A partire da Giovedì 10 Dicembre, e fino a Martedì 22, il Centro Polivalente CinemAvvenire ospita la rassegna L’Italia che non si vede, promossa da ARCI-UCCA, dedicata ad alcuni dei migliori esempi di cinema del reale della più recente produzione italiana. Nove titoli, di registi perlopiù giovani ed esordienti (con alcune significative eccezioni, come Francesco Maselli), che fotografano in modo originale e innovativo il nostro paese, i suoi problemi, le sue contraddizioni. Il Centro Polivalente CinemAvvenire è stato scelto da ARCI-UCCA come sede su Roma della propria iniziativa (per un calendario completo e aggiornato delle proiezioni, consultare il sito www.ucca.it), e proporrà nel mese di dicembre nove titoli complessivi, fra lunghi e mediometraggi.
Le proiezioni avranno luogo presso il Centro Culturale Polivalente CinemAvvenire, a Roma, in Viale dello Scalo San Lorenzo 51. Ingresso gratuito per i soci. Costo della tessera: € 2 tessera giornaliera (un solo spettacolo); € 5 tessera mensile (intera rassegna).
Di seguito i film in programmazione presso la sede di CinemAvvenire.
Giovedì 10
– H. 20.30: Io la mia famiglia rom e Woody Allen
Regia Laura Halilovic
Con Laura Halilovic, e con la famiglia Halilovic
Montaggio: Marco Duretti
Produzione: Zenit Arti Audiovisive
Italia, 2009. Durata 50′
Sinossi:
Un viaggio intimo tra la fine della vita nomade e lo stanziamento in una casa popolare di Torino. Laura è l’unica figlia femmina della famiglia Halilovic, una famiglia Rom arrivata in Italia dalla Bosnia negli anni Sessanta. La regista acconta in prima persona il suo rapporto con la famiglia e il suo percorso per accettare le proprie origini e allo stesso tempo realizzare il sogno di diventare regista.
– H. 21.20: Il colore delle parole
Regia: Marco Simon Puccioni
Italia, 2009. Durata: 70′
Sinossi:
Teodoro, da trenta anni in Italia, è poeta e mediatore culturale, Martin è musicista e informatico, Justin sindacalista e Steve mediatore culturale. Questi i protagonisti de Il Colore delle parole. Tutti vivono e lavorano in Italia da oltre trenta anni, sono africani e non sono ancora cittadini italiani. Questo documentario esplora il loro mondo e la condizione di chi si batte per il diritto all’integrazione perché “migrare non è un reato!” – come dice uno dei protagonisti. L’Italia tra passato e presente, tra integrazione, razzismo, multiculturalità e senso di auto-rappresentazione delle seconde generazioni – le così dette G2 – che non sanno a quale radice appartenere o preferiscono non definirla. Questo e non solo è il colore delle parole.
Sabato 12
– H. 20.30: Billo-Il grand Dakhaar
Regia: Laura Muscardin
Con: Thierno Thiam; Susy Laude; Rokhaya Soumarè
Produzione: The Coproducers in collaborazione con Youssou N’Dour
Italia, 2007. Durata 90′
Sinossi:
Thierno Thiam, un ragazzo senegalese, decide di partire per l’Italia in cerca di fortuna nel campo della moda, sperando di tornare a casa ricco e sposare Fatou, sua cugina e figlia del medico del villaggio. Dopo varie e difficili vicissitudini Billo, come ormai lo chiamano gli amici, riesce a risollevarsi grazie a un lavoro come tappezziere e all’amore di una ragazza italiana, Laura. Il problema è che la madre lo richiama in Senegal per sposare Fatou, proprio quando Laura annuncia con gioia di essere incinta e di volerlo sposare.
– H. 22.00: Welcome Bucarest
Regia: Claudio Giovannesi
Produzione: Il Labirinto
Paese: Italia
Anno: 2007
Durata: 40’
Sinossi:
Il protagonista è uno studente che frequenta l’Istituto Tecnico Industriale Toscanelli, una scuola al centro di Ostia, tra la periferia di Roma e il mare. Alin Delbaci, 17 anni, classe 3B, è nato in Romania e vive a Ostia da quattro anni. La sua fidanzata e i suoi amici sono tutti rumeni. Nella bisca dove gioca a biliardo e nella discoteca dove va a ballare il sabato sera non ci sono italiani. Ma, come ogni altro adolescente, Alin trascorre metà della sua vita a scuola, ed è lì che vive i suoi conflitti: con i suoi compagni di classe, con i professori, con l’Italia e con la sua nuova identità di straniero.
Martedì 15
– H. 20.30: Thyssenkrupp Blues
Regia: Pietro Balla, Monica Repetto
Italia, 2008. Durata: 73′
Produzione: Deriva Film, Esperia Film, Babydoc Film
Sinossi:
L’11 giugno 2007 Carlo Marrapodi ha ventinove anni e riceve la ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni gli annuncia la cassa integrazione e sancisce di fatto la prossima chiusura dello stabilimento torinese dell’azienda, dove lavora da cinque anni. Da ottobre Carlo ricomincia a lavorare poiché la proprietà decide di smantellare gli impianti, ma contemporaneamente produrre ancora il più possibile: a causa di tale scelta all’una del mattino di giovedì 6 dicembre 2007 un grave incidente alla Thyssen finirà sulle prime pagine di tutto il mondo.
– H. 21.45: Sognavo le nuvole colorate
Regia: Mario Balsamo
Con: Edison Duraj e Alessandro Santoro
Produzione: Thomas Torelli per Torcida e TPF Telemaco in coproduzione OISTROS
Musiche: Franco Libetta e Franco Battiato
Italia, 2008. Durata: 65′
Sinossi:
È la storia di Edison, un bambino albanese che emigra in Italia a soli nove anni, con un viaggio della speranza su di un gommone. È in cerca di un’esistenza possibile: osteggiata, pericolosa, ma con una prospettiva formidabile, renderla dignitosa. Sognavo le nuvole colorate è anche la storia di un’amicizia che cambia la vita, il fattore umano diventa risolutivo e attribuisce alla vicenda un timbro, prevalente, di positività: quella di un bambino che riesce a conquistare il suo temporaneo orizzonte colorato.
Giovedì 17
– H. 20.30: Di me cosa ne sai
Regia: Valerio Jalongo
Distribuzione: Istituto Luce
Italia, 2009. Durata: 100′
Sinossi:
Fino agli anni Settanta il cinema italiano dominava la scena internazionale, arrivando perfino a fare concorrenza a Hollywood. Poi, nel volgere di pochi anni, il rapido declino, la fuga dei nostri maggiori produttori, la crisi dei grandi registi-autori, il crollo della produzione. Ma quali sono le vere cause e le circostanze di questo declino? Nel cercare di dare una risposta a questa domanda, Di me cosa ne sai tenta di raccontare questa grande mutazione culturale. Iniziato come un’amorosa indagine sul cinema italiano, Di me cosa ne sai diventa così un docu-drama che alterna testimonianze dei protagonisti di allora a frammenti della vita culturale e politica degli ultimi trent’anni: un diario di viaggio che racconta l’Italia da nord a sud, attraverso sale cinematografiche e ragazzini teledipendenti, Berlusconi e Fellini, centri commerciali e direttori di telegiornale, storie di esercenti appassionati e registi che lottano per i propri film, testimonianze di proiezionisti girovaghi e di grandi registi europei…
Martedì 22
– H. 20.30: Civico 0
Regia: Francesco Maselli
Con Ornella Muti, Massimo Ranieri, Letizia Sedrick
Italia, 2007. Durata 80’
Sinossi:
Le storie di tre persone che vivono ancora border raccontati dall’occhio di Citto Maselli. Che cosa spinge alcune persone a precipitare in una vita senza regole, e senza più un tetto? Il film lascia la parola a tre personaggi che scivolano all’improvviso nella più grande povertà e in situazioni estreme per riprendere il loro sguardo, la loro salita al calvario, per raccontare la bellezza umana di chi sulle proprie spalle porta tutto il fardello degli stenti e della sofferenza. Un film d’arte che racconta la sopravvivenza in qualsiasi caso, anche in assenza di speranza.
– H. 21.50: Uso improprio
Regia: Luca Gasparini, Alberto Masi
Produzione: Vivo Film
Italia, 2008. Durata: 70′
Sinossi:
Nato per raccontare un incontro tra generazioni col pretesto del rugby, per via delle tragedie avvenute durante la lavorazione, Uso improprio si è tramutato, sullo sfondo vitale del centro sociale Acrobax, in uno sguardo inquietante e doloroso sulla precarietà, su Roma e sulla violenza politica dilagante.