Hopeless di Kim Chang-hoon è un gangster movie – noir interpretato da Song Joong-ki (Vincenzo, My name is Loh Kiwan), l’esordiente Hong Xa-bin e Kim Hyoung-seo, anche conosciuta come BIBI.
Il film è stato presentato al Florence Korea Film Fest.
Lunghissimo girovagare nella malavita di un adolescente segnato da una vita impossibile, che riversa nella strana amicizia con il boss locale tutte le sue speranze. Fotografia quasi eccessiva nell’inseguimento dell’etica noir, e troppa violenza dal momento che il potente rapporto fraterno, si perde nella confusione.
Hopeless di Kim Chang-hoon, la trama
Yeon-gyu (Hong Xa-bin) sogna di andare in Olanda, ma la sua condizione sociale rende questo desiderio irrealizzabile: bullizzato a scuola e maltrattato dal patrigno, non trova sostegno nella madre e fugge i tentativi di avvicinamento della sorellastra (Kim Hyoung-seo).
Sopraffatto da questo destino avverso, cede alla facile opzione della criminalità per cercare di guadagnare qualche soldo in più. Nella gang locale incontra Chi-geon (Song Joong-ki), con cui nasce una relazione di fratellanza, il quale a sua volta rivede nel ragazzo la propria gioventù.
Ancora incerto se sentirsi completamente un teppista, Yeon-gyu viene coinvolto in un piano corrotto e politico più grande di lui, che lo forza a scelte ancora più drastiche.
Il grande disperato
Al suo esordio al lungometraggio, Kim Chang-hoon ha mancato di lasciare il segno. Il film si perde in una successione di dettagli che non rafforzano il profilo del protagonista. Al punto che è schiacciante la superiorità di Song Joong-ki sulle performance del resto del cast. Anche se i panni del gangster-meccanico imbruttito dalla vita, non gli calzano per nulla, e non è sufficiente l’algida espressività su cui comunque si prodiga diligentemente.
Poco convincente anche l’accanimento sul protagonista, a cui non gliene va bene una. Un pattern molto frequente nella serialità coreana, dove con i tempi allungati si tende a trascinare i protagonisti a fondo, per consentire loro una lunga, lenta ed elaborata emersione che avvicina il pubblico sentimentalmente. In Hopelessil meccanismo manca o non è efficace, e nel momento in cui il film richiederebbe un colpo di scena, ancora non è stato consolidato l’affetto per il personaggio principale.
Un personaggio che tra l’altro, sembra non capire neppure quali siano le scelte giuste da compiere, quali gli alleati che lo rispettano.
I padri e il nulla
Riflettendo sulla relazione paterna, invece, Hopeless offre i suoi spunti migliori: i padri e i patrigni sono dei miserabili falliti incapaci di sostenere la responsabilità. La punizione, più spesso brutale, è l’unica forma di contatto. Se c’è un rapporto che si salva, forse, è quello vagamente atipico che lega Yeon-gyu a Chi-geon. Sebbene nel trasmettere saggezza comunque infligga ancora una volta punizioni degne di un girone infernale. Eppure, è un rapporto che parzialmente si evolve, e non gratuitamente statico e ricorsivo come gli altri. Dall’assoluta bruttura in cui nasce, lascia intuire che porterà Yeon-gyu ad una crescita e un miglioramento ulteriore.
Anche se non si direbbe, viste le scelte narrative del finale. Ma questo fa parte della debolezza del film, che in generale non gioca bene la carta di quel rapporto fraterno nato tra disperati, dell’intesa unica che unisce figli calpestati e mal ridotti dall’aver vissuto nell’odio piuttosto che nell’amore. Quel potenziale addirittura poetico avrebbe creato la fenice narrativa di questo film pieno di cenere e di fango. Ma che non spicca il volo.