The Last Repair Shop, cortometraggio documentario vincitore dell’Oscar 2024 nella sua categoria, è un delicato racconto di storie umane che si uniscono nella magia della musica, in un laboratorio di riparazione gratuita di strumenti musicali, uno degli ultimi nel suo genere. Qui si intrecciano le tragedie di alcuni dei protagonisti, che hanno trovato in questo luogo il proprio posto nel mondo, riparando gli strumenti degli allievi del Los Angeles Unified School District’s. Quello che ci racconta il corto è il potere salvifico della musica, in ogni sua declinazione, e l’importanza della passione nel lavoro, che rende questi artigiani dei veri e propri maghi della riparazione.
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The Last Repair Shop: il delicato potere della musica
Delicato perché, quello che ci mostra questo cortometraggio, non è un potere travolgente e burrascoso, bensì sussurrato, dolcemente, attraverso gli ingranaggi degli strumenti rotti.
Diretto da Ben Proudfoot e Kris Bowers il corto porta in scena testimonianze di alcuni degli artigiani che lavorano al laboratorio di riparazione del Los Angeles Unified School District’s. I cartelli in sovrimpressione nei primi minuti del cortometraggio ci informano che questo laboratorio rimane uno degli ultimi siti di riparazione gratuita di strumenti musicali, accompagnati alle prime immagini che introducono lo spettatore in questo magico mondo.
La regia elegante e mai virtuosa ci trasporta con fluidità dentro e fuori gli strumenti, dentro e fuori i personaggi, passando attraverso casse armoniche di chitarre scomposte, pistoni guasti e violini spezzati.
Così come gli strumenti sono divisi in categorie, anche i protagonisti sono raccontati in base alla loro specializzazione. C’è chi si occupa degli strumenti a corda e chi di quelli a fiato, ma tutti sono accomunati da una inamovibile passione di fondo. La musica è stata salvifica per tutti i protagonisti: dai bambini che raccontano il loro primo approccio allo strumenti, agli specialisti che rivivono il percorso che li ha condotti fino a quel laboratorio.
L’opportunità di esprimersi
I veri eroi sono proprio gli artigiani, e in particolare quattro volti che hanno lottato duramente per raggiungere questi obiettivo. Quella che ci raccontano è uno storia in cui ogni artista, o ancora di più ogni aspirante artista, può rispecchiarsi.
Al di là delle loro storie emozionali, si cela il racconto di molti bambini che traggono un beneficio reale dall’accesso all’arte o che soffrono terribilmente in sua assenza. Il basso continuo che sostiene l’intera narrazione è proprio la necessità di riparare qualsiasi strumento arrivi al laboratorio, qualunque sia il guasto, perché potrebbe cambiare la vita del bambino suo proprietario.
Il nucleo di questo cortometraggio riguarda proprio l’importanza di avere, e di dare, l’opportunità di esprimersi. È un messaggio tutto positivo, che celebra gli eroi sconosciuti che compiono un lavoro invisibile ma indispensabile.
The Last Repair Shop sussurra, tra le righe:
Le persone che riparano gli strumenti musicali sono tanto artisti quanto coloro che li suonano
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