Intervista a Silvio Maselli.
Sei puntate da mezz’ora. Un format che puoi scegliere se guardare tutto d’un fiato, entrando in punta di piedi, da imbucato, al compleanno di Antonia per poi ritrovarti con lei al lavoro, sul bus, in ospedale, a un rito sciamanico e ad innumerevoli tentativi di sedute psicoterapiche. Oppure puoi scegliere di gustarti una puntata alla volta, in un rituale che ti avvicina alla sua vita in maniera sempre più incalzante, come sorseggiare un caffè di rara qualità e dall’aroma cangiante, per cui vorresti berlo tutto, ma è troppo buono per finirlo subito.
Antonia, la mini serie su Prime dal 4 marzo, ideata, scritta ed interpretata da Chiara Martegiani (nel cast anche Valerio Mastandrea), è sicuramente una narrazione non scontata nella serialità italiana, uno di quei prodotti che, ti chiedi, perché qualcuno non abbia pensato prima a produrli.
Ci ha pensato Fidelio, produzione nata dalle esperienze professionali di Silvio Maselli e Daniele Basilio, a dimostrazione che la volontà e la scelta di raccontare storie interessanti in maniera innovativa, ideate, scritte e girate da donne non devono appoggiarsi a meccanismi di “quote rosa” ma ad una sana, naturale, collaborazione tra persone, professionisti e artisti.
Antonia, la serie che ci mancava
Antonia è una donna poco più che trentenne, con un compagno padre single e un lavoro di attrice di soap poco gratificante. Non sa ancora se vuole un figlio, mentre la sua amica del cuore, in pieno post parto, vive in tuta tra pannolini e biberon. Antonia ha il ciclo doloroso, troppo doloroso. Antonia sviene, e, finalmente, dopo anni di “non farla troppo lunga con sto ciclo” le viene diagnosticata l’endometriosi, malattia silente che colpisce tre milioni di donne in Italia, e che, come la vulvodinia, non è proprio considerato uno di quei temi “appeal”. Chiara Martegiani (che ha scritto con Elisa Casseri e Carlotta Corradi, regia di Chiara Malta, ndr) ha messo a disposizione parte della sua esperienza personale per dare vita a una protagonista brillante, stratificata, piena di contraddizioni, vera. Una donna su cui spingono da varie parti pressioni sociali solo apparentemente sopite.
Qui la recensione di Antonia
Ci troviamo quindi di fronte ad un prodotto che nella sua dinamicità narrativa indaga tanti aspetti e “apre” ad una modalità espressiva ancora poco frequentata in Italia. Ne abbiamo parlato con Silvio Maselli di Fidelio (che ha prodotto la serie con Groenlandia, in collaborazione con Prime Video e rai Fiction)
Un successo di pubblico e critica
Antonia è una serie “dramedy”, in cui i toni della commedia e la profondità dei temi si mescolano in un equilibrio quasi magico: si ride pensando, ci si guarda dentro, ci si ritrova. È una serie scritta diretta e interpretata da donne, ma parla in modo aperto e mai giudicante agli uomini. Avete un riscontro dal pubblico, a un mese circa della messa in onda?
La serie sta piacendo molto, sia al pubblico che alla critica. Questo è davvero significativo, perché siamo abituati a leggere grandi stroncature della serialità italiana. Non ne sono lieto, sia chiaro. Vorrei che l’intero movimento creativo italiano puntasse verso narrazioni di qualità sempre più alta. La forza di Antonia è proprio il tempo che abbiamo dato alle autrici per elaborare sceneggiature importanti, vere, innovative, perché capaci di raccontare una donna plausibile, non una sua versione stereotipata. Il nostro obiettivo come produzione è quello di raccontare storie alte e larghe. Qualità e orientamento a un pubblico largo. Solo cercando e (auspicabilmente) trovando questo difficile equilibrio, faremo bene il nostro lavoro.
Per i temi e la modalità è una serie che entra in territori poco frequentati in Italia. Vedremo una Antonia inglese, spagnola, francese?
Certamente vedremo una Antonia venduta a distributori di altri paesi, affinché il suo racconto cammini fuori Italia, dove abbiamo ceduto la licenza ad Amazon Prime e a Rai. Per i remake toccherà attendere il cammino in Europa della serie. Ma già essere riusciti a parlare al pubblico italiano con un linguaggio nuovo, rappresenta per noi la migliore delle soddisfazioni.
Silvio Maselli sul futuro della serie
Il finale è così aperto che la prima domanda è: quando la rivediamo?
Dipenderà dalle scelte di Amazon Italia, innanzitutto, cui spetta il diritto morale di scelta sul finanziamento della seconda eventuale stagione. I conti con le piattaforme si fanno dopo qualche settimana dalla prima uscita. A differenza del consumo lineare di contenuti, gli streamer hanno parametri di valutazione dei loro investimenti più spalmati nel tempo. Ma sono abbastanza sicuro, come i nostri coproduttori di Gröenlandia, che in un modo o in un altro riusciremo a dare un futuro ad Antonia.
La serie passerà poi a RaiPlay, un’ottima scelta affinché anche un pubblico più generalista entri in contatto con modalità narrative nuove. Avete altre produzioni in divenire con Rai?
RaiFiction, ed in particolare la direttrice Maria Pia Ammirati, ha dimostrato grande intelligenza e versatilità contrattuale. Pur uscendo in seconda finestra su RaiPlay, Antonia potrà così conquistare un pubblico più grande di quello che può garantire Prime e, insieme, contribuire a cambiare la vita di qualche potenziale milione di donne che si sentiranno meno sole, nel loro dolore fisico o psichico. Tra le tantissime reazioni che questa serie sta scatenando, infatti, i commenti che più ci hanno colpiti sono quelli di donne che si sentono finalmente ascoltate, le cui storie vengono narrate. Le cose esistono solo quando le raccontiamo, d’altra parte. Con Rai stiamo partendo con la preparazione di una nuova serie di cui racconteremo presto i dettagli. Non vediamo l’ora di tornare sul set!