

Madeline (la sorprendente Helena Howard ) trascorre il tempo nel tentativo di  equilibrare questa sua animalità preponderante cercando di incanalarla, attraverso il teatro, esplorando nuove emozioni e forme di espressione.

Due ‘madri’

A mediare, due personaggi diversi che incarnano due diverse tipologie di maternità: Regina (Miranda July) la madre di Madeline, che cerca di contenerla, ed Evangeline (Molly Parker), l’insegnante di recitazione, che, al contrario la spinge a scavare nel suo talento e che la incoraggia a lasciar prendere il sopravvento a questa sua estrosità.

Madeline sta nel mezzo, vulnerabile, dinamica, dinanzi ad un pubblico (Noi) che avverte la pericolosità del sentiero imboccato da Evangeline e che vuole invece per Madeline ‘normalità’.

La Decker ci trasporta nel mondo di Madeline, in questo collage confuso ma seducente, e ci destabilizza con immagini che sono continui giochi di luci e suoni e che creano una narrazione non lineare. La fotografia dona al film un bagliore caldo ma, il risultato predominante è quello di avvertire una sensazione di non chiarezza e un’eccessiva insistenza sull’uso di metafore e simbolismi che non portano a partecipare completamente al racconto. Il romanzo di formazione di Madeline, che sarebbe stato invece utile da esplorare,  resta così solo un contorno sfocato e artificioso.

Anche se il film è indubbiamente un esperimento interessante nel voler fondere vita reale e visione teatrale, si rimane troppo sospesi  in una strana area intermedia un po’ alla Charlie Kauffman ma, che non possiede mai la potenza evocatrice dello sceneggiatore e regista americano.

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Madeline's Madeline

  • Durata: 91'
  • Regia: Josepjine Decker

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